Papa al Regina Caeli: oltraggio a Dio ferire il corpo del prossimo
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“Ogni offesa o ferita o violenza al corpo del nostro prossimo, è un oltraggio a Dio creatore!”. Lo sottolinea con forza Papa Francesco prima della preghiera del , recitata dalla finestra del Palazzo apostolico che dà su piazza san Pietro, commentando il Vangelo di questa terza domenica di Pasqua. Nel quale l’evangelista Luca insiste molto sul realismo della Risurrezione di Cristo , che incontra ancora una volta gli apostoli nel Cenacolo e per far capire loro che non è un fantasma ma un uomo con corpo e anima mangia davanti a loro del pesce.
Il Vangelo dice anche una cosa interessante: era tanta la gioia che avevano dentro che questa gioia non potevano crederla: “No, non può essere! Non può essere così! Tanta gioia non è possibile!”
Il peccato non lo fa il corpo, ma la nostra debolezza morale
L’insistenza di Gesù sulla realtà della sua Risurrezione, spiega ancora il Papa, “illumina la prospettiva cristiana sul corpo” che non è un ostacolo o una prigione dell’anima. Gesù, che è risorto in corpo e anima, “ci fa capire che dobbiamo avere un’idea positiva del nostro corpo”. Che, ricorda Francesco “può diventare occasione o strumento di peccato”: un peccato però non provocato dal corpo, ma “dalla nostra debolezza morale”. Il corpo infatti “ è un dono stupendo di Dio, destinato, in unione con l’anima, ad esprimere in pienezza l’immagine e la somiglianza di Lui”.
Nella carne dei maltrattati c'è il corpo di Cristo
Siamo chiamati ad avere grande rispetto e cura del nostro corpo e di quello degli altri. Ogni offesa o ferita o violenza al corpo del nostro prossimo, è un oltraggio a Dio creatore! Il mio pensiero va, in particolare, ai bambini, alle donne, agli anziani maltrattati nel corpo. Nella carne di queste persone noi troviamo il corpo di Cristo. Cristo ferito, deriso, calunniato, umiliato, flagellato, crocifisso,… Gesù ci ha insegnato l’amore. Un amore che, nella sua Risurrezione, si è dimostrato più potente del peccato e della morte, e vuole riscattare tutti coloro che sperimentano nel proprio corpo le schiavitù dei nostri tempi.
In un mondo prepotente con i deboli, portare la novità del Risorto
In un mondo dove troppe volte prevalgono la prepotenza contro i più deboli e il materialismo che soffoca lo spirito – conclude Papa Francesco – “il Vangelo di oggi ci chiama ad essere persone capaci di guardare in profondità, piene di stupore e di gioia grande per avere incontrato il Signore risorto”. Ci chiama ad essere persone “che sanno raccogliere e valorizzare la novità di vita che Egli semina nella storia, per orientarla verso i cieli nuovi e la terra nuova”.
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