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Il Papa a Bari sul solco dei suoi predecessori

Questa mattina, conferenza stampa di presentazione dell'incontro ecumenico con Papa Francesco che avrà luogo a Bari sabato 7 luglio. L'idea nasce dalla richiesta rivolta direttamente al Papa da diverse Chiese e Patriarchi ma, soprattutto, "dalla primavera dell'Unità della Chiesa": il Concilio Vaticano II

Emanuela Campanile - Città del vaticano

Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si è svolta la dell’Incontro di Papa Francesco con i Capi delle Chiese e delle Comunità cristiane del Medio Oriente dal titolo "Su di te sia pace! Cristiani insieme per il Medio Oriente". L'evento dal respiro profondamente ecumenico, per citare l'espressione dell'arcivescovo di Bari, mons. Cacucci, avrà luogo nel capoluogo pugliese sabato 7 luglio. Sono intervenuti il card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, e il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, card. Kurt Koch.

L'attenzione di Francesco al Medio Oriente

Ripercorrendo alcuni dei momenti più intensi e significativi del pontificato di Papa Francesco, il card. Sandri ha messo in rilievo come il Pontefice abbia dimostrato particolare interesse all'Oriente fin dall'inizio dalla sua elezione. Le dimensioni su cui si sviluppa "tale attenzione", ha spiegato il porporato,  "si riuniscono però in unico abbraccio: costante attenzione, rivolta attraverso gli appelli alla preghiera e alle iniziative di pace, al soccorso di coloro che soffrono o che sono costretti a partire e cercare rifugio dalla violenza o dalle persecuzioni"

L'evento del 7, un gesto forte

L'idea dell'evento ecclesiastico di Bari è "nato da diverse voci - ha proseguito mons. Sandri - diverse Chiese o Patriarchi l’hanno rivolta direttamente al Santo Padre nel corso delle loro visite a Roma". Inoltre, come ha messo in risalto nell'intervista rilasciata a Pope a margine della conferenza stampa, quanto succederà a Bari si inserisce perfettamente nel solco tracciato dai Pontefici precedenti e da quello impresso dal Concilio Vaticano II, "primavera dell'unità dei Cristiani".

I due grandi momenti

Sono due i grandi momenti che compongono la giornata del 7: la preghiera sul lungomare insieme ai fedeli, e il momento di riflessione e ascolto reciproco tra il Santo Padre e i Capi delle Chiese e Comunità Ecclesiali del Medio Oriente. La relazione introduttiva, ha spiegato il cardinale Sandri, è stata affidata a mons. Pierbattista Pizzaballa, Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, e verrà seguita da un tempo di interventi liberi. Questa è la parte che si svolgerà a porte chiuse mentre è previsto che il Santo Padre rivolga una parola all’inizio della preghiera pubblica a termine dell’incontro, "quando, riaperte le porte della Basilica di San Nicola, Papa Francesco e gli altri presenti si recheranno sul sagrato, e libereranno nel cielo delle colombe: gesto profetico, perché soprattutto ai bambini e alle giovani generazioni del Medio Oriente dobbiamo restituire quella speranza che azioni cattive o la semplice indifferenza in questi anni ha loro sottratto".

Medio Oriente, terra delle origini

Sulla specifica situazione dei cristiani in Medio Oriente, , Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani che, oltre a mettere in evidenza l'importanza di quell'area in quanto "terra di origine del cristianesimo", ne ha evidenziato l'attuale dramma. "Il Medio Oriente - ha detto - è anche una delle regioni del mondo in cui la situazione dei cristiani è più precaria. A causa di guerre e di persecuzioni, molte famiglie abbandonano la loro patria storica alla ricerca di sicurezza e un di futuro migliore. La percentuale dei cristiani nel Medio Oriente è diminuita drasticamente nell’arco di un secolo: mentre rappresentavano il 20% della popolazione del Medio Oriente prima della prima guerra mondiale, ora sono solo il 4%."

Il paradosso

"Regione martirizzata - ha proseguito il cardinale -  il Medio Oriente è anche un luogo dove le relazioni ecumeniche sono più forti e promettenti, in particolare tra ortodossi e cattolici. Vorrei menzionare tre dimensioni principali: l'ecumenismo della vita, l'ecumenismo della santità e l'ecumenismo del sangue". Espressione, quest'ultima, creata prorprio da Papa Francesco.

Medio Oriente e cristiani

Numerose le considerazioni ecumeniche del card. Kock che con precisione ha ripercorso affermazioni, incontri e scritti di Papa Francesco riguardo a questo tema e alla sua grande preoccupazione per le sorti dei cristiani in Medio Oriente. Da qui, il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha voluto soffermarsi su alcune precise convinzioni della Chiesa. Prima fra tutte, ha spiegato, la convinzione da parte della Chiesa che "i cristiani rimarranno nella regione solo se la pace sarà ristabilita. Ecco perché - ha sottolienato - dall'inizio della crisi, la Chiesa cattolica ha instancabilmente chiesto il ripristino della pace, soprattutto attraverso la ricerca di una soluzione politica".

La necessità del dialogo

In chiusura, il cardinale Kock, ha voluto dare spazio a quella che ha definito essere una "fondamentale convinzione". Il riferimento, citando lo stesso Pontefice, è stato
all' "urgente necessità di proseguire il dialogo interreligioso, sul quale Papa Francesco insiste particolarmente nella sua : 'Il dialogo interreligioso è tanto più necessario quanto più difficile è la situazione. Non c’è un’altra strada. Il dialogo basato su un atteggiamento di apertura, nella verità e nell’amore, è anche il migliore antidoto alla tentazione del fondamentalismo religioso, che è una minaccia per i credenti di tutte le religioni'".

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03 luglio 2018, 13:05