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L'Esortazione apostolica Amoris laetitia L'Esortazione apostolica Amoris laetitia 

Amoris laetitia, Esortazione apostolica del Papa sull'amore nella famiglia

In nove capitoli e 325 paragrafi: l'Esortazione post-sinodale di Papa Francesco presenta le grandi sfide della famiglia nel mondo di oggi all'insegna della misericordia e dell'integrazione

Isabella Piro - Città del Vaticano

Misericordia e integrazione: questo il nucleo dell’Esortazione apostolica post-sinodale “–La gioia dell’amoreâ€, siglata da Papa Francesco il 19 marzo e diffusa l'8 aprile 2016. Suddiviso in nove capitoli, il documento è dedicato all’amore nella famiglia. In particolare, il Pontefice sottolinea l’importanza e la bellezza della famiglia basata sul matrimonio indissolubile tra uomo e donna, ma guarda anche, con realismo, alle fragilità che vivono alcune persone, come i divorziati risposati, ed incoraggia i pastori al discernimento. In un chirografo che accompagna l’Esortazione inviata ai Vescovi, il Papa sottolinea che “Amoris Laetitia†è “per il bene di il bene di tutte le famiglie e di tutte le persone, giovani e anziane†ed invoca la protezione della Santa Famiglia di Nazareth. L’Esortazione raccoglie i risultati dei due Sinodi sulla famiglia, svoltisi nel 2014 e nel 2015.

Cap. 1 - La Parola di Dio in famiglia e il dramma dei profughi

Il Papa ricorda che “l’unità di dottrina e di prassi†è ferma e necessaria alla Chiesa, ma sottolinea anche che, in base alle culture, alle tradizioni, alle sfide dei singoli Paesi, alcuni aspetti della dottrina possono essere interpretati “in diversi modiâ€. Il primo capitolo del documento, dedicato alla Parola di Dio, ribadisce la bellezza della coppia formata da uomo e donna, “creati ad immagine e somiglianza di Dioâ€; richiama l’importanza del dialogo, dell’unione, della tenerezza in famiglia, definita non come ideale astratto, ma “compito artigianaleâ€. Ma non vengono dimenticati alcuni drammi, tra cui la disoccupazione, e “le tante famiglie di profughi rifiutati ed inermi†che vivono “una quotidianità fatta di fatiche e di incubiâ€.

Cap. 2 - La realtà e le sfide della famiglia. La grande prova delle persecuzioni

Poi, lo sguardo del Papa si allarga sulla realtà odierna, e insieme al Sinodo, tenendo “i piedi per terraâ€, ricorda le tante sfide delle famiglie oggi: individualismo, cultura del provvisorio, mentalità antinatalista che – scrive Francesco – “la Chiesa rigetta con tutte le sue forzeâ€; emergenza abitativa; pornografia; abusi sui minori, “ancora più scandalosi†quando avvengono in famiglia, a scuola e nelle istituzioni cristiane. Francesco cita anche le migrazioni, la “grande prova†della persecuzione dei cristiani e delle minoranze soprattutto in Medio Oriente; la “decostruzione giuridica della famiglia†che mira ad “equiparare semplicisticamente al matrimonio†le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso. Cosa impossibile, scrive il Papa, perché “nessuna unione precaria o chiusa alla trasmissione della vita assicura il futuro della societàâ€.

Ideologia gender è  â€œinquietanteâ€

Francesco ricorda poi “il codardo degrado†della violenza sulle donne, la strumentalizzazione del corpo femminile, la pratica dell’utero in affitto, e definisce “inquietante†che alcune ideologie, come quella del “gender†cerchino di imporre “un pensiero unico†anche nell’educazione dei bambini. Davanti a tutto questo, però – è il monito del Papa – i cristiani “non possono rinunciare†a proporre il matrimonio “per essere alla moda†o per un complesso di inferiorità. Al contrario, lontani dalla “denuncia retorica†e dalle “trappole di lamenti auto-difensiviâ€, essi devono prospettare il sacramento matrimoniale secondo una pastorale “positiva, accogliente†che sappia “indicare strade di felicitàâ€, restando vicina alle persone fragili.

Matrimonio non è un ideale astratto. Chiesa faccia salutare autocritica

Troppe volte, infatti – afferma il Papa con una “salutare autocritica†– il matrimonio cristiano è stato presentato puntando solo sul dovere della procreazione o su questioni dottrinali e bioetiche, finendo per sembrare “un pesoâ€, un ideale astratto, piuttosto che “un cammino di crescita e di realizzazioneâ€. Ma i cristiani - nota Francesco – sono chiamati a “formare le coscienze, non a pretendere di sostituirleâ€, così come faceva Gesù che proponeva un ideale esigente, ma restava anche vicino alle persone fragili.

Cap. 3 - La vocazione della famiglia e l’inalienabile diritto alla vita

In quest’ottica, l’indissolubilità del matrimonio non va intesa come “un giogoâ€, e il sacramento non come “una ‘cosa’, un rito vuoto, una convenzione socialeâ€, bensì “un dono per la santificazione e la salvezza degli sposiâ€. Quanto alle “situazioni difficili ed alle famiglie feriteâ€, il Papa sottolinea che i pastori, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere, perché “il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casiâ€. Se da una parte, dunque, bisogna “esprimere con chiarezza la dottrinaâ€, dall’altra occorre evitare giudizi che non tengano conto della complessità delle diverse situazioni e della sofferenza dei singoli. Francesco ribadisce, poi, con forza, il “grande valore della vita umana†e “l’inalienabile diritto alla vita del nascituroâ€, sottolineando anche l’obbligo morale all’obiezione di coscienza per gli operatori sanitari, il diritto alla morte naturale e il fermo rifiuto alla pena capitale.

Cap. 4 - L’amore nel matrimonio è amore di amicizia

Ma qual è, allora, l’amore che si vive nel matrimonio? Francesco lo definisce “l’amore di amiciziaâ€, ovvero quello che unisce l’esclusività indissolubile del sacramento alla ricerca del bene dell’altro, alla reciprocità, alla tenerezza tipiche di una grande amicizia. In questo senso, “l’amore di amicizia si chiama caritàâ€, perché “ci apre gli occhi e ci permette di vedere, al di là di tutto, quanto vale un essere umanoâ€. In quest’ottica, il Pontefice sottolinea anche l’importanza della vita sessuale tra i coniugi, “regalo meravigliosoâ€, “linguaggio interpersonale†che guarda “al valore sacro ed inviolabile dell’altroâ€. La dimensione erotica dell’amore coniugale, dunque, non potrà mai intendersi come “un male permesso o un peso da sopportareâ€, bensì come “un dono di Dio che abbellisce l’incontro tra gli sposiâ€. Per questo, Amoris Laetitia rifiuta “qualsiasi forma di sottomissione sessuale†e ribadisce, con Paolo VI, che “un atto coniugale imposto al coniuge…non è un vero atto d’amoreâ€.

Cap. 5 - L’amore diventa fecondo. Ogni figlio ha diritto a madre e padre

Soffermandosi, quindi, sulla generazione e l’accoglienza della vita all’interno della famiglia, il Papa sottolinea il valore dell’embrione “dall’istante in cui viene concepitoâ€, perché “ogni bambino sta da sempre nel cuore di Dioâ€. Di qui, l’esortazione a non vedere nel figlio “un complemento o una soluzione per un’aspirazione personaleâ€, bensì “un essere umano con un valore immensoâ€, del quale va rispettata la dignità, “la necessità ed il diritto naturale ad avere una madre ed un padreâ€, che insegnano “il valore della reciprocità e dell’incontroâ€.

La famiglia esca da se stessa per rendere ‘domestico’ il mondo

Al contempo, il Papa incoraggia le coppie che non possono avere figli e ricorda loro che la maternità “si esprime in diversi modiâ€, ad esempio nell’adozione. Di qui, il richiamo a facilitare la legislazione sulle procedure adottive e di affido, sempre nell’interesse del bambino e contrastando, con le dovute leggi, il traffico di minori. Quindi, Francesco sottolinea che ovunque c’è bisogno di “una robusta iniezione di spirito familiareâ€, ed incoraggia le famiglie ad uscire da se stesse, trasformandosi in “luogo di integrazione e punto di unione tra pubblico e privatoâ€. Perché ogni famiglia – è il monito del Papa – è chiamata ad instaurare la cultura dell’incontro e a rendere ‘domestico’ il mondo. Per questo, il Papa lancia “un serio avvertimentoâ€: chi si accosta all’Eucaristia senza lasciarsi spingere all’impegno verso i poveri ed i sofferenti, riceve questo sacramento “indegnamenteâ€.

Cap. 6 - Alcune prospettive pastorali. Accompagnare gli sposi da vicino

A metà dell’Amoris Laetitia, il Papa riprende, in modo sostanziale, i temi sinodali. Ad esempio richiama: la necessità di una formazione più adeguata per i presbiteri e gli operatori della pastorale familiare; il bisogno di guidare i fidanzati nel cammino di preparazione al matrimonio, perché “imparare ad amare qualcuno non è una cosa che si improvvisaâ€; l’importanza di accompagnare gli sposi nei primi anni di matrimonio, affinché non si fermi la loro “danza con occhi meravigliati verso la speranza†e siano generosi nella comunicazione della vita, guardando al contempo ad una “pianificazione familiare giustaâ€, basata sui metodi naturali e sul consenso reciproco; la necessità di una pastorale familiare missionaria che segua le coppie da vicino e non sia solo una “fabbrica di corsi†per piccole élites.

Preoccupante l’aumento dei divorzi. I figli non siano ostaggi

Oggi, crisi di ogni genere minano la storia delle famiglie – dice il Papa – ma ogni crisi “nasconde una buona notizia che occorre saper ascoltare affinando l’udito del cuoreâ€. Di qui, l’incoraggiamento a perdonare e sentirsi perdonati per rafforzare l’amore familiare, e l’auspicio che la Chiesa sappia accompagnare tali situazione in modo “vicino e realisticoâ€. Certo: nella nostra epoca esistono drammi come il divorzio “che è un male†– sottolinea l’Esortazione – e che cresce in modo “molto preoccupanteâ€. Bisogna, allora, prevenire tali fenomeni, soprattutto tutelando i figli, affinché non ne diventino “ostaggiâ€. Senza dimenticare che, di fronte a violenze, sfruttamento e prepotenze, la separazione è inevitabile e “moralmente necessariaâ€.

Divorziati risposati non si sentano scomunicati

Quanto a separati, divorziati e divorziati risposati, l’Amoris Laetitia ribadisce quanto già espresso dai due Sinodi: occorre discernimento ed attenzione, soprattutto verso coloro che hanno subito ingiustamente la scelta del coniuge. Nello specifico, i divorziati non risposati vanno incoraggiati ad accostarsi all’Eucaristia, “cibo che sostieneâ€, mentre i divorziati risposati non devono sentirsi scomunicati e vanno accompagnati con “grande rispettoâ€, perché prendersi cura di loro all’interno della comunità cristiana non significa indebolire l’indissolubilità del matrimonio, ma esprimere la carità.

Rispetto per omosessuali, ma nessuna analogia tra matrimonio e unione gay

L’Esortazione ricorda poi le “situazione complesse†come quelle dei matrimonio con disparità di culto, “luogo privilegiato di dialogo interreligiosoâ€, purché nel rispetto della “libertà religiosaâ€. Riguardo alle famiglie con persone di tendenza omosessuale, si ribadisce la necessità di rispettare la loro dignità, senza marchi di “ingiusta discriminazioneâ€. Al contempo, si sottolinea che “non esiste alcun fondamento†per assimilare o stabilire analogie “neppure remote†tra le unioni omosessuali ed il matrimonio secondo il disegno di Dio. E su questo punto, è “inaccettabile†che la Chiesa subisca “pressioniâ€. Particolarmente preziosa, poi, è la parte finale del capitolo, dedicata all’accompagnamento pastorale da offrire alle famiglie colpite dalla morte di un loro caro.

Cap. 7 - Rafforzare l’educazione dei figli, diritto-dovere dei genitori

Ampio, poi, il capitolo dedicato all’educazione dei figli, “dovere gravissimo†e “diritto primario†dei genitori. Cinque i punti essenziali indicati dall’Esortazione: educazione non come controllo, ma come “promozione di libertà responsabili che nei punti di incrocio sappiano scegliere con buon senso e intelligenzaâ€. Educazione come insegnamento alla “capacità di attendereâ€, fattore “importantissimo†nel mondo attuale dominato dalla “velocità digitale†e dal vizio del “tutto e subitoâ€. Educazione come incontro educativo tra genitori e figli, anche per evitare “l’autismo tecnologico†di molti minori scollegati dal mondo reale ed esposti alle manipolazioni egoistiche esterne.

Educazione sessuale sia educazione all’amore e al sano pudore

Il Papa dice, poi, sì all’educazione sessuale, da intendere come “educazione all’amore†da impartire “nel momento appropriato e nel modo adattoâ€, insegnando anche quel “sano pudore†che impedisce di trasformare le persone in puro oggetto. A tal proposito, Francesco critica l’espressione “sesso sicuro†che vira al negativo “la naturale finalità procreativa della sessualità†e sembra trasformare un eventuale figlio in “un nemico dal quale proteggersiâ€. Infine, la trasmissione della fede, perché la famiglia deve continuare ad essere il luogo in cui si insegna a coglierne le ragioni e la bellezza. I genitori siano, dunque, soggetti attivi della catechesi, non imponendo, ma proponendo l'esperienza spirituale alla libertà dei figli.

Cap. 8 - Accompagnare, discernere e integrare le fragilità

Riprendendo, quindi, uno dei temi centrali del dibattito sinodale, il Papa si sofferma sulle famiglie che vivono situazioni di fragilità ed afferma, in primo luogo, che “non ci si deve aspettare dall’Esortazione una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casiâ€. Pertanto, i pastori dovranno promuovere il matrimonio cristiano sacramentale, unione esclusiva, libera e fedele tra uomo e donna; ma dovranno anche accogliere, accompagnare ed integrare con misericordia le fragilità di molti fedeli, perché la Chiesa deve essere come “un ospedale da campoâ€. “Non ci capiti di sbagliare strada – scrive Francesco – La strada della Chiesa è sempre quella di Gesù: della misericordia e dell’integrazioneâ€, quella che non condanna eternamente nessuno, ma effonde la misericordia di Dio “a tutte le persone che la chiedono con cuore sinceroâ€, perché la logica del Vangelo dice che “nessuno può essere condannato per sempreâ€.

No a norma canonica generale, ma discernimento responsabile caso per caso

Integrare tutti, dunque – raccomanda l’Esortazione – anche i divorziati risposati che possono partecipare alla vita della comunità ad esempio attraverso impegni sociali o riunioni di preghiera. E riflettere su quali delle attuali esclusioni liturgiche e pastorali possano essere superate con “un adeguato discernimentoâ€, affinché i divorziati risposati non si sentano “scomunicatiâ€. “Non esistono semplici ricette – ribadisce il Papa – Si può soltanto incoraggiare ad un discernimento responsabile dei casi particolari, perché “il grado di responsabilità non è uguale per tuttiâ€.

Eucaristia non è premio per i perfetti, ma alimento per i deboli

In due note a pie’ di pagina, poi, il Papa si sofferma sulla disciplina sacramentale per i divorziati risposati: nella prima nota afferma che il discernimento pastorale può riconoscere che, in una situazione particolare, “non c’è colpa grave†e che quindi “gli effetti di una norma non necessariamente devono essere gli stessi†di altri casi. Nella seconda nota, Francesco sottolinea che “in certi casi†l’aiuto della Chiesa per le situazioni difficili “potrebbe essere anche l’aiuto dei Sacramentiâ€, perché “il confessionale non deve essere una sala di tortura†e “l’Eucaristia non è un premio per i perfetti, ma un alimento per i deboliâ€.

Esame di coscienza per divorziati risposati. Leggi morali non sono pietre

Per i divorziati risposati, risulta comunque utile “fare un esame di coscienza†ed avere un colloquio con un sacerdote in foro interno, ovvero in confessione, per aiutare la formazione di “un giudizio corretto†sulla situazione. Essenziale, però – sottolinea il Pontefice – è la garanzia delle condizioni di “umiltà, riservatezza, amore alla Chiesaâ€, per evitare “messaggi sbagliatiâ€, come se la Chiesa sostenesse “una doppia morale†o i sacramenti fossero un privilegio da ottenere “in cambio di favoriâ€. Perché è vero che “è meschino†considerare l’agire di una persona solo in base ad una norma ed è vero che le leggi morali non possono essere “pietre†lanciate contro la vita dei fedeli. Però la Chiesa non deve rinunciare “in nessun modo†a proporre l’ideale pieno del matrimonio. Anzi: oggi è più importante una pastorale del consolidamento, piuttosto che del fallimento, matrimoniale.

Chi pone condizioni alla misericordia di Dio annacqua il Vangelo

L’ideale evangelico, allora, non va sminuito, ma bisogna anche assumere “la logica della compassione verso le persone fragiliâ€. Non giudicare, non condannare, non escludere nessuno, ma vivere di misericordia, “architrave della Chiesa†che non è dogana, ma casa paterna in cui ciascuno ha un posto con la sua vita faticosa. E questo, in fondo, è “il primato della carità†che non pone condizioni alla misericordia di Dio “annacquando il Vangeloâ€, che non giudica le famiglie ferite con superiorità, in base ad una “morale fredda da scrivaniaâ€, sedendo sulla cattedra di Mosè con cuore chiuso, ma si dispone a comprendere, perdonare, accompagnare, integrare.

Cap. 9 - Spiritualità coniugale e familiare. Cristo illumina i giorni amari

Nell’ultimo capitolo, Amoris Laetitia invita a vivere la preghiera in famiglia, perché Cristo “unifica ed illumina†la vita familiare anche “nei giorni amariâ€, trasformando le difficoltà e le sofferenze in “offerta d’amoreâ€. Per questo, il Papa esorta a non considerare la famiglia come “una realtà perfetta e confezionata una volta per sempreâ€, bensì come uno sviluppo graduale della capacità di amare di ciascuno. “Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare!†è l’invito conclusivo di Francesco che incoraggia le famiglie del mondo a non “perdere la speranzaâ€.

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22 maggio 2018, 13:54