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Copertina dell'Esortazione apostolica di Papa Francesco Gaudete et exsultate Copertina dell'Esortazione apostolica di Papa Francesco Gaudete et exsultate 

"Gaudete et exsultate", Papa: si diventa santi vivendo le Beatitudini

Non un "trattato" ma un invito a far risuonare nel mondo contemporaneo una vocazione universale, la chiamata a diventare santi. E' questo l'obiettivo dichiarato di Papa Francesco per l'Esortazione apostolica "Gaudete et exsultate", resa nota oggi. Ecco una nostra sintesi del documento

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

Si diventa santi vivendo le Beatitudini, la strada maestra perché ¡°controcorrente¡± rispetto alla direzione del mondo. Si diventa santi tutti, perché la Chiesa ha sempre insegnato che è una chiamata universale e possibile a chiunque, lo dimostrano i molti santi ¡°della porta accanto¡±. La vita della santità è poi strettamente connessa alla vita della misericordia, ¡°la chiave del cielo¡±. Dunque, santo è chi sa commuoversi e muoversi per aiutare i miseri e sanare le miserie. Chi rifugge dalle ¡°elucubrazioni¡± di vecchie eresie sempre attuali e chi, oltre al resto, in un mondo ¡°accelerato¡± e aggressivo ¡°è capace di vivere con gioia e senso dell¡¯umorismo¡±.

Non un ¡°trattato¡± ma un invito

È proprio lo spirito della gioia che Papa Francesco sceglie di mettere in apertura della sua ultima Esortazione apostolica. Il titolo ¡°Gaudete et exsultate¡±, ¡°Rallegratevi ed esultate¡±, ripete le parole che Gesù rivolge ¡°a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua¡±. Nei cinque capitoli e le 44 pagine del documento, il Papa segue il filo del suo magistero più sentito, la Chiesa prossima alla ¡°carne di Cristo sofferente¡±. I 177 paragrafi non sono, avverte subito, ¡°un trattato sulla santità con tante definizioni e distinzioni¡±, ma un modo per ¡°far risuonare ancora una volta la chiamata alla santitࡱ, indicando ¡°i suoi rischi, le sue sfide, le sue opportunitࡱ (n. 2).

La classe media della santità

Prima di mostrare cosa fare per diventare santi, Francesco si sofferma nel primo capitolo sulla ¡°chiamata alla santitࡱ e rassicura: c¡¯è una via di perfezione per ognuno e non ha senso scoraggiarsi contemplando ¡°modelli di santità che appaiono irraggiungibili¡± o cercando ¡°di imitare qualcosa che non è stato pensato¡± per noi (n. 11). ¡°I santi che sono già al cospetto di Dio¡± ci ¡°incoraggiano e ci accompagnano¡± (n. 4), afferma il Papa. Ma, soggiunge, la santità cui Dio chiama a crescere è quella dei ¡°piccoli gesti¡± (n. 16) quotidiani, tante volte testimoniati ¡°da quelli che vivono vicino a noi¡±, la ¡°classe media della santitࡱ (n. 7).

La ragione come dio

Nel secondo capitolo, il Papa stigmatizza quelli che definisce ¡°due sottili nemici della santitࡱ, già più volte oggetto di riflessione tra l¡¯altro nelle Messe a Santa Marta, nell¡¯Evangelii gaudium come pure nel recente documento della Dottrina della Fede Placuit Deo. Si tratta dello ¡°gnosticismo¡± e del ¡°pelagianesimo¡±, derive della fede cristiana vecchie di secoli eppure, sostiene, di ¡°allarmante attualitࡱ (n. 35). Lo gnosticismo, osserva, è un¡¯autocelebrazione di ¡°una mente senza Dio e senza carne¡±. Si tratta, per il Papa, di una ¡°vanitosa superficialità, una ¡°logica fredda¡± che pretende di ¡°addomesticare il mistero di Dio e della sua grazia¡± e così facendo arriva a preferire, come disse in una Messa a S.Marta, ¡°un Dio senza Cristo, un Cristo senza Chiesa, una Chiesa senza popolo¡± (nn. 37-39).

Adoratori della volontà

Il neo-pelagianesimo è, secondo Francesco, un altro errore generato dallo gnosticismo. A essere oggetto di adorazione qui non è più la mente umana ma lo ¡°sforzo personale¡±, una ¡°volontà senza umiltࡱ che si sente superiore agli altri perché osserva ¡°determinate norme¡± o è fedele ¡°a un certo stile cattolico¡± (n. 49). ¡°L¡¯ossessione per la legge¡± o ¡°l¡¯ostentazione della cura della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa¡± sono per il Papa, fra gli altri, alcuni tratti tipici dei cristiani tentati da questa eresia di ritorno (n. 57). Francesco ricorda invece che è sempre la grazia divina a superare ¡°le capacità dell¡¯intelligenza e le forze della volontà dell¡¯uomo¡± (n. 54). Talvolta, constata, ¡°complichiamo il Vangelo e diventiamo schiavi di uno schema¡±. (n. 59)

Otto strade di santità

Al di là di tutte ¡°le teorie su cosa sia la santitࡱ, ci sono le Beatitudini. Francesco le pone al centro del terzo capitolo, affermando che con questo discorso Gesù ¡°ha spiegato con tutta semplicità che cos¡¯è essere santi¡± (n. 63). Il Papa le passa in rassegna una alla volta. Dalla povertà di cuore, che vuol dire anche austerità di vita (n. 70), al ¡°reagire con umile mitezza¡± in un mondo ¡°dove si litiga ovunque (n. 74). Dal ¡°coraggio¡± di lasciarsi ¡°trafiggere¡± dal dolore altrui e averne ¡°compassione¡± ¨C mentre il ¡°mondano ignora e guarda dall¡¯altra parte¡± (nn. 75-76) ¨C al ¡°cercare con fame e sete la giustizia¡±, mentre le ¡°combriccole della corruzione¡± si spartiscono la ¡°torta della vita¡± (nn. 78-79). Dal ¡°guardare e agire con misericordia¡±, che vuol dire aiutare gli altri¡± e ¡°anche perdonare¡± (nn. 81-82), al ¡°mantenere un cuore pulito da tutto ciò che sporca l¡¯amore¡± verso Dio e il prossimo (n. 86). E infine, dal ¡°seminare pace¡± e ¡°amicizia sociale¡± con ¡°serenità, creatività, sensibilità e destrezza¡± ¨C consapevoli della difficoltà di gettare ponti tra persone diverse (nn. 88.-89) ¨C all¡¯accettare anche le persecuzioni, perché oggi la coerenza alle Beatitudini ¡°può essere cosa malvista, sospetta, ridicolizzata¡± e tuttavia non si può aspettare, per vivere il Vangelo, che tutto attorno a noi sia favorevole¡± (n. 91).

La grande regola di comportamento

Una di queste Beatitudini, ¡°Beati i misericordiosi¡±, contiene per Francesco ¡°la grande regola di comportamento¡± dei cristiani, quella descritta da Matteo nel capitolo 25 del ¡°Giudizio finale¡±. Questa pagina, ribadisce, dimostra che ¡°essere santi non significa (¡­) lustrarsi gli occhi in una presunta estasi¡± (n. 96), ma vivere Dio attraverso l¡¯amore agli ultimi. Purtroppo, osserva, ci sono ideologie che ¡°mutilano il Vangelo¡±. Da un parte i cristiani senza rapporto con Dio, ¡°che trasformano il cristianesimo in una sorta di ONG¡± (n. 100). Dall¡¯altra quelli che ¡°diffidano dell¡¯impegno sociale degli altri¡±, come fosse superficiale, secolarizzato, ¡°comunista o populista¡±, o lo ¡°relativizzano¡± in nome di un¡¯etica. Qui il Papa riafferma per ogni categoria umana di deboli o indifesi la ¡°difesa deve essere ferma e appassionata¡± (n. 101). Pure l¡¯accoglienza dei migranti ¨C che alcuni cattolici, osserva, vorrebbero meno importante della bioetica ¨C è un dovere di ogni cristiano, perché in ogni forestiero c¡¯è Cristo, e ¡°non si tratta ¨C afferma reciso ¨C dell¡¯invenzione di un Papa o di un delirio passeggero¡± (n. 103).

Dotazioni di santità

Rimarcato dunque che il ¡°godersi la vita¡±, come invita a fare il ¡°consumismo edonista¡±, è all¡¯opposto dal desiderare di dare gloria a Dio, che chiede di ¡°spendersi¡± nelle opere di misericordia (nn. 107-108), Francesco passa in rassegna nel quarto capitolo le caratteristiche ¡°indispensabili¡± per comprendere lo stile di vita della santità: ¡°sopportazione, pazienza e mitezza¡±, ¡°gioia e senso dell¡¯umorismo¡±, ¡°audacia e fervore¡±, la strada della santità come cammino vissuto ¡°in comunitࡱ e ¡°in preghiera costante¡±, che arriva alla ¡°contemplazione¡±, non intesa come ¡°un¡¯evasione¡± dal mondo (nn. 110-152).

Lotta vigile e intelligente

E poiché, prosegue, la vita cristiana è una lotta ¡°permanente¡± contro la ¡°mentalità mondana¡± che ¡°ci intontisce e ci rende mediocri¡± (n. 159), il Papa conclude nel quinto capitolo invitando al ¡°combattimento¡± contro il ¡°Maligno¡± che, scrive, non è ¡°un mito¡± ma ¡°un essere personale che ci tormenta¡± (nn. 160-161). Le sue insidie, indica, vanno osteggiate con la ¡°vigilanza¡±, utilizzando le ¡°potenti armi¡± della preghiera, dei Sacramenti e con una vita intessuta di opere di carità (n. 162). Importante, continua, è pure il ¡°discernimento¡±, particolarmente in un¡¯epoca ¡°che offre enormi possibilità di azione e distrazione¡± ¨C dai viaggi, al tempo libero, all¡¯uso smodato della tecnologia ¨C ¡°che non lasciano spazi vuoti in cui risuoni la voce di Dio¡± (n. 29). Francesco chiede cure specie per i giovani, spesso ¡°esposti ¨C dice ¨C a uno zapping costante¡± in mondi virtuali lontani dalla realtà (n. 167). ¡°Non si fa discernimento per scoprire cos¡¯altro possiamo ricavare da questa vita, ma per riconoscere come possiamo compiere meglio la missione che ci è stata affidata nel Battesimo¡±. (n.174)

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09 aprile 2018, 12:00