La Marcia della pace chiude il Villaggio per la Terra, Testa: l'impegno continua
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Una marcia colorata, piena di volti sorridenti, a cui hanno partecipato tutte le associazioni che hanno preso parte a queste giornate del Villaggio per la Terra, ha attraversato questa mattina i viali assolati di Villa Borghese dove si è svolta per quattro giorni la manifestazione, che ha trasformato questo polmone verde nel cuore di Roma, nel luogo dove la parola ecologia si tramuta in gesti concreti. Non solo belle parole ma iniziative reali che avvengono in molte parti del mondo per salvare il pianeta. Il Villaggio per la Terra ha cercato di raccontare tante storie e a farlo sono stati spesso gli stessi protagonisti. “Anche quest’anno –spiega Antonia Testa, responsabile romana del Movimento dei Focolari e promotrice insieme a Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia onlus, del Villaggio per la Terra – la nostra manifestazione è stata una continua sorpresa. Ogni volta che iniziamo questa avventura non sappiamo mai a cosa ci porterà, è come un fiore che si apre tra le mani per mostrarti piano piano la bellezza dei suoi colori, ed è sempre sorprendente alla fine. Io ho voluto iniziare anni fa tutto questo con i giovani, coinvolgendo gli universitari, e in questa edizione proprio i ragazzi hanno voluto realizzare un percorso a tappe iniziato ad ottobre fino ad oggi, dove hanno fatto formazione sui temi che abbiamo inserito nella manifestazione con il titolo “Medicina a servizio del Pianetaâ€. Ma questo è solo un aspetto del Villaggio, perché quando alla fine di tutto ci incontriamo con gli altri organizzatori, ognuno di noi racconta un villaggio diverso, perché qui ci sono molte realtà presenti articolate anche in luoghi differenti di questa villa straordinariaâ€
Un Villaggio itinerante in tutta Villa Borghese
Infatti in questa edizione i vari incontri si sono svolti in diversi posti, coinvolgendo tutta la realtà di Villa Borghese. Dalla Casa del Cinema dove si è realizzato il Festival di Innovability, per ricordare anche la Giornata mondiale dell’Innovazione, e per promuovere l’uso della creatività al fine di raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030; al Pincio, dove è stato collocato il palco principale, dove sono stati fatti numerosi talk, ma anche diversi concerti e dj set per i ragazzi, fino al Galoppatoio dove erano presenti gli stand delle associazioni che hanno aderito alla manifestazione. “Tra le varie realtà che abbiamo ospitato in questa edizione – racconta ancora Antonia Testa – c’è stata una in particolare apprezzata dai nostri visitatori più piccoli. Si tratta dell’Ospedale degli Orsetti, dove c’erano una ventina di studenti di Pediatria che hanno visitato i bambini partendo dai loro pupazzi. In questo modo i piccoli hanno imparato qualcosa di più sulla natura e sull’ambiente e dall’altra parte i giovani medici hanno capito come interagire direttamente con loro senza passare attraverso i nonni o i genitori. Io credo che questo tipo di formazione sia davvero fondamentale, e questi ragazzi l’hanno iniziata proprio qui al Villaggioâ€.
Mettersi in gioco per il bene comune
Ed era il 24 aprile del 2016 quando Papa Francesco si recò a sorpresa al Villaggio per la Terra, e le sue parole sono rimaste una pietra miliare per tutte le edizioni successive. “Ricordo ancora con grande emozione quel momento – sottolinea Antonia – il Papa volle parlare a braccio, intorno a lui c’era tantissima gente che voleva ascoltarlo, davanti a lui c’erano tantissimi giovani ed era presente anche un gruppo di carcerati ed un imam, e lui volle fare una lettura di ciò che aveva davanti, e da allora anche noi proviamo a fare questo, cioè a leggere i segni dei tempi e fare del Vangelo una sfida da giocarci oggi. Papa Francesco ci ha parlato di perdono e gratuità e io ancora oggi mi rendo conto del miracolo di tutte queste persone presenti al Villaggio, che mettono in gioco gratuitamente tempo e professionalità per un bene più grande. Questa deve diventare la quotidianità da portarci tutti i giorni, non solo durante questi della manifestazioneâ€
L’amore che si espande e arriva lontano
E non manca l’insegnamento di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. “Chiara – continua la responsabile romana dei Focolari - vedeva la necessità di creare luoghi visibili in cui si potesse sperimentare una reciprocità gratuita, perché l’amicizia sociale è possibile e la si può vivere nella propria vita sempre. Proprio dai nostri luoghi quotidiani possono crescere idee e relazioni, perché quell’amore che lanciamo diventa una serie di cerchi concentrici che possono arrivare molto lontano. Per questo noi sentiamo la responsabilità di non mollare ma anzi di continuare a crescereâ€. Infatti lo sguardo è già rivolto verso la prossima edizione del 2025. “Noi non ci fermiamo e già da domani inizieremo a lavorare per la prossima edizione", spiega Antonia. "E questo è un altro aspetto molto importante della nostra manifestazione, che non termina ma è un percorso in atto. Il 2025 sarà l’anno del Giubileo, e quello che vorremmo è che questo Villaggio diventasse soprattutto accoglienza e inclusione della nostra città, per quanti vorranno venire a sperimentare cosa facciamo quiâ€.
Gli appuntamenti conclusivi di oggi
Questo ultimo giorno di appuntamenti ha visto in particolare, sul palco principale sulla terrazza del Pincio, l’incontro sul tema “Sognare la Pace, costruire il futuroâ€, in cui si sono succedute testimonianze dai Balcani, dall'Ucraina, dalla Terra Santa anche dalle comunità dei Focolari presenti in queste aree difficili, per raccontare sfide e opportunità che nascono quando si decide di privilegiare il dialogo e la pace e di impegnarsi a costruire ponti e non a scavare solcati. L'unica voce è quella che dà speranza: la pace è possibile a patto di prendersi delle responsabilità e fare scelte coraggiose. Tra gli interventi, quello del segretario del Dicastero per la Cultura e l'Educazione monsignor Paul Tighe che, come vescovo irlandese, ha portato la testimonianza sul processo di pace nel suo Paese sottolineando la necessità di persone "disponibili a rischiare". Sul palco anche Paolo Friso, delle Edizioni Frate Indovino, che ha raccontato l’impegno per la pace in Ucraina dei frati cappuccini e Vito Alfieri Fontana, un ex fabbricante di armi che ha deciso di cambiare la propria vita e diventare sminatore, perché all'improvviso nella sua vita ha fatto irruzione la domanda: " Perché proprio io devo costruire armi?". È andato a toglierne 2.000 da Kosovo, Serbia e Bosnia, ha sminato Sarajevo e ha salvato tante vite umane, quelle stesse vite che nel suo passato valevano quanto il costo di una mina, anche solo 5 euro.
La giornata si concluderà questa sera alle 18.30 con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Michele Di Tolve, rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore. A seguire un momento di festa per i ragazzi con un dj set e il noto rapper Clementino.
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