Corpus Domini. Papa a Ostia: Eucaristia è la “prenotazione” del Paradiso
Debora Donnini-Città del Vaticano
L’Eucaristia è “il pane del futuro”, che già ora fa pregustare “un avvenire infinitamente più grande di ogni migliore aspettativa”. Sfama attese e alimenta i sogni più belli. E’ pegno, “anticipo concreto” di ciò che sarà donato: in una parola è “la ‘prenotazione’ del paradiso”. Sono dense di significato esistenziale le parole che Papa Francesco dedica al Corpus Domini nell’. Fortissima la partecipazione e la gioia dei circa 10mila fedeli, radunati nel piazzale antistante la parrocchia di Santa Monica, ad Ostia, dove si celebra la Messa. (Ascolta)
No a soprusi, aprire vie di legalità
Gesù prepara per noi un posto e un cibo, ricorda il Papa richiamandosi alle parole del Vangelo dell’Ultima Cena. E chiede, a sua volta, a noi di preparare. Per farlo, bisogna entrare nelle nostre città. E Ostia richiama proprio il termine “ingresso”. Da qui, il suo forte invito a spalancare le porte perché - sottolinea - “Gesù desidera che siano abbattuti i muri dell’indifferenza e dell’omertà, divelte le inferriate dei soprusi e delle prepotenze, aperte le vie della giustizia, del decoro e della legalità”.
L’ampio lido di questa città richiama alla bellezza di aprirsi e prendere il largo nella vita. Ma per far questo occorre sciogliere quei nodi che ci legano agli ormeggi della paura e dell’oppressione. L’Eucaristia invita a lasciarsi trasportare dall’onda di Gesù, a non rimanere zavorrati sulla spiaggia in attesa che qualcosa arrivi, ma a salpare liberi, coraggiosi, uniti.
Gesù prepara per noi un posto e un cibo
Il posto che Gesù ci prepara quaggiù è la Chiesa “dove – spiega poi il Papa – c’è e ci deve essere posto per tutti”. Il posto che prepara lassù è in Paradiso. Sia il cibo sia il posto ci vengono dati proprio nell’Eucaristia che, da una parte, genera e rigenera la Chiesa e, dall’altra, è il Pane del cielo, unica materia su questa terra che sa davvero di eternità.
L'Eucaristia si traduce passando dall'io al tu
Papa Francesco spiega, poi, che Gesù chiede anche a noi di preparare qualcosa proprio perché predilige non i luoghi “esclusivi ed escludenti” ma quelli “poco raggiunti dall’amore” e scomodi. Chi non ha da mangiare, le persone sole e sofferenti sono quei “tabernacoli abbandonati”, che Papa Francesco torna anche oggi a ricordare. Per questi fratelli più deboli, bisogna, quindi, preparare “un posto e un cibo” :
Egli si è fatto pane spezzato per noi; chiede a noi di donarci agli altri, di non vivere più per noi stessi, ma l’uno per l’altro. Così si vive eucaristicamente: riversando nel mondo l’amore che attingiamo dalla carne del Signore. L’Eucaristia nella vita si traduce passando dall’io al tu
Riscoprire l’adorazione: niente sazia come l’Eucaristia
Continuamente – nota ancora – “abbiamo bisogno di nutrirci” di progetti e affetti: complimenti, regali e tecnologie, anche le più avanzate, “non ci saziano mai del tutto” mentre l’Eucaristia è l’unico alimento che sazia perché lì incontriamo Gesù e sentiamo il suo amore.
E quando adori Gesù nell’Eucaristia ricevi da Lui lo Spirito Santo e trovi pace e gioia. Cari fratelli e sorelle, scegliamo questo cibo di vita: mettiamo al primo posto la Messa, riscopriamo l’adorazione nelle nostre comunità! Chiediamo la grazia di essere affamati di Dio, mai sazi di ricevere ciò che Egli prepara per noi.
Portare giustizia e pace per le strade delle città
Pensando, infine, alla Processione eucaristica che segue la Messa e si snoda fino alla parrocchia di Nostra Signora di Bonaria, Francesco ricorda che si camminerà per le strade di questa città con Gesù, che desidera entrare nelle case e portare consolazione, specialmente nelle situazioni dolorose. “Apriamogli le porte”, conclude il Papa chiedendo, in una breve preghiera, di renderci “preparatori attivi” per portare “fraternità, giustizia e pace nelle nostre strade”.
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