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Rio de Janeiro, Gmg 2013 Rio de Janeiro, Gmg 2013

Cinque anni fa la Gmg di Papa Francesco a Rio de Janeiro

Il 22 luglio di 5 anni fa, Francesco iniziava il primo viaggio internazionale del Pontificato incontrando i giovani per la Gmg di Rio. Forti i suoi appelli a portare Cristo al mondo, senza paura, con la consapevolezza che la fede è la vera rivoluzione del mondo perché cambia i cuori

Sergio Centofanti - Città del Vaticano

Cinque anni fa Papa Francesco si recava a Rio de Janeiro, in Brasile, per il suo primo viaggio internazionale in occasione della 28.ma Giornata mondiale della gioventù (22-29 luglio 2013). Il tema della Gmg era stato pensato da Benedetto XVI: “Andate e fate discepoli tutti i popoli!”. Queste le prime parole di Papa Francesco nella nel Giardino del Palazzo Guanabara di Rio de Janeiro: “Io non ho né oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato: Gesù Cristo!”.

La fede è mettere al centro Cristo

Nella  il Papa dice ai ragazzi: “La fede è rivoluzionaria” perché al centro non mette più l’io ma Cristo: “Noi tutti siamo tentati molte volte” di essere il centro dell’universo, “di credere che siamo solo noi a costruire la nostra vita o che essa sia resa felice dal possedere, dai soldi, dal potere. Ma tutti sappiamo che non è così! Certo l’avere, il denaro, il potere possono dare un momento di ebbrezza, l’illusione di essere felici, ma, alla fine, sono essi che ci possiedono e ci spingono ad avere sempre di più, a non essere mai sazi”. E ha lanciato questa esortazione: “Metti Cristo” nella tua vita, “riponi in Lui la tua fiducia e non sarai mai deluso”, nella tua vita “metti fede, metti speranza, metti amore!”.

Il Papa ai vescovi: annunciare il Vangelo senza presunzioni

, li invita a uscire dalle parrocchie e dai propri istituti per annunciare Cristo senza presunzioni, per “essere servitori della comunione e della cultura dell’incontro”. “Non è la creatività pastorale - sottolinea - non sono gli incontri o le pianificazioni che assicurano i frutti, ma l’essere fedeli a Gesù”, che siamo chiamati a contemplare, adorare e abbracciare attraverso la preghiera, l’incontro quotidiano con l’Eucarestia e nelle persone più bisognose. Il “rimanere” con Cristo non è isolarsi ma è un rimanere per andare incontro agli altri. “Aiutiamo i giovani a rendersi conto che essere discepoli missionari è una conseguenza dell’essere battezzati, è parte essenziale dell’essere cristiani, e che il primo luogo in cui evangelizzare è la propria casa, l’ambiente di studio o di lavoro, la famiglia e gli amici. Ascoltiamo i giovani: le loro domande quando sono in difficoltà. Certo, occorre spendere tempo con loro!”.

Via Crucis: amare gli altri come Cristo ci ha amato

La è uno dei momenti forti della Giornata Mondiale della Gioventù. Nella Croce di Cristo – ha detto Papa Francesco – “troveremo un Cuore aperto che ci comprende, ci perdona, ci ama e ci chiede di portare questo stesso amore nella nostra vita, di amare ogni nostro fratello e sorella con questo stesso amore”. “Gesù con la sua Croce percorre le nostre strade per prendere su di sé le nostre paure, i nostri problemi, le nostre sofferenze, anche le più profonde”. Cristo è sempre vicino all’uomo e non lo lascia mai solo nel suo dolore: “Nella Croce di Cristo c’è la sofferenza, il peccato dell’uomo, anche il nostro, e Lui accoglie tutto con le braccia aperte, carica sulle sue spalle le nostre croci e ci dice: Coraggio! Non sarete soli a portarle!”. Ma cosa ha lasciato la Croce in coloro che l’hanno vista, in quanti l’hanno toccata? “Lascia un bene che nessuno può darci: la certezza dell’amore fedele di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per affrontarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci”. “Nella Croce di Cristo c’è tutto l’amore di Dio, c’è la sua immensa misericordia. E questo “è un amore di cui possiamo fidarci, nel quale possiamo credere”. “Solo in Cristo morto e risorto troviamo salvezza e redenzione. Con lui, il male, la sofferenza e la morte non hanno l'ultima parola, perché Lui ci dona speranza e vita: ha trasformato la Croce da strumento di odio, di sconfitta, di morte in segno di amore, di vittoria e di vita”.

Veglia di preghiera: giovani, siate veri atleti di Cristo

La della Giornata mondiale della gioventù si è svolta sulla spiaggia di Copacabana. Questo l’appello di Papa Francesco: "Cari giovani, siate veri 'atleti di Cristo'! Giocate nella sua squadra!". “Voi siete il campo della fede!”, siete “i costruttori di una Chiesa più bella e di un mondo migliore”. “Per favore, lasciate che Cristo e la sua Parola entrino nella vostra vita e possano germogliare e crescere". "Non fate cadere il seme fuori dal campo non lasciatevi intontire dai richiami superficiali, non siate incostanti davanti alle difficoltà, che vi tolgono il coraggio di andare controcorrente o incorrere in passioni negative”.

Con Gesù siamo veramente felici

“Voi - prosegue - volete essere terreno buono, cristiani non part-time, non “inamidati”, di facciata, ma autentici. Sono certo che non volete vivere nell'illusione di una libertà che si lascia trascinare dalle mode e dalle convenienze del momento. So che voi puntate in alto, a scelte definitive che diano senso pieno alla vita. Gesù ci chiede di seguirlo e di giocare nella sua squadra ma quando un giocatore di calcio viene convocato in una squadra deve allenarsi molto. Così è nella nostra vita di discepoli del Signore”. “Gesù ci offre qualcosa di superiore della Coppa del Mondo! Ci offre la possibilità di una vita feconda e felice e anche un futuro con Lui che non avrà fine, la vita eterna. Ma ci chiede di allenarci per ‘essere in forma’, per affrontare senza paura tutte le situazioni della vita, testimoniando la nostra fede. Attraverso la preghiera, i Sacramenti, e l’aiuto agli altri”. “Siate protagonisti della storia. Gesù ci chiama ad essere pietre vive per costruire la sua Chiesa, una Chiesa che sia così grande da poter accogliere l’intera umanità: che sia la casa per tutti”. Oggi ci dice: “Andate e fate discepoli tutti i popoli”.

Non abbiate paura di andare e portare Cristo a tutti

Il giorno dopo alla partecipano 3 milioni di pellegrini; agli oltre 2 milioni di giovani che hanno trascorso la notte sulla spiaggia di Rio dopo la Veglia, infatti, se ne sono aggiunti centinaia di migliaia dalla metropoli carioca e da tutto il Brasile. “Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente - esorta il Papa - fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore”. Francesco invita i giovani a evangelizzare i loro coetanei, “senza paura”, perché “è Cristo che ci precede e ci guida. Gesù non ci lascia soli, ci accompagna sempre, accompagna la Chiesa intera. Cristo infatti non ha chiamato gli Apostoli a vivere da soli ma li ha chiamati a formare una comunità”. “E’ una vita di servizio”: “Evangelizzare è testimoniare in prima persona l'amore di Dio, è superare i nostri egoismi”. Infine chiede ai giovani di annunciare con coraggio il Vangelo: “Portare il Vangelo è portare la forza di Dio per sradicare e demolire il male e la violenza; per distruggere e abbattere le barriere dell'egoismo, dell'intolleranza e dell’odio; per edificare un mondo nuovo. Gesù Cristo conta su di voi! La Chiesa conta su di voi! Il Papa conta su di voi!”.

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22 luglio 2018, 09:43