Siria, approvata la nuova Costituzione transitoria
Valerio Palombaro - Città del Vaticano
Una “nuova era per la Siria” nella quale “si sostituisce l’oppressione con la giustizia”. Il presidente ad interim siriano, Ahmed Al-Sharaa, ha salutato così ieri l’entrata in vigore della nuova Costituzione temporanea. Un documento, redatto dal comitato di esperti da lui nominato, che prevede il prolungamento dell’attuale fase di transizione per 5 anni.
Una transizione complessa
Già il dato sul prolungamento del periodo di transizione per 5 anni riflette quelle che sono le enormi difficoltà nel percorso della “nuova Siria”. Un Paese ancora sofferente, dopo 14 anni di guerra civile, che prova a rialzarsi ma è ancora scosso dagli strascichi del conflitto e dalle violenze esplose lo scorso 6 marzo nelle aree costiere dell’ovest, vicino Latakia, a danno della minoranza alawita ma anche cristiana. "Sono stati episodi che hanno scioccato trasversalmente gran parte della popolazione", conferma Davide Chiarot, operatore di Caritas italiana da 2 anni ad Aleppo. "La situazione umanitaria è fuori controllo, ma la resilienza del popolo siriano ci spinge ad andare avanti", aggiunte l'operatore in un'intervista pubblicata sul sito di Caritas italiana, mentre domani ricorrono i 14 anni dall'inizio della guerra civile con il suo lascito di distruzione: 600.000 morti, famiglie sfollate e affamate, bambini orfani, anziani senza assistenza.
La nuova Costituzione
Il nuovo testo costituzionale si compone di 43 articoli. Prevista la separazione dei poteri e un riconoscimento dei diritti delle donne. Al primo articolo viene stabilito che la Siria è uno “Stato indipendente, sovrano e un’entità geopolitica indivisibile”. L’articolo 2 conferma l’obbligo che il capo dello Stato sia di religione musulmana e che “la giurisprudenza islamica costituisce la principale fonte di legislazione”, riconoscendo al contempo la tutela della libertà religiosa "nel rispetto dell’ordine pubblico". L’articolo 6 interviene sulla composita società siriana, stabilendo che “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge nei diritti e nei doveri, senza discriminazioni basate su razza, religione, genere o discendenza”.
La reazione dell’Onu
Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha ribadito la volontà di “sostenere una transizione politica inclusiva che garantisca responsabilità, favorisca la guarigione nazionale e ponga le basi per la ripresa a lungo termine della Siria e la sua reintegrazione nella comunità internazionale”. “Siamo al fianco del popolo siriano verso la promessa di una Siria migliore, per tutti i siriani”, ha aggiunto Guterres auspicando che “la Siria emerga dalle ombre della guerra verso un futuro definito dalla dignità e dallo stato di diritto, dove tutte le voci siano ascoltate e nessuna comunità venga lasciata indietro".
Le critiche dei curdi
Reazioni critiche sono arrivate invece dall’amministrazione guidata dai curdi nel nord-est della Siria, che nei giorni scorsi ha firmato una storica intesa per l’integrazione nelle istituzioni centrali dello Stato. I curdo-siriani osservano ora come la nuova Carta costituzionale non rifletta le diversità del Paese: la dichiarazione – si legge in una nota - “contraddice la realtà della Siria e la sua diversità”, in quanto "manca dello spirito del popolo siriano e delle sue varie componenti, dai curdi agli arabi, così come siriaci, gli assiri e le altre componenti nazionali siriane”.
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