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Giornata mondiale dei malati di lebbra Giornata mondiale dei malati di lebbra  

Giornata mondiale dei malati di lebbra: lanciata la campagna #Mai Più

Nel mondo ogni due minuti una persona viene colpita dalla lebbra nonostante sia possibile curarla. La celebrazione della Giornata è per ricordare l’approvazione dell’ Onu, nel 2010, dei “Principi e linee guida per l’eliminazione della discriminazione contro i malati di lebbra e i loro famigliari”

Benedetta Capelli- Città del Vaticano

“Mai più” è la campagna lanciata in occasione dell’odierna Giornata mondiale dei Malati di Lebbra. Un’iniziativa voluta da Raoul Follereau, a partire dal 1954, per non essere indifferenti alla malattia che ancora oggi colpisce una persona ogni due minuti. India e Brasile sono i due Paesi più interessati all’epidemia ma anche l’Africa non è immune al morbo di Hansen. Negli ultimi anni – sottolinea l’Aifo, Amici di Raoul Follerau – è diminuito l’impegno nella lotta alla malattia con l’inevitabile aumento delle diagnosi tardive soprattutto tra i bambini. Testimonial della Giornata 2018 è Ilaria di Nunzio, capoprogetto Aifo in Guinea Bissau, impegnata nell'ambito di “No Kuida di nô Mindjeres: promozione dell’autonomia delle donne verso una società inclusiva in Guinea Bissau”. Luciano Ardesi, direttore del mensile “Amici di Raul Follerau”:

In Guinea Bissau Aifo è presente fin dall’indipendenza e promuove diversi progetti. Una parte di questi è proprio volta a monitorare la lebbra come malattia endemica a livello nazionale insieme a un’altra malattia come la tubercolosi. Quindi si stanno conducendo delle campagne di prevenzione per queste due malattie. Quest’anno è stato inaugurato un nuovo progetto che mira in modo particolare a tenere sotto controllo le zone periferiche, di confine della Guinea Bissau perché con gli spostamenti di popolazione dai Paesi vicini abbiamo visto che la lebbra, la tubercolosi e altre malattie tropicali possono contagiare anche la popolazione della Guinea Bissau. Poi, l’altro grande progetto riguarda in modo particolare la riproduzione, quindi la salute delle donne e dei bambini.

L’impegno di Aifo è anche sul fronte della cultura per combattere i pregiudizi e l’indifferenza contro i malati che vengono così private della loro dignità. Raoul Follerau oltre a combattere la malattia si impegnò perché venissero sradicate le cause dell’ingiustizia, delle diseguaglianze, della povertà. Una sollecitudine che oggi richiama il magistero di Papa Francesco:

Entrambi si battono e si sono battuti affinché le persone emarginate per le malattie, per la povertà, a causa dei pregiudizi di qualsiasi natura, venissero superati. La grande rivoluzione di Follereau fu non solo promuovere la cura della lebbra come malattia - obiettivo largamente raggiunto oggi dalla medicina moderna - ma far sì che queste presone venissero viste in maniera diversa. La lebbra non è contagiosa se non in alcune particolari condizioni e lui, non solo metaforicamente, abbracciò i malati di lebbra per dimostrare che erano persone come gli altri. Questo è il grande messaggio che Follereau ha trasmesso alle generazioni future e questo è anche il grande messaggio che Papa Francesco non smette di seminare ovunque nel mondo, ovunque vada, come è stato anche nel recente viaggio anche in America Latina.

Nel 2016 l’associazione è riuscita ad aiutare oltre 250 mila persone affette dalla lebbra, offrendo cure e riabilitazione socioeconomica. Alla Giornata partecipano l’Associazione Italiana Allenatori di Calcio e la Lega calcio Serie A-Tim.

Ascolta e scarica l'intervista con Luciano Ardesi

 

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28 gennaio 2018, 09:00