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Papa Francesco durante la visita alla sede romana di Scholas Occirrentes romana Papa Francesco durante la visita alla sede romana di Scholas Occirrentes romana 

Scholas Occurentes: i giovani raccontano la gioia portata dal Papa

Una festa piena di allegria e carica di speranza. I ragazzi della sede romana di Scholas Occurrentes raccontano così l'incontro avuto ieri col Papa

di Marina Tomarro

Una festa piena di allegria e carica di speranza: questa l'atmosfera creata dai ragazzi ieri pomeriggio, nella sede romana della Fondazione Scholas Occurrentes in Piazza San Calisto, all'arrivo di  giunto nella struttura per la prima volta dopodello scorso giugno.

Tanti i Paesi di provenienza di questi giovani giunti nella capitale per questo evento, in particolare dalla Palestina, da Israele, dalla Spagna, dal Paraguay, dall’Argentina e naturalmente anche una rappresentanza romana. Un'occasione speciale a cui hanno voluto partecipare attraverso un collegamento video anche studenti che attualmente vivono situazioni difficili in Messico, Portorico e Texas.

“E’ stato un momento di gioia indescrivibile", spiega Maria Paz Curado coordinatrice del programma Scholas Cittadinanza,"il Papa ha pregato insieme ai ragazzi soprattutto quelli provenienti da paesi colpiti da catastrofi naturali e ha fatto una riflessione sul perché accadono queste cose, spiegandoci l’importanza della cura della nostra Casa Comune”.

E le parole del Pontefice diventano una guida da seguire: “Lui –continua Maria Paz&苍产蝉辫;–&苍产蝉辫;ci ha raccomandato di prenderci cura del prossimo con il cuore, perché così nessuna azione può essere cattiva” .

E i giovani sia presenti sia in collegamento, hanno raccontato al Papa anche le problematiche e i disagi delle loro comunità d’origine. In particolare un piccolo gruppo proveniente da un paese di montagna in Argentina, ha spiegato a Francesco come hanno affrontato il dramma dei suicidi giovanili, molto presenti nel loro territorio. "La chiave", hanno detto, "è l'educazione, condotta insieme alla comunità, alla bellezza della vita e alla speranza attraverso l’arte. Così si riesce in alcuni casi anche a vincere la depressione giovanile".

“Questi ragazzi – dice ancora Maria Paz – hanno dipinto il ponte che spesso veniva usato dai giovani per suicidarsi rendendolo oggi un’opera d’arte bellissima che richiama alla vita e non alla morte”, e al Papa è stato donato uno dei pennelli utilizzati per dipingerlo.

All’incontro era presente anche una rappresentanza di studenti israeliani e palestinesi, che hanno presentato al Pontefice il loro progetto di creare un bus che possa circolare liberamente in tutte le zone del paese per portare ai ragazzi dei campi profughi, libri, o fare loro lezioni di arte, musica e cultura , in modo da dare loro una speranza per il futuro.

Per l’occasione erano in collegamento video anche tre nuove Scuole che sono nate in Messico, in Paraguay- dove già 3000 ragazzi frequentano abitualmente una delle sezioni della Scholas- e in Argentina dove è sorto invece un istituto di cultura in un quartiere periferico di  Buenos Aires rivolto in particolare ai bambini e ragazzi delle favelas. 

Ascolta l'intervista a Maria Paz

 

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27 ottobre 2017, 15:28