Papa: chiedere la grazia della vergogna e non giudicare gli altri
Debora Donnini-Città del Vaticano
Non giudicate e non sarete giudicati. Nellâomelia della Messa a Casa Santa Marta Papa Francesco ripete con forza questo invito di Gesù nel Vangelo odierno (Lc 6,36-38) in un momento come quello della Quaresima in cui la Chiesa invita a rinnovarsi. Nessuno, infatti, potrà sfuggire al giudizio di Dio, quello personale e quello universale: tutti saremo giudicati. In questâottica, la Chiesa fa riflettere proprio sullâatteggiamento che abbiamo con il prossimo e con Dio.
Spesso giudichiamo gli altri
Verso il prossimo ci invita a non giudicare, di più, a perdonare. Ognuno di noi può pensare : "Ma, io mai giudico, io non faccio il giudiceâ, nota Francesco che invita, invece, a esaminare i nostri atteggiamenti. âQuante volte - sottolinea - lâargomento delle nostre conversazioni è giudicare gli altri!â dicendo âquesto non vaâ. âMa chi ti ha fatto giudice, a te?â, ammonisce il Papa. âGiudicare gli altri è una cosa brutta, perché lâunico giudice è il Signoreâ che conosce questa tendenza dellâuomo al giudizio.
Nelle riunioni che noi abbiamo, un pranzo, qualsiasi cosa sia, pensiamo della durata di due ore: di quelle due ore, quanti minuti sono stati spesi per giudicare gli altri? Questo è il ânoâ. E qual è il âsìâ? Siate misericordiosi. Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso. Di più: siate generosi. Date e vi sarà dato. Cosa mi sarà dato? Una misura buona, pigiata, colma e traboccante. Lâabbondanza della generosità del Signore, quando noi saremo pieni dellâabbondanza della nostra misericordia nel non giudicare.
Lâinvito è, quindi, a essere misericordiosi con gli altri perché nello stesso modo il Signore sarà misericordioso con noi.
Con Dio essere umili. riconoscersi peccatori
La seconda parte del messaggio della Chiesa, oggi, è lâinvito ad avere un atteggiamento di umiltà con Dio, che consiste nel riconoscersi peccatori.
E noi sappiamo che la giustizia di Dio è misericordia. Ma bisogna dirlo: âA Te conviene la giustizia; a noi, la vergognaâ. E quando si incontrano la giustizia di Dio con la nostra vergogna, lì câè il perdono. Io credo che ho peccato contro il Signore? Io credo che il Signore è giusto? Io credo che sia misericordioso? Io mi vergogno davanti a Dio, di essere peccatore? Così semplice: a Te la giustizia, a me la vergogna. E chiedere la grazia della vergogna.
La grazia della vergogna
Francesco ricorda, infine, che nella sua lingua materna alla gente che fa del male, le si dice âsvergognatoâ, e ribadisce lâinvito a chiedere la grazia âche mai ci manchi la vergogna davanti a Dioâ.
Eâ una grande grazia, la vergogna. Così ricordiamo: lâatteggiamento verso il prossimo, ricordare che con la misura con cui io giudico, sarò giudicato; non devo giudicare. E se dico qualcosa sullâaltro, che sia generosamente, con tanta misericordia. Lâatteggiamento davanti a Dio, questo dialogo essenziale: âA Te la giustizia, a me la vergognaâ.
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