"InClasse": combattere la povertà educativa creando cittadini consapevoli
Michele Raviart - Città del Vaticano
I giovani sono stanchi di ricevere solo “cattive notizie” dai media e cercano sempre di più storie di chi si impegna per il bene e il progresso delle persone nel mondo. Anche per questo, come ha ricordato Papa Francesco nell’incontro per il Giubileo della Comunicazione, giornalisti e comunicatori dovrebbero essere “narratori del bene” e ricercatori di quelle scintille positive che si trovano anche negli ambienti più bui e difficili, come le guerre o i contesti di violenza. A ribadirlo è Alessandro Gisotti, vicedirettore dei media vaticani, intervenuto a Roma all’evento “InClasse: radici per il futuro - Imparare, comprendere, partecipare, per crescere cittadini consapevoli”, promosso dalla Fondazione articolo 49. Gisotti ha anche sottolineato come “raccontare buone notizie non è buonismo, ma buon giornalismo” e che una comunicazione di speranza aiuta anche a rafforzare il senso di comunità soprattutto tra le nuove generazioni.
Combattere l'abbandono scolastico
Focus del dibattito, a cui hanno partecipato esponenti delle giunte regionali di Puglia, Veneto e Basilicata e alcuni europarlamentari italiani, è stata la povertà educativa e alcuni progetti volti proprio a combattere l’abbandono scolastico in Italia e creare cittadini consapevoli. Secondo uno studio della Fondazione, infatti, sebbene l’Unione Europea abbia come obiettivo la riduzione al 9% del tasso di abbandono scolastico entro la scuola secondaria entro il 2030, l’Italia è oggi uno dei 10 Paesi che non rispetta questo limite, ed è quinto in negativo nell’Unione europea con un tasso del 10,5%, dietro a Romania, Spagna, Germania e Ungheria. In questo senso, quindi, è necessaria una sinergia tra insegnanti, istituzioni e comunicatori. “La situazione è una situazione difficile e delicata”, spiega Vittorio Oreggia, direttore dell’agenzia Gea, una delle realtà che hanno collaborato insieme alla Fondazione articolo 49 alle iniziative presentate al convegno. “Ci sono delle aree del Paese che sono più depresse rispetto ad altre”, ha aggiunto, sottolineando l’impegno in “progetti educativi che coinvolgano non solo i ragazzi – e sono tanti -, ma coinvolgano soprattutto le istituzioni e le aziende”.
Tutela dell'ambiente e sostenibilità per i cittadini del futuro
Un maggiore raccordo tra le esigenze formative e le richieste delle aziende è uno dei fili conduttori dei progetti presentati al convegno, come “Next Step”, rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie, che si propone di creare un percorso alla scoperta della propria identita?, delle proprie passioni e talenti, in vista della scelta degli studi futuri. Gli altri sono “Mi piace un mondo”, dedicato alle scuole primarie, sull’’importanza di una sana alimentazione e di corretti stili di vita, perseguendo l’idea di benessere circolare suggerita dagli obiettivi dell’Agenda ONU 2030; “Viva la Costituzione, la Costituzione è viva”, che propone un’introduzione alla Costituzione già nei primi anni di scolarizzazione e “Gea Edu – Idee per il futuro – Meet Europe”, realizzato in collaborazione con l’agenzia di stampa Gea, si parlerà alle nuove generazioni attraverso un progetto educativo nazionale che porta nelle scuole la cultura della sostenibilità, formando cittadini nativi “green”. Su questo punto, ha sottolineato Enrico Giovannini, direttore scientifico di Asvis, è da rimarcare in maniera positiva la riforma costituzionale del 2022, con l’introduzione del principio di tutela ambientale e di sostenibiltà tra i compiti della Repubblica. “Sono i principi della Laudato Si’”, ha affermato Giovannini, ribadendo come questi corsi cerchino “di mostrare le connessioni tra i diversi elementi”. “È qui”, conclude, “che la scuola deve riuscire a fare un salto di qualità”.
Capitanio, commissario Agcom: comunità e regole precise per limitare i pericoli del web
L’ultimo progetto previsto è “Online, Onlife”, sul conseguimento di un Patentino Digitale per i ragazzi al fine di promuovere un percorso di alfabetizzazione digitale ed evitare i rischi più diffusi del web, promosso dai Co.re.com insieme a Fondazione Art. 49, con il sostegno dell’Agcom. “Noi dobbiamo agire fondamentalmente in due direttive”, ha spiegato Massimiliano Capitanio, commissario Agcom: “Da una parte l’educazione e la consapevolezza sono pilastri fondamentali. Se i giovani, le loro famiglie, la comunità educante che coinvolge le scuole e anche le associazioni sportive e di volontariato non lavorano tutte nella stessa direzione per capire che la rete e internet sono delle opportunità, ma contengono anche dei rischi allora il lavoro è completamente inutile”. “Dall’altra parte”, ha aggiunto, “per contrastare le azione che a volte sono algoritmicamente e matematicamente studiate bisogna comunque porre delle regole precise nella rimozione di contenuti che possono essere dannosi soprattutto quelli che vanno a minare lo sviluppo psicofisico dei ragazzi. Quindi ci sono delle azioni che Agcom già fa da anni per rimuovere le cosiddette ‘challengers’ – sfide estreme rilanciate sui social - pericolose piuttosto che per contrastare contenuti che possono diffondere l’incitamento all’odio e alla violenza, ma il lavoro è costante”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui