Accanto alle fragilit¨¤, la Walter Vinci onlus e la scommessa sul sodalizio giovani-anziani
Antonella Palermo-Città del Vaticano
Promuovere l'intergenerazionalità è uno dei 'cavalli di battaglia' di Papa Francesco che a più riprese esorta a tenere sempre saldato il binomio giovani-anziani. In questa speciale alleanza - che peraltro proprio ieri è stata incoraggiata nell'ambito del Summit in Vaticano sui diritti dei bambini - si trova egregiamente da 17 anni a Milano l'associazione Walter Vinci Onlus, che mette al centro la persona fragile nella sua unicità rileggendone la relazione di cura fuori dagli schemi e dalle etichette legate alle patologie e potenziando le sue risorse residue e il suo diritto ad una vita migliore e dignitosa.
SonoraMente : la musica tiene insieme giovani e anziani
Sono persone, quelle a cui i progetti dell'associazione sono destinati, che la speranza non l'hanno persa, per citare il tema appena scelto per la prossima Giornata Mondiale dedicata agli anziani che sarà celebrata il 27 luglio. Ai soggetti con Alzheimer e decadimento cognitivo si concentrano maggiormente le energie di questa realtà, anche se dal 2019 l'attività si è aperta a un intervento con giovani adulti portatori di un disturbo del neurosviluppo e di disabilità cognitiva. Ciò che colpisce è il dato relativo all'età degli operatori coinvolti: il 40% ha meno di 35 anni: significa che lo scambio attraverso le generazioni in modo fruttuoso, non unidirezionale e creativo. Perché l'intergenerazionalità, si legge nella presentazione che fa di sé l'associazione, "è la chiave di accesso a nuove forme di cittadinanza attiva e consapevole". È la musica il collante che qui tiene incrociate le vite: accade durante gli incontri di giardinaggio terapeutico presso una cascina milanese ( Coro in Campo ) dove anziani fragili abitano uno spazio quotidianamente frequentato da bambini, giovani e famiglie; accade con la danzamovimentoterapia per anziani fragili e loro caregiver, laboratorio in collaborazione con l'Università Cattolica; accade con il progetto UnìSono , che si occupa di realizzare eventi di clubbing inclusivo. Ma accade soprattutto con SonoraMente , musicoterapia e canto corale per soggetti con varie forme di demenze e loro caregiver.
La vecchiaia, tempo di crescita interiore
Ad oggi Sonoramente ha fatto cantare più di 300 ricordi fragili con relativi caregiver e non ha mai smesso nemmeno durante la pandemia, mantenendo il contatto sebbene a distanza. Il progetto, che con le altre attività della onlus partecipa al più ampio piano TAG (Tutta un'Altra Giustizia) per contribuire alla diffusione della cosiddetta Giustizia di Comunità, è stato inserito come esempio di buone prassi nella prima mappatura di progetti culturali italiani dedicati tutti all'invecchiamento creativo. Perché, di fatto, l'invecchiamento della popolazione italiana e della civiltà occidentale è una tendenza ormai conclamata e che desta più una preoccupazione se si devono i bassi livelli di qualità dei servizi generalmente garantiti dalle amministrazioni. Da più parti si avverte l'urgenza che la vecchiaia non è solo età biologica, ma anche età spirituale, tempo di crescita interiore, e in questo senso va rivalutata e persino ripensata. Ne è convinto, tra gli altri, monsignor Vincenzo Paglia, presidente dell'Accademia per la Vita, che sta organizzando per il 24 marzo il primo che ospiterà due Premi Nobel, scienziati ed esperti internazionali a confronto sulle questioni fondamentali ed emergenti relative proprio alla longevità.
Un circuito di bene
Con occhi e orecchie durante una delle prove di coro, che si svolgono a cadenza settimanale per due ore, si viene investiti da un circuito di bene. Alice ha una voce straordinaria e forma gli anziani in circolo con empatia e simpatia: "In questi anni ho fatto la musica più bella che potevo fare perché ogni giorno sono loro che insegnano qualcosa a me", racconta. Valentino qui ci è arrivato attraverso il movimento Scout: "Mi dà una prospettiva opposta alla mia - osserva - e mi porta a una comprensione dei miei parenti che affrontano situazioni simili". Giovanni sta sfruttando questa esperienza anche per la sua tesi di laurea: "Magari in futuro potrà essere uno sbocco professionale". Qui non ci si annoia mai, dicono i ragazzi, catapultati in revival che strappano sorrisi e tanta tenerezza. Tra i vecchi, c'è chi ha ancora forze da mettere in campo, chi è più stanco e assente, chi batte sul tamburello con più vigore, chi lo usa solo come aggioggio. Si incrociano mani, ci si abbraccia, si cerca il cappotto che si crede dimenticato e invece è lì, pronto ad essere indossato per rientrare a casa, si fa merenda con un ottimo tiramisù, si scherza con chi ha ancora dalla sua l'arma invincibile dell'ironia.
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