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Migliaia di sfollati palestinesi in marcia verso il nord di Gaza Migliaia di sfollati palestinesi in marcia verso il nord di Gaza  (ANSA)

Gaza, trecentomila sfollati rientrati nel nord della Striscia

Un fiume di persone si è messo in moto per tornare a casa dopo l’accordo tra il premier israeliano Netanyahu, che ha aperto il corridoio Netzarim al transito, e Hamas, che ha promesso per giovedì la liberazione della civile ventinovenne Arbel Yehud giovedì. Il 90% degli sfollati non ha più un’abitazione dove stare. Clima incandescente in Cisgiordania e in Libano

Roberto Paglialonga - Città del Vaticano

A partire da ieri mattina, non appena il valico di Netzarim è stato aperto, un flusso ininterrotto di uomini, donne e bambini, carichi di bagagli, su pesanti carretti, in macchina o a piedi, ha iniziato a muoversi lungo la strada costiera, tra il Mediterraneo a sinistra e file di edifici devastati a destra. A migliaia hanno passato la notte all’aperto. I carri armati israeliani, posizionati ai margini della strada, sorvegliano questa folla in movimento, mentre il portavoce in lingua araba dell’esercito, Avichay Adraee, ha avvertito che il transito è consentito solo attraverso l’arteria Salah a-Din e che tutte le auto dirette a nord saranno ispezionate da personale addetto alla sicurezza, prima del via libera.

Il 90% non ha una casa dove stare

Un esodo di proporzioni bibliche — "300.000 sfollati che si sono mossi dal centro e dal sud dell’enclave", hanno detto i responsabili della comunicazione di Hamas — che, assieme alla speranza, alle lacrime e gli abbracci che vengono scambiati sulla via del ritorno, sta già svelando la drammaticità della situazione alla quale la popolazione sempre più andrà incontro. Circa il 90% delle persone, infatti, non ha più una casa in cui stare, ha dichiarato un funzionario di Hamas al network televisivo qatariota Al Araby. Gli sfollati devono camminare per più di otto chilometri su strade distrutte e non ci sono strutture per accoglierli. "Sono arrivate solo 800 tende", ha aggiunto ancora la fonte, chiedendo un’urgente ondata di assistenza umanitaria. Le autorità palestinesi della Striscia hanno fatto sapere che sarebbero necessarie almeno 135.000 tra tende e roulotte a Gaza City e nel governatorato settentrionale, dove chi arriva si trova davanti a un paesaggio spettrale, con edifici completamente distrutti, ridotti a cumuli di macerie, e senza alcuna prospettiva di dignità e lavoro. Nel complesso, si stima che quasi tutti i 2,4 milioni di abitanti della Striscia siano stati sfollati a causa della guerra durata 15 mesi.

Per Hamas “una vittoria contro i piani di occupazione”

In ogni caso, se per il movimento islamista il rientro dei profughi è comunque una "vittoria" contro i "piani di occupazione" di Gaza e il "trasferimento" forzato dei palestinesi, Israele non ha intenzione di permettere "un ritorno alla realtà del 7 ottobre 2023", ha avvertito il ministro della Difesa, Israel Katz. E la situazione, sul terreno, fatica a mantenersi calma. Anche ieri sera un uomo è stato ucciso e altre persone ferite dopo che un aereo israeliano ha preso di mira un bulldozer a ovest del campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale. Lo riferisce l’agenzia Wafa, che segnala come anche un altro attacco abbia colpito un carretto uccidendo un bambino.

La situazione degli ostaggi

Quanto agli ostaggi, alcuni dei quali verranno rilasciati in due turni questa settimana, il governo israeliano comunica che otto dei 26 ancora da liberare durante la prima fase dell’accordo di tregua sono morti. Giovedì verrà liberata anche Arbel Yehud, la civile ventinovenne ostaggio dei miliziani da 480 giorni, che ieri è apparsa in vita in un video diffuso dalla Jihad islamica. Intanto, la Cnn fa sapere che Netanyahu potrebbe incontrare a Washington il presidente Usa, Donald Trump, la prossima settimana.

Tensioni in Cisgiordania e Libano

La tensione rimane infine altissima anche in Cisgiordania, dove le Forze di difesa israeliane (Idf) comunicano di aver ucciso oltre 15 persone sospettate di terrorismo a Jenin; e in Libano, dove l’esercito di Tel Aviv ha intimato agli sfollati di "non tornare nei villaggi del sud".
 

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28 gennaio 2025, 13:38