Mons. Viganò nel carcere di Rebibbia: "Siate testimoni di Cristo per i vostri compagni"
Davide Dionisi - Città del Vaticano
Siate testimoni di Cristo per i vostri compagni, ascoltandoli, offrendo la vostra collaborazione, andando incontro a chi soffre maggiormente la condizione di recluso, amate le vostre famiglie, i vostri figli. Anche se con le lacrime agli occhi e con il cuore gonfio di dolore pregate per loro, ringraziate per la loro vicinanza che vi permette di superare l’angoscia della solitudine e dell’abbandono. E’ l’invito del Prefetto della Segreteria per la Comunicazione, Mons. Dario Edoardo Viganò, rivolto agli ospiti della Casa di Reclusione di Rebibbia questa mattina, durante la messa celebrata nella cappella dell’Istituto romano. L’evento è stato organizzato dal cappellano, Don Nicola Cavallaro, ed ha visto la partecipazione della Direttrice del Dipartimento Teologico Pastorale della Segreteria per la Comunicazione, ٲš&Բ;Govekar, e della Biblista della Gregoriana, volontaria a Rebibbia, prof.ssa Rosalba Manes
I messaggi di Papa Francesco
Durante l’omelia il Prefetto ha ricordato il costante pensiero del Pontefice, così come i ripetuti messaggi di vicinanza rivolti ai detenuti. Non ultimo quello di inizio Quaresima: “Domenica scorsa Papa Francesco alla preghiera dell’Angelus ha avuto un pensiero speciale per tutti voi e vi ha rivolto il suo saluto di Padre con queste parole: Cari fratelli e sorelle che siete in carcere, incoraggio ciascuno di voi a vivere il periodo quaresimale come occasione di riconciliazione e di rinnovamento della propria vita sotto lo sguardo misericordioso del Signore. Lui non si stanca mai di perdonare.
Correggere gli accordi dissonanti
Nel presentare la comunità di Rebibbia, il cappellano, Don Nicola Cavallaro, ha auspicato che "Questa Quaresima vorremmo viverla nella speranza di poter correggere gli accordi dissonanti della nostra vita, accogliendo la novità che la parola di DIo ci offre attarverso coloro che sempre dovrebbero farsi portavoce degli ultimi e dai quali ci si aspetta quell'atteggiamento evangelico Ero in carcere e siete venuti a trovarmi.
Aiutateci ad aiutarvi
Anche il Direttore della Casa di Reclusione di Rebibbia, Stefano Ricca, ha voluto ringraziare personalmente il Prefetto della Segreteria per la Comunicazione perché "Il carcere, purtroppo, tende a massificare questo senso di appiattimento dell’individualità mentre invece, proprio l’espressione del pensiero del singolo crea un’opportunità per cui il soggetto viene considerato come tale". Agli ospiti, il direttore ha lanciato un appello: "Aiutateci ad aiutarvi".
I protagonisti de Il Vangelo Dentro
Nella Cappella di Santa Maria del Cammino oggi c’erano tutti i protagonisti de Il Vangelo Dentro, l’iniziativa editoriale promossa dalla Segreteria per la Comunicazione in onda tutti i giorni su Radio Vaticana Italia. Dopo il consenso ottenuto in seguito all’esperienza maturata al loro fianco in occasione dell’Avvento, l’emittente pontificia sta riproponendo lo stesso format con le parole della Quaresima lette e commentate dagli ospiti del carcere romano. Rivolgendosi a Mons. Viganò hanno detto: “Attraverso questo progetto, Papa Francesco ci ha inviato i suoi messaggeri, nostri fratelli, che ci prendono simbolicamente per mano, quella mano tanto desiderata, e ci guidano attraverso la lettura del Vangelo verso la conoscenza”. Potenza del messaggio radiofonico che rovescia l’aridità della condizione detenuta nell’attiva soggettività sociale e crea le possibilità di operare anche da reclusi attraverso condizioni di cooperazione con la comunità libera.
La maglia dell’Inter
Come in ogni ambito della società dove si sperimenta l’emarginazione e le ferite dell’umanità, dove si sperimenta la sofferenza, lo sport diventa un seme di positività, di bene, di carità che lenisce le ferite e che contribuisce a ridare speranza. Al termine della cerimonia, Mons. Viganò, ha consegnato la maglia autografata, con dedica personale, del centravanti dell’Inter Mauro Icardi ad un tifoso speciale, Cristian. E’ stato lo stesso campione nerazzurro a far pervenire, attraverso la Società calcistica, il dono al ragazzo che in più occasioni aveva manifestato la sua passione per il team milanese.
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