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Una donna palestinese cammina vicino alle tende di un campo  per sfollati nel sud della Striscia di Gaza (AFP) Una donna palestinese cammina vicino alle tende di un campo per sfollati nel sud della Striscia di Gaza (AFP)

In Egitto la ripresa dei negoziati per la tregua tra Israele e Hamas

A dare l'annuncio questo pomeriggio, 30 marzo, la tv egiziana Al Qahera News. Stamani intanto almeno 5 persone hanno perso la vita a Gaza per la calca mentre venivano distribuiti aiuti umanitari. Nel frattempo al confine tra Libano e Israele quattro osservatori Onu sono rimasti feriti

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Riprenderanno domani al Cairo, in Egitto, i negoziati indiretti tra Hamas e Israele per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. L'annuncio è stato dato questo pomeriggio dalla tv egiziana Al Qahera News TV, che ha citato fonti della sicurezza, ripresa poi da media internazionali e in Israele da Haaretz. Nei giorni scorsi il premier Benyamin Netanyahu aveva annunciato l'invio di delegazioni nella capitale egiziana e a Doha in Qatar.

5 morti in calca per gli aiuti

Questa mattina almeno 5 persone sono morte per la calca nel nord della Striscia di Gaza mentre venivano distribuiti aiuti umanitari poco prima dell'alba. L’area è stratta nella morsa della carestia e durante l’operazione si è verificato il caos. Uditi anche colpi di arma da fuoco definiti da testimoni “spari di avvertimento”. Il bilancio delle vittime è stato riferito dalla Mezzaluna Rossa che ha parlato anche di decine di feriti.  L'episodio è avvenuto quando a Gaza City sono arrivati 15 camion di aiuti umanitari diretti alla rotatoria Kuwait, dove era programmata la distribuzione.

Hamas: oltre 32700 morti da inizio guerra

Intanto sale ancora il bilancio delle vittime nella Striscia in oltre cinque mesi di guerra: secondo il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, almeno 32.705 persone sarebbero state uccise da attacchi israeliani nella Striscia. 75.190 i feriti.

Libano. Feriti tre osservatori Unifil

Nel frattempo è alta la tensione anche in Libano dove stamani un’esplosione ha causato il ferimento di tre osservatori della missione Unifil, spagnoli e norvegesi e del loro traduttore libanese. I media libanesi vicini a Hezbollah hanno immediatamente puntato il dito sull'esercito israeliano, ma il primo ministro dello Stato ebraico Najib Mikati ha negato ogni coinvolgimento e in una telefonata al capo Unifil, Aroldo Lazaro, ha espresso solidarietà condannando l’accaduto.  

Allarme razzi al confine nord con Israele

Al confine con il Paese dei cedri l’allarme razzi è scattato in diverse comunità nel nord di Israele: le sirene hanno risuonato a Avdon, Hossen, Neveh Ziv, Manot, Kfar Vradim, Mi'ilya, Hila, Maona e Ma'alot Tarshicha. Lo riporta Times of Israel secondo il quale al momento non si hanno notizie di danni o vittime. Il timore è quello di un'infiltrazione di un “velivolo ostile”. In precedenza - secondo un portavoce militare - l'aviazione israeliana ha colpito “obiettivi degli Hezbollah” a Et Tayibe, Naqoura, e Hanine nel Libano del sud. Centrata anche la fonte dei razzi lanciati questa mattina presto nel nord di Israele.

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30 marzo 2024, 16:02