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Un momento del funerale di Hammoud, ucciso assieme al numero 2 di Hamas a Beirut Un momento del funerale di Hammoud, ucciso assieme al numero 2 di Hamas a Beirut

Israele, “massima allerta” al confine con il Libano

Allarme al confine con il Paese dei Cedri, dove nove membri di Hezbollah sarebbero stati uccisi. Vittime e feriti anche nel sud della Striscia di Gaza in seguito agli attacchi contro abitazioni civili nella notte di ieri, 3 gennaio. La Mezzaluna rossa: colpito il nostro quartier generale a Khan Yunis. L'Onu: no a trasferimenti forzati dei palestinesi dalla Striscia. Il segretario di Stato americano Blinken in arrivo nell'area per ottenere un aumento "immediato" degli aiuti a Gaza

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Si intensificano i combattimenti di Israele sul fronte nord, al confine con il Libano: nella tarda serata di ieri, secondo quanto riferito dalla stampa israeliana, un funzionario locale di Hezbollah, Hussein Yazbek, e otto membri del gruppo, sarebbero stati uccisi in un bombardamento. A Gaza, l'esercito israeliano ha ucciso un responsabile militare della Jihad islamica. Si tratta, ha riferito la radio militare, di Mamduh Lulu. Era il responsabile delle operazioni offensive in partenza dal settore settentrionale della Striscia.

Preoccupazione internazionale per l’escalation nell’area

Sono molte le voci internazionali che mettono in guardia da un’escalation verso il Libano del conflitto in corso dopo la ripresa, nella giornata di ieri, di scambi a fuoco transfrontalieri tra Israele e Hezbollah. Dalla Turchia, il cui ministro degli Esteri Hakan Fidan ha definito un eventuale allargamento del conflitto come “un vicolo cieco”, al presidente francese Macron che nei giorni scorsi è intervenuto dopo l’uccisione, attribuita a Israele, del numero 2 di Hamas a Beirut, ribadendo come un’escalation del genere “in particolare in Libano”, sia da evitare. La Germania, intanto, ha invitato i suoi concittadini a lasciare il Paese rapidamente, non potendo escludere un aumento delle operazioni militari nell’area.

I funerali di al-Arouri a Beirut

Una folla di migliaia di persone si è radunata nella capitale libanese, in occasione dei funerali del comandante di Hamas, Saleh al-Arouri, considerato il 'numero due' del braccio politico dell'organizzazione terroristica palestinese. L'importanza di Al Arouri è stata confermata dalle centinaia di bandiere di Hamas e della Palestina che hanno sventolato nelle strade di Beirut, dove la folla ha formato una processione durante la quale la bara del leader di Hamas è stata fatta passare di mano in mano. Una settimana prima della morte di Al Arouri era toccato a Seyed Razi Mousavi, personaggio vicino alle alte sfere dei pasdaran iraniani, ad essere ucciso in circostanze simili alle porte della capitale siriana, Damasco.

Le operazioni sul fronte sud, a Gaza disastro sanitario

Anche sul fronte sud proseguono gli attacchi: nella notte, secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, decine di persone sono state uccise e altre sono rimaste ferite in attacchi israeliani contro abitazioni civili nella zona di Khirbat al-Adas, nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, mentre altri raid sarebbero stati registrati nella provincia centrale. C’è attesa per il nuovo viaggio del segretario di Stato Americano Antony Blinken, che in serata partirà per il Medio Oriente: in programma la visita in diversi Paesi dell’area, incluso Israele. L'obiettivo è di ottenere un aumento "immediato" degli aiuti a Gaza. La Mezzaluna rossa afferma che  le forze israeliane "hanno preso di mira" il proprio quartier generale "a Khan Yunis, provocando l'uccisione di una persona e il ferimento di altre sei". La missione dell’Organizzazione Mondiale della sanità a Gaza, denuncia un’emergenza che sta diventando “incontrollata”. Dopo la visita all’ospedale di Khan Younis, colpito da un raid israeliano in cui almeno cinque persone sono rimaste uccise tra cui un bambino di pochi giorni, i funzionari parlano di “disastro sanitario” ed “epidemie in corso”. 

L'Onu: no al trasferimento forzato dei palestinesi

L’Onu interviene su un altro aspetto della vita a Gaza: il segretario generale, Antonio Guterres, attraverso una nota, si dice contrario al trasferimento dei palestinesi dalla Striscia invocato da alcuni esponenti del governo israeliano: “Nessuno dovrebbe sostenere lo sradicamento di massa dei palestinesi fuori da Gaza – ha scritto – ogni persona ha il diritto a essere protetta da un trasferimento forzato dalla propria casa o residenza”. Anche l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk si è detto oggi "molto preoccupato" per i commenti di alti funzionari israeliani che chiedevano ai palestinesi di lasciare Gaza e ha precisato che che "l'85% delle persone a Gaza sono già sfollate interne. "Hanno il diritto di tornare alle loro case. La legge internazionale vieta il trasferimento forzato di persone protette all'interno o la deportazione dal territorio occupato".

aggiornamento alle 19.00

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04 gennaio 2024, 08:42