Marco Polo, un viaggio musicale
Marco Di Battista – Città del Vaticano
Quando si ascolta un concerto basato sull’improvvisazione si ha sempre la paura di naufragare dopo pochi minuti. Anche se talvolta il naufragare può essere dolce, ci fa perdere il filo delle cose e ci fa soffermare sulla parte perdendo di vista il tutto. Al contrario, lo spettacolo musicale Le città invisibili, liberamente tratto da Italo Calvino, che abbiamo visto e ascoltato il 21 dicembre nella Sala Accademica del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, funziona bene e ci accompagna consapevolmente in tutte le tappe di una città, quella Venezia di cui noi possiamo avvertire solo l’ombra, trasfigurata in mille altre città.
Il protagonista non la nomina mai, per paura che svanisca in una finta immagine pop. L’ideatore Daniele Goldoni, coinvolto anche come musicista, interpreta il dettato calviniano con grande fedeltà al pensiero dello scrittore. Il percorso non è tra città materiali, reali, ma si snoda attraverso la loro sublimazione in stati d’animo. Ciascuna scena diventa così anche un esercizio di memoria, dove l’organizzazione spontanea dei suoni ci conduce improvvisamente e inaspettatamente in qualcosa di già ascoltato. Ciascuna città non è sé stessa ma lo diventa solo in relazione con altro. Con i suoni che escono dal boccascena come se cadessero sul pubblico e lo coinvolgono a poco a poco, fino a portarlo sul palco insieme con i musicisti. E chi si perde viene rimesso in riga grazie a un cartello che azzera la dimensione spazio temporale.
Tra memoria e desiderio
Il viaggio ricomincia, tra memoria e desiderio, ma ad ogni cambio la partenza è diversa. I musicisti, del Gruppo di improvvisazione del Conservatorio di Santa Cecilia e dell’Ensemble Musifoscari, diretti da Daniele Roccato, tengono costantemente la barra del timone, mostrando un’ottima coesione a dimostrazione di un grande lavoro pregresso, e guidano il pubblico nel mare delle sensazioni. Le celebrazioni per il settimo centenario della morte di Marco Polo passano naturalmente attraverso il testo di Calvino. Merito di questo progetto è l’interpretarlo con la musica, arte dell’invisibile. L’arte dell’improvvisazione ci ricorda con forza che ogni esecuzione è – sempre - irripetibile. Anche per questo il lavoro dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma, è soltanto all’inizio di una strada ancora lunga da percorrere. I protagonisti meritano tutti di essere nominati: le voci, Arianna Moro, Silvia Cattarinich; il violino, Ottavia Carlon; tromba, Daniele Goldoni; sassofono contralto, Federica Lizio; fisarmonica, Marco Gerolin; chitarra, Pietro Maria Cintura; chitarra elettrica, Francesco Rossi; tastiere, Eugenio Cereser, Silvia Tesser; violoncello, Chiara Trabujo; contrabbasso, Daniele Roccato e Gabriele Pagliano.
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