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Papa Francesco pronuncia il suo discorso al Palazzo presidenziale Papa Francesco pronuncia il suo discorso al Palazzo presidenziale 

Il Papa alle autorità: la democrazia cilena sia davvero un luogo d'incontro per tutti

Un Paese che è cresciuto molto, ma che non deve dimenticare chi ancora soffre situazioni di ingiustizia. E' il richiamo del Papa alle autorità cilene a cui si rivolge nel primo discorso del suo viaggio in Cile. Al popolo e al governo Francesco chiede la capacità di ascoltare le varie componenti della società. E chiede perdono per le colpe di alcuni ministri della Chiesa.

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Dopo l’accoglienza ieri all’aeroporto di Santiago del Cile da parte della Presidente della Repubblica, signora Michelle Bachelet Jeria, e di altri esponenti delle istituzioni politiche, insieme all’arcivescovo di Santiago, card. Ricardo Ezzati, oggi il primo discorso del Papa al Palazzo della Moneda, residenza ufficiale del presidente del Paese. Ad ascoltarlo i membri del governo, il Corpo Diplomatico, i rappresentanti della società e della cultura. ()

Il Cile: un paese bellissimo con una grande polifonia culturale

Il Papa si dice grato al Cile per il contributo ricevuto da questa terra nella sua formazione personale in gioventù e del Paese sottolinea subito la “diversità e ricchezza geografica” che “permette di cogliere la ricchezza della polifonia culturale che vi caratterizza”. Riconosce il grande sviluppo della democrazia nel Paese e il suo progresso a  200 anni dalla dichiarazione di indipendenza. Ricorda che questo ha segnato “il vostro destino come popolo, fondato sulla libertà e sul diritto”, e che nel tempo i cileni hanno “saputo consolidare e irrobustire il sogno dei padri fondatori”. Un impegno che va sempre perseguito.

“Ogni generazione, afferma il Papa, deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno”. Non è possibile accontentarsi, prosegue, e “disconoscere che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti”. Francesco indica dunque la sfida per la quale continuare a lavorare e cioè che la democrazia in Cile “sia veramente un luogo d’incontro per tutti”.

Che sia un luogo nel quale tutti, senza eccezioni, si sentano chiamati a costruire casa, famiglia e nazione. Un luogo, una casa, una famiglia, chiamata Cile: generoso, accogliente, che ama la sua storia, che lavora per il presente della sua convivenza e guarda con speranza al futuro.

Il futuro si gioca, in gran parte, nella capacità di ascolto

Questo può avvenire, fa notare il Papa, se c’è da parte delle autorità e del popolo capacità di ascolto, in particolare qui dove esiste una grande “pluralità etnica, culturale e storica” che va custodita.

È indispensabile ascoltare: ascoltare i disoccupati, che non possono sostenere il presente e ancor meno il futuro delle loro famiglie; ascoltare i popoli autoctoni, spesso dimenticati, i cui diritti devono ricevere attenzione e la cui cultura protetta, perché non si perda una parte dell’identità e della ricchezza di questa Nazione. Ascoltare i migranti, che bussano alle porte di questo Paese in cerca di una vita migliore.

Il dolore per le colpe di alcuni ministri della Chiesa

E' indispensabile ascoltare i giovani, gli anziani, i bambini, dice ancora il Papa e si ferma un momento per poi proseguire: 

E qui non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa. Desidero unirmi ai miei fratelli nell’episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta.

Un’attenzione particolare poi, continua il Papa, va data alla crescita di “una cultura che sappia prendersi cura della terra” per resistere al predominio del potere economico nei confronti degli ecosistemi naturali.  “L’anima del carattere cileno è vocazione ad essere, conclude Francesco, una “vocazione che richiede un’opzione radicale per la vita, specialmente in tutte le forme nelle quali essa si vede minacciata”.

Al discorso è seguito l'incontro privato con la Presidente 

All’intervento del Papa è seguita la visita di cortesia alla Presidente e lo scambio dei doni. Al termine il trasferimento in automobile al Parco O’Higgins, a 22 chilometri di distanza, dove i fedeli attendevano Francesco per la sua prima messa in terra cilena.

Ascolta il servizio con la voce del Papa

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16 gennaio 2018, 13:02