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Un momento della Veglia pasquale presieduta da Papa Francesco Un momento della Veglia pasquale presieduta da Papa Francesco 

Il Papa nella Veglia pasquale: contempla la tomba vuota, non avere paura, segui Gesù

Papa Francesco: celebrare la Pasqua “significa credere nuovamente che Dio irrompe e non cessa di irrompere nelle nostre storie”.

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

E’ la notte del silenzio. L’oscurità, avvolta dal freddo che l’accompagna, riempie “il peso del silenzio davanti alla morte del Signore”. Un silenzio in cui ognuno di noi “può riconoscersi e che cala profondo nelle fenditure del cuore del discepolo che dinanzi alla croce rimane senza parole”. Ma è anche il preludio del più grande annuncio della storia: “Cristo è risorto”. E’ attraverso questo chiaroscuro che si snoda, nella Basilica San Pietro, l’omelia di Papa Francesco per la Veglia pasquale. Tra i momenti centrali della celebrazione, la benedizione del fuoco nell'atrio, la processione con il cero pasquale e la Messa con il battesimo di otto adulti. 

Il discepolo di oggi paralizzato di fronte a tante ingiustizie

“Sono le ore - ricorda il Papa - del discepolo ammutolito di fronte al dolore generato dalla morte di Gesù”. Di fronte alle calunnie e alla falsa testimonianza subite dal loro Maestro, “i discepoli hanno taciuto”. “Lo hanno rinnegato, si sono nascosti, sono fuggiti, sono stati zitti”.

E’ la notte del silenzio del discepolo che si trova intirizzito e paralizzato, senza sapere dove andare di fronte a tante situazioni dolorose che lo opprimono e lo circondano. E’ il discepolo di oggi, ammutolito davanti a una realtà che gli si impone facendogli sentire e, ciò che è peggio, credere che non si può fare nulla per vincere tante ingiustizie che vivono nella loro carne tanti nostri fratelli.

Non farsi schiacciare dalla routine

E’ un disorientamento, quello che si sperimenta anche oggi, alimentato dalle abitudini, da presunte convenienze:

E’ il discepolo frastornato perché immerso in una routine  schiacciante che lo priva della memoria, fa tacere la speranza e lo abitua al ‘si è fatto sempre così'. E’ il discepolo ammutolito e  ottenebrato che finisce per abituarsi e considerare normale l’espressione di Caifa: “Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!”

Siamo chiamati a contemplare la tomba vuota

Ma “in mezzo ai nostri silenzi” – sottolinea il Papa – “le pietre cominciano a gridare”: “la pietra del sepolcro gridò e col suo grido annunciò a tutti una nuova via”. Siamo allora chiamati – spiega Francesco – “a contemplare la tomba vuota e ad ascoltare le parole dell’angelo: Non abbiate paura […] E’ risorto”.

Parole che vogliono raggiungere le nostre convinzioni e certezze più profonde, i nostri modi di giudicare e di affrontare gli avvenimenti quotidiani; specialmente il nostro modo di relazionarci con gli altri. La tomba vuota vuole sfidare, smuovere, interrogare, ma soprattutto vuole incoraggiarci a credere e ad aver fiducia che Dio “avviene” in qualsiasi situazione, in qualsiasi persona, e che la sua luce può arrivare negli angoli più imprevedibili e più chiusi dell’esistenza.

L'annuncio" Cristo è risorto" sostiene la nostra speranza

Gesù è risorto dalla morte “per renderci partecipi della sua opera di salvezza”:

Questo è il fondamento e la forza che abbiamo come cristiani per spendere la nostra vita e la nostra energia, intelligenza, affetti e volontà nel ricercare e specialmente nel generare cammini di dignità. Non è qui… E’ risorto! E’ l’annuncio che sostiene la nostra speranza e la trasforma in gesti concreti di carità.

La nostra fede sia rinnovata

Quanto abbiamo bisogno – sottolinea Papa Francesco - di lasciare che la nostra fragilità sia unta da questa esperienza:

Quanto abbiamo bisogno che la nostra fede sia rinnovata, che i nostri miopi orizzonti siano messi in discussione e rinnovati da questo annuncio! Egli è risorto e con Lui risorge la nostra speranza creativa per affrontare i problemi attuali, perché sappiamo che non siamo soli.

Gesù ti aspetta, non avere paura

Celebrare la Pasqua – afferma il Papa – “significa credere nuovamente che Dio irrompe e non cessa di irrompere nelle nostre storie”. Vogliamo partecipare a questo annuncio di vita – chiede infine il Pontefice - o resteremo muti davanti agli avvenimenti?

Fratelli e sorelle, non è qui, è risorto! E ti aspetta in Galilea, ti invita a tornare al tempo e al luogo del primo amore, per dirti: “Non avere paura, seguimi”.

Ascolta il servizio con la voce del Papa

“[E’ risorto dalla morte, è risorto dal luogo da cui nessuno aspettava nulla e ci aspetta – come aspettava le donne – per renderci partecipi della sua opera di salvezza (Papa Francesco)]”

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Veglia pasquale presieduta dal Papa
31 marzo 2018, 21:41