Meeting, incontro su natalità: invertire la rotta per non lasciare un'Italia in macerie
Debora Donnini – Città del Vaticano
L’inverno demografico non sembra dare cenni di tregua, come emerge dai dati sul primo trimestre del 2023 che segnano un ennesimo nuovo record negativo dopo i 393mila nati del 2022: con 90.986 nascite il periodo gennaio-marzo 2023 è il peggiore mai registrato. A ricordare questa “emergenze delle emergenze” è stato al Meeting di Rimini il professor Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, da decenni impegnato nel segnalare una crisi che si va anno dopo anno infittendo. Un tema, quello dell’inverno demografico italiano, sul quale Papa Francesco si è più volte soffermato mettendone in luce le conseguenze.
Non un maquillage ma una riforma fiscale seria
La questione è stata al centro dell’incontro nei giorni scorsi dal titolo “Finalmente una pro community tax?”, con gli interventi di diversi ospiti. Si è parlato in particolare di tassazione e si è segnalato che il soggetto fiscale non deve più essere l’individuo ma la famiglia. “Non serve una limatura o un maquillage, ma una riforma concreta per la famiglia”, ha affermato al convegno Domenico Menorello, coordinatore del network associativo “Ditelo sui tetti”. “La questione delle politiche pro natalità è l'emergenza delle emergenze per l'Italia”, spiega nell’intervista a Radio Vaticana - Pope. Sono due le poste in gioco. Una è ideale: bisogna partire dalla consapevolezza che “ogni legge e soprattutto le grandi riforme incidono dal punto di vista della concezione dell'umano”. Ora, dunque, la riforma fiscale “deve decidere se mettere al centro l’uomo concepito come monade o un uomo che appartiene a un tessuto comunitario secondo l'immagine dell'articolo 2 della Costituzione”.
Se si fa questa seconda scelta, si rompe con il passato perché, spiega, “attualmente il fisco è super individualista e nega dignità a persone che vivono insieme una vita, come fa la famiglia”. “Bisogna che la famiglia diventi un nuovo soggetto fiscale nel panorama italiano”, prosegue Menorello perché, ad esempio, i soldi che si spenderebbero se si andasse in vacanza tutti i mesi non possono essere tassati come quelli che si spendono per l'istruzione.
Il secondo aspetto che Menorello sottolinea, fa rifermento alla tenuta del welfare che non regge con l’attuale trend demografico, come continua a essere segnalato da più parti. Va quindi al cuore della questione: “Ci mettiamo in mente una buona volta che senza invertire la rotta sulla natalità consegneremo ai pochi figli che rimangono, delle macerie dello Stato italiano: non ci sarà più welfare, sanità, scuola pubblica, pensioni. Questo è il baratro verso cui stiamo correndo. A questo punto bisogna promuovere la genitorialità”.
Riconoscere il valore creato dai figli
Bisogna dunque comprendere che il tema natalità riguarda anche chi non ha figli. “Deve essere stimato il valore del servizio che la famiglia produce per la società quando si occupa dei figli, e anche quando ci si occupa dei più fragili”. Quando si parla, dunque, di deduzioni, si tratta di un parziale riconoscimento di un bene creato. “Non vale la storia che non ci sono soldi, perché bisogna mettere sull’altro piatto della bilancia quale valore viene prodotto per tutti, per la collettività, dalle famiglie con figli”.
Lo sguardo della politica è rivolto ora concretamente ai decreti legislativi della legge delega sulla riforma fiscale approvata in agosto. Per Menorello, su questo tema, è centrale il tema della convergenza politica anche con l’opposizione. Un esempio fu peraltro l’assegno unico votato praticamente all’unanimità. L’incontro al Meeting è stato, infatti, pensato con l’idea di allargare il più possibile la condivisione sulla questione. Ad esempio, Mauro Del Barba, segretario della Commissione Finanze della Camera, intervenuto al dibattito, ha dato la disponibilità ad una visione sul noi, racconta Menorello, che si sofferma proprio sulla legge delega 111 del 2023 dove è segnalato che fra i princìpi ci deve essere soprattutto il sostegno alla famiglia. Il coordinatore di "Ditelo sui tetti", sottolinea anche che nei giorni scorsi dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo, “c’è stata un’interessante apertura sul quoziente familiare che è una delle tecnicalità con cui si può considerare la famiglia come soggetto a sé stante e non come singoli che casualmente vivono assieme”.
Alcuni dati
Durante il convegno Blangiardo ha riportato dati preoccupanti come ad esempio una caduta del PIL decisiva nei prossimi 40 anni se si prosegue con questo trend demografico. Sarà tra l’altro sempre più difficile invertire la china in discesa che segna l’Italia da decenni: ad esempio fra 30-40 anni le potenziali mamme passeranno dalle attuali 12 milioni circa a 8 milioni e nel 2070 si prevede che a fronte di circa 48 milioni di cittadini, avremo oltre 2 milioni di ultra novantenni, con una seria questione di sanità, difficile da sostenere con pochi giovani lavoratori. “Lo scenario è tragico”, incalza Menorello, perché non si tratta di pericoli ma di certezze: “Se non si inverte la rotta, non è che forse il sistema fallirà, è sicuro che il sistema fallirà”. Finalmente il tema del baratro demografico comincia a entrare seriamente nella sensibilità comune perché la situazione è molto avanti nella sua compromissione. Bisogna dunque vigilare e puntare a un nuovo paradigma che metta davvero al centro, in ogni modo, i figli, bene primario di ogni società che non desideri morire, ma vivere pienamente.
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