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L’ecumenismo al centro del pellegrinaggio del Papa a Ginevra

La Sala Stampa Vaticana ha reso noto il programma del pellegrinaggio ecumenico del Pontefice a Ginevra, il prossimo 21 giugno

Barbara Castelli – Città del Vaticano

Una sola giornata, ma intensa e nel segno del dialogo tra i cristiani, con due omelie e un discorso. Il prossimo 21 giugno, secondo quanto riferisce la sala Stampa Vaticana, Papa Francesco atterrerà all’aeroporto internazionale di Ginevra alle ore 10:10. Dopo la cerimonia di benvenuto, in una sala dello scalo, avrà luogo l’incontro privato con il presidente della Confederazione Svizzera, Alain Berset.

Il Centro Ecumenico WCC (World Council of Churches) sarà lo scenario della preghiera ecumenica, alle 11:15, e dell’incontro ecumenico, alle 15:30, dopo il pranzo con la leadership WCC, nell’Ecumenical Institute di Bossey. Proprio quest’anno il Consiglio Ecumenico delle Chiese celebra 70 anni di vita.

Nel pomeriggio, ultimo appuntamento prima del congedo ufficiale, il Pontefice celebrerà la Santa Messa nel Palaxpo. Alle 21:40, Papa Bergoglio atterrerà all’aeroporto di Ciampino.

Su questo significativo evento, Gudrun Sailer ha intervistato Pierre-Yves Fuchs, ambasciatore della Confederazione Svizzera presso la Santa Sede.

Intervista all'ambasciatore svizzero Fuchs

R. – Una visita del Papa all’estero è sempre qualcosa di eccezionale, ancora più eccezionale è il fatto che si tratta della quarta visita di un Papa a Ginevra: Ginevra come città nella quale si parla di pace, di ambiente, di diritti umani. Questa volta il Papa non visiterà le Nazioni Unite, né la Croce Rossa, ma parlerà di questi temi umanitari, di crisi, dell’umanità: con il governo svizzero, sotto un’angolatura politica, ma anche con le Chiese non cattoliche che hanno Ginevra come capitale, come luogo d’incontro – il Consiglio ecumenico delle Chiese. E non sarà una visita a porte chiuse, sarà una visita con una Messa aperta ai cattolici, non solo di Svizzera ma forse anche dalla Francia, perché siamo a 10 km dal confine.

Quale realtà incontrerà il Papa in Svizzera? Che Paese gli si presenta, oggi?

R. – E’ il Paese delle sue guardie, di una popolazione che lui conosce con le giovani guardie svizzere. Vedrà una società multiculturale, con molte lingue – abbiamo quattro lingue nazionali – ma anche il 25 per cento di persone non-svizzere che vivono qui: a Ginevra raggiungono quasi la metà. E’ un Paese molto europeo, molto globale e molto particolare. Un po’, forse, come la Città del Vaticano.

Quali, secondo lei, sono i punti che al Papa stanno molto a cuore, tematicamente, se guardiamo al suo incontro con le autorità dello Stato?

R. – Probabilmente una cosa che il Santo Padre ha ricordato ancora nel suo messaggio pasquale: il diritto umanitario. La guerra ha dei limiti; non dobbiamo soltanto condannare la violenza, ma ricordare anche che ci sono delle regole. Queste regole sono state stabilite a Ginevra nel XIX secolo, con il sostegno dello Stato pontificio assai presto. Ci sono punti d’incontro: certamente, il diritto umanitario, ma anche l’ambiente e altre questioni globali. Ci sono anche alcuni punti bilaterali: i nostri legami tramite la Guardia svizzera, e altri aspetti.
 

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07 maggio 2018, 14:21