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Un momento del convegno "Scientificamente....'uno di noi'" Un momento del convegno "Scientificamente....'uno di noi'" 

A fianco al nascituro, a Roma un seminario per riflettere sulla vita nascente

Una bussola per orientarsi con ragioni giuridiche, scientifiche e antropologiche nell'affrontare il tema della vita dal suo concepimento. Questo l’intento dell'evento "Scientificamente... 'uno di noi'" che si è tenuto al Senato, organizzato dal network "Ditelo sui tetti"

Debora Donnini – Città del Vaticano

È lo stupore di fronte al mistero della vita umana la chiave interpretativa dell’incontro “Scientificamente… ’uno di noi’”, che si è tenuto oggi 16 luglio presso la Sala Atti Parlamentari del Senato. Lo stupore di fronte a quell’uno di noi che è la persona umana fin dal concepimento. Tre le direttrici percorse: le ragioni della scienza, dell’antropologia e del diritto, spiega Domenico Menorello, coordinatore del network “Ditelo sui tetti”, che ha organizzato la conferenza presentando alcune proposte che puntano a inserire la presenza del nascituro nel calcolo dell’Isee, ai fini delle politiche di sostegno alla famiglia.

Scienza, antropologia e diritto

Sul profondo legame fra la madre e il bambino che porta in grembo, si sofferma Carlo Bellieni, neonatologo, professore all’Università di Siena, che ha approfondito in particolare il tema del dolore che il feto può provare e come, nei primi mille giorni di vita nella pancia della mamma, il nascituro abbia uno sviluppo incredibile. Il bambino impara a distinguere la voce della mamma dalla voce di altre donne e fin dal concepimento recepisce suoni, odori, gusti, che ritroverà una volta nato. Già all’età di un anno ha formato le sue mappe cerebrali da cui dipenderà la sua sicurezza e molte interazioni che metterà in campo nella sua vita. Della ricerca di stampo antropologico sugli embrioni, parla Claudia Navarini, professoressa di filosofia e vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica. Parte dalla domanda: “Dove risiede la dignità umana?”. In alcune caratteristiche, ritengono alcuni, che rendono l’essere umano persona. Ma in realtà l’essere umano potrebbe non averle dopo un certo tempo, come ad esempio la capacità razionale, o potrebbe perderle momentaneamente. La dignità personale, dunque, non può essere riconosciuta dalla presenza o meno di quelle caratteristiche. La dignità personale deve essere considerata alla base, anche se alcune manifestazioni, come è per l’embrione, ancora non ci sono. Sul fronte del diritto, Giovanni Doria, professore di diritto privato all’Università Tor Vergata, evidenzia come, relativamente all’Italia, nell’ordinamento giuridico ci sono alcune leggi in cui di fatto il nascituro è riconosciuto già soggetto di diritto.

Punti operativi

Dal rendere il concepito visibile a tutta la società a collocare il tema della vita nascente nello spazio della laicità. Sono vari i punti operativi indicati da Marina Casini, presidente del Movimento per la vita italiano, docente di bioetica all’Università Cattolica del Sacro Cuore, nel tirare le fila degli interventi. Marina Casini rilancia la proposta di modifica del primo comma dell’articolo 1 del Codice civile per far sì che la capacità giuridica riguardi anche il concepito. Bisogna anche collegare il tema della vita nascente a tutta l’esistenza e impegnarsi a promuovere una sensibilità maggiore verso la madre. Centrale è anche lavorare sulla prevenzione dell’aborto, una volta che il concepimento è avvenuto. Questo è il lavoro dei Centri di Aiuto alla Vita dello stesso Movimento per la Vita, portato avanti dall’impegno volontario di tanta gente, che generosamente ha permesso di aiutare a nascere dal 1975 a oggi 280mila bambini. Segno tangibile della prossimità verso le madri e i loro figli.

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16 luglio 2024, 16:18