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Pio II, il Papa dal fiore in bocca e il suo pittore, Aleardo Paolucci

Dopo Pienza e Siena, giunge a Roma, a Palazzo Merulana, una mostra che espone un particolare nucleo di opere dell’artista pientino, dedicate alla grande figura di Papa Enea Silvio Piccolomini. La sede museale si trova esattamente al centro della via che collega le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano, offrendo ai pellegrini l'occasione di scoprire due figli della Val d'Orcia, luogo di grande spiritualità dove vivi sono i legami interiori

Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano

“Palazzo Merulana si trova incastonato tra le due porte sante appena aperte delle basiliche di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni al Laterano”, nota la direttrice Paola Centanni. Una circostanza ineludibile: l’edificio bianco, frutto di una grande lavoro di rigenerazione urbana, si trova proprio al centro di una strada che fin dal primo giubileo del 1300 era incessantemente percorsa dai pellegrini, all’incrocio con l’antichissima basilica dei Santi Marcellino e Pietro. “Aleardo Paolucci 1927- 2013. Tra Pienza, Siena e Roma sulle tracce di Pio II” è una mostra itinerante che si conclude a Roma, proprio nell'anno del Giubileo. “Abbiamo il piacere, la necessità, anche un po’ l'urgenza di proporre un percorso che in qualche maniera sia attrattivo per i pellegrini, dato l'argomento cardine di quest'anno", spiega ancora la direttrice, “e il soggetto, la vita di Enea Silvio Piccolomini, Papa Pio II, è sembrato veramente eccezionale”.

Ascolta l'intervista a Paola Centanni, direttrice di Palazzo Merulana

Un triennio fecondo

Il progetto nasce nel 2023, per celebrare il decennale della scomparsa di Aleardo Paolucci. Attraverso tre anni, dopo Siena, presso il complesso di Santa Maria della Scala, e Pienza, presso il Conservatorio San Carlo Borromeo, la mostra approda a Roma dove sarà visitabile fino al prossimo 2 marzo.

Ascolta l'intervista a Stefano Sbarluzzi, direttore generale di Enki Produzioni

Il direttore generale di Enki produzioni, Stefano Sbarluzzi, svela l’intenzione di prolungare il progetto “Paesaggi dell'anima. Paolucci il pittore” fino al 2027, anno in cui cadrà il centenario dalla nascita dell’artista e spiega che “Il progetto nasce per valorizzare, oltre che la nostra terra e questo artista, la figura di Papa Pio II, verso cui il pittore ha nutrito molta ammirazione e per il quale ha realizzato questa collezione che narra tutta la storia e la vita del Papa nella sua Pienza, nella sua terra natia. Un grande desiderio è anche quello di portare in Europa la mostra, dalla Francia alla Germania, cioè in tutti quei luoghi in cui fu Pio II, quando visse alla corte di alcuni imperatori".

Ascolta l'intervista a Laura Bonelli, storica dell'arte e curatrice della mostra

L'artista Paolucci

La curatrice della mostra, la storica dell’arte Laura Bonelli, delinea la figura dell’artista pientino: “Aleardo Paolucci è un artista vissuto nel Novecento, nasce infatti nel 1927. Inizia a vent'anni a produrre opere d'arte presso il Liceo artistico di Siena, una scuola di grande tradizione, dove appunto molti artisti, nel periodo della guerra, lottano per mantenere questa istituzione in vita. E ci riescono grazie a personaggi importanti. In quel momento nella città toscana si trovano ad esempio il grande storico e critico d'arte Cesare Brandi, Dario Neri, fondatore della Electa, e poi Otello Chiti, un artista locale che riveste un certo ruolo nell'arte toscana novecentesca. Paolucci è di Pienza, studia a Siena e quindi ne mantiene i contatti fino a dipingere, su concorso nazionale, il drappellone, lo stendardo dato alla contrada vincitrice dei pali".

Opere di Paolucci in mostra a Palazzo Merulana
Opere di Paolucci in mostra a Palazzo Merulana

"Paolucci si fa quindi un nome a Siena", continua la curatrice, "ma se ne ritorna a Pienza dove inizia la sua carriera. Questa cittadina con un carattere internazionale perché da tutto il mondo arrivano per visitare la piazza, emblema della città ideale pensata proprio da Papa Pio II che ne finanziò il progetto quando era già Pontefice, con l’idea di dotare il suo luogo d'origine di un modello all'avanguardia europeo. A Pienza arrivano Leon Battista Alberti e Bernardo Rossellino e insieme sviluppano quello che è il centro umanistico di Pienza, cioè la grande cattedrale e i palazzi che si affacciano intorno. Aleardo Paolucci alla fine della sua carriera vuole raccontare il Papa in maniera totalmente diversa. Legge i Commentari, che è l’autobiografia del Papa e ne coglie gli aspetti più umani, insistendo in modo particolare sul legame con la natura".

Un momento della presentazione della mostra
Un momento della presentazione della mostra

Una collezione indivisibile

L’opera consiste in una collezione di 54 opere indivisibili, che si concatenano secondo l'ordine cronologico della vita di Pio II. Si parte dalla prima opera, che ricorda il centenario dalla nascita, un vero e proprio manifesto, e poi la numero uno con l’angelo seminatore dove il pittore immagina che ancora prima che nascesse Pio II, un angelo scendesse dal cielo per seminare nella Val d'Orcia, nella buona terra. Nelle opere successive si vedono la nascita, i primi passi sulla terra. Il suo viaggio a Siena a studiare. Poi il percorso politico in tutta Italia e quindi le opere documentano le battaglie, i tornei, le alleanze difficili del Papa con i grandi della scacchiera politica italiana degli anni '30 - '40 del Cinquecento che poi lo porteranno a diventare Papa nel 1458.

Aleardo Paolucci, Bernardo Rossellino
Aleardo Paolucci, Bernardo Rossellino

Ci sono anche dei ritratti, sia di Leon Battista Alberti che di Bernardo Rossellino, ma anche di Sigismondo Malatesta che era, tra virgolette, il suo nemico. Infine il Papa che piano piano diventa vecchio, torna a Pienza e viene raffigurato con il fiore in bocca mentre guarda la sua Val d'Orcia dove si riconosce il Monte Amiata, volendo richiamare il fatto che lui era un uomo della sua terra e come i contadini, nei momenti di calura, per aumentare la salivazione si mettono, uno stelo in bocca per cercare di contrastare il caldo. "Raffigurarlo così", chiosa Laura Bonelli, "è come dire: sì è vero hai raggiunto le vette perché comunque sei ricordato come uno dei grandi Papi della storia, però in fondo eri semplicemente una persona innamorata della tua terra, che ritorna e che vive felice in armonia soltanto a guardarla".

Palazzo Merulana, opera di rigenerazione urbana e di mecenatismo

La direttrice Paola Centanni spiega che "Palazzo Merulana era all'inizio l'ex ufficio di igiene, ridotto allo stato di rudere è rimasto in abbandono per molti anni finché nel 2010 Claudio Cerasi,  proprietario della collezione che porta il suo nome ha deciso di restaurare questo palazzo e di riconsegnarlo alla cittadinanza, inserendo all'interno la sua collezione, rendendola quindi fruibile. E la cosa interessante - aggiunge la direttrice - è stata che ha cercato la nostra società, CoopCulture, per la valorizzazione di questo spazio, dicendoci chiaramente che lui, il salotto buono ce l'aveva a casa sua e voleva che questo museo non fosse un salotto, non fosse esclusivo, ma inclusivo e che ci fossero delle azioni di valorizzazione della collezione e del museo".

Una sala della mostra a Palazzo Merulana
Una sala della mostra a Palazzo Merulana

"La collezione di Elena e Claudio Ceraso - sottolinea la direttrice - è particolare, incentrata sulla produzione tra gli anni '20 e gli anni 40 del Novecento. Arte principalmente figurativa e in particolar modo della scuola romana, un collettivo di pittori che si trovava in via Cavour, quindi vicinissimo a Palazzo Merulana. Questa collezione rappresenta un nucleo di opere coerenti tra loro: non è un assemblaggio di opere di un collezionista che ha scelto alla rinfusa, ma è andato a cercarsi delle opere di un periodo specifico. Tra le opere sono esposte quelle di Giacomo Balla, Antonio Donghi, Casorati, Capogrossi e De Chirico", conclude Paola Centanni.

 

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24 gennaio 2025, 14:05