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Il Papa alla Guardia Svizzera: il segreto è il riferimento a Cristo

L’incontro di Papa Francesco con il comandante, gli ufficiali, gli alabardieri e le 32 nuove reclute che giureranno domenica pomeriggio. “Coraggio e pazienza, generosità e solidarietà con tutti” le virtù che le guardie del Papa sono chiamate ad esercitare

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“È bello vedere un giovane come voi che dimostra attenzione agli altri” ed è disponibile verso chi è nel bisogno. Papa Francesco guarda le trentadue nuove reclute della Guardia Svizzera, che giureranno di servirlo fedelmente nel pomeriggio di domenica 6 maggio e poi si rivolge al comandante Christoph Graf, agli ufficiali del corpo a tutti gli alabardieri. “Sono ammirato – dice - dalla disciplina, dal senso ecclesiale, dalla discrezione e dalla professionalità austera ma serena con cui svolgete ogni giorno il vostro servizio”.

Trentadue reclute, 23 svizzerotedeschi, 9 romandi

Momenti di questa mattina in Sala Clementina tra il Papa e il suo piccolo “esercito”, con tutti i familiari e amici delle reclute che per almeno due anni presteranno servizio in Vaticano e a Castel Gandolfo, per garantire la sicurezza del Pontefice e dei suoi collaboratori. Ventitrè giovani sono svizzerotedeschi e 9 romandi, cioè della parte francofona della Confederazione Svizzera. Nessuna delle reclute quest’anno è del Canton Ticino o di lingua italiana.

L' eroico sacrificio del 6 maggio 1527

A tutte le guardie, Francesco ricorda la possibilità che hanno di fare “una singolare esperienza dell’universalità della Chiesa”, prestando servizio per un certo periodo a Roma. Un tempo propizio “per fortificare la vostra fede e accrescere il vostro senso di appartenenza alla comunità ecclesiale”. Quindi il pensiero del Papa va al gesto eroico del sacrifico degli alabardieri in servizio il 6 maggio 1527, durante il “sacco di Roma”. Il ricordo di quel giorno, ha aggiunto “è un costante invito a tenere presenti e realizzare le qualità tipiche del Corpo”:

Vivere con coerenza la fede cattolica; perseverare nell’amicizia con Gesù e nell’amore verso la Chiesa; essere gioiosi e diligenti nei grandi come nei piccoli e umili compiti quotidiani; coraggio e pazienza, generosità e solidarietà con tutti. Queste sono le virtù che siete chiamati ad esercitare quando prestate il servizio d’onore e di sicurezza in Vaticano, come anche quando avete dismesso la divisa. 

“Una Guardia Svizzera è sempre tale, sia quando è in servizio sia quando è fuori dal servizio!”

L' attenzione agli altri viene dall'incontro con Dio

L’atteggiamento di disponibilità e attenzione agli altri che anche le reclute dovranno testimoniare, prosegue Francesco, è possibile solo con l’aiuto del Signore, che va incontrato…

nella preghiera comunitaria e personale, nell’ascolto attento della Parola di Dio e nella partecipazione fervorosa all’Eucaristia. Il segreto dell’efficacia del vostro lavoro qui in Vaticano, come pure di ogni vostro progetto è, infatti, il costante riferimento a Cristo.

Prima di salutare una ad una le nuove reclute, il Papa conclude rendendo grazie a Dio per i doni che elargisce al Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, chiedendo alle guardie: “Pregate per me e aiutatemi a servire la Chiesa anche con la vostra preghiera”.

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Il Papa incontra la Guardia Svizzera Pontificia prima del giuramento
04 maggio 2018, 12:32