Davos, chiusa la 53.ma edizione del World Economic Forum
Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
L'Europa risponda alle sfide globali, che presentano rischi e opportunità. È l’invito rivolto dalla presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ai leader mondiali riuniti a Davos, in Svizzera, nell’ultima giornata del 53esimo Forum economico mondiale. "Sono nella settimana precedente la riunione di politica monetaria, quindi mi limiterò a sottolineare i punti di forza dell'Europa che ha un rapporto debito/Pil in media dell'80%, un deficit al 3% e un'inflazione al 2,4%. C'è una forte fiducia che l'inflazione scenderà invece di salire. I tassi di interesse sono al 3%. L'Europa ha un'enorme quantità di talento e risparmi, ma serve una grande sveglia per agire. Se i leader europei collaborano e rispondono alle minacce esterne, c'è un enorme potenziale per reagire con successo. Sono ottimista: abbiamo bisogno di unione, di mantenere il capitale in Europa e, possibilmente, di attrarre talenti qualificati dall'estero che magari ora sono delusi", ha spiegato Lagarde.
Sguardo agli Usa
Sul nodo degli squilibri commerciali, è necessario, secondo la presidente della Bce, negoziare. Il riferimento è alle politiche annunciate da Trump che coinvolgono anche l’Ue. Per Lagarde il presidente Usa sta "valutando molto attentamente la questione dei deficit di partite correnti e in particolare sul commercio" e "soprattutto sui prodotti ma non è tutto bianco e nero, c'è anche l'interscambio dei servizi e dei flussi di capitale". In ogni caso, bisogna "sedersi a un tavolo nell'ambito delle istituzioni preposte, non si possono semplicemente rimuovere le vecchie regole, ignorare le istituzioni del mondo, con 190 paesi che sono parte di Fmi e Wto. Se c'è una cosa che l'Europa ha imparato dalla fine della Seconda Guerra mondiale è che non si può fare da soli, si deve lavorare insieme, rispettare tutti e capire tutti", ha concluso Lagarde.
Mercato unico europeo
Nella giornata di chiusura del Forum di Davos è intervenuta anche Kristalina Georgieva, direttrice generale del Fondo monetario internazionale: “Perché negli Stati Uniti la crescita è così forte mentre in Europa è inferiore? La differenza principale risiede nella produttività. Gli Stati Uniti stanno avanzando con una produttività elevata perché i mercati dei capitali allocano denaro verso aziende dinamiche e perché gli Stati Uniti dispongono di energia abbondante e relativamente economica. Negli altri paesi, invece, la produttività è stagnante o ha registrato una crescita bassissima dopo la pandemia". Per Georgieva, il mondo sta cambiando rapidamente e il denaro si sposta verso dove può fare la differenza. “Al momento, questo significa Stati Uniti. Se i paesi vogliono progredire, devono creare opportunità per gli imprenditori. L'Europa, in particolare, ha bisogno di mercati dei capitali profondi e di un vero mercato unico".
Da Davos a Ryad
Spenti i riflettori sul meeting annuale in Svizzera, si guarda ora all'Arabia Saudita che ospiterà l'importante appuntamento economico a partire dalla primavera del 2026. Il regno ha, infatti, annunciato una partnership con il Wef per organizzare un forum su base regolare, in aggiunta alla ‘Davos del deserto’ che si è tenuta negli scorsi anni ed è stata organizzata dall'erede al trono saudita, il principe Mohammed bin Salman bin Salman, proprio per attrarre investimenti. E, in effetti, due imponenti edifici denominati Saudi House e Saudi at Davos sono state tra le migliori location dell'elegante e costosa Promenade di Davos, il viale che conduce al centro congressi della città, a dimostrazione della crescente presenza di Ryad ai principali eventi internazionali.
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