“Sono anziano ma non ci casco”: il nuovo percorso antitruffa per gli anziani
Layla Perroni e Sofiya Ruda - Città del Vaticano
Il 32% delle persone over 65 è stato vittima di truffa. Lo dichiara l’Acli in occasione della presentazione del progetto “Sono anziano ma non ci casco” presso la Sala del Carroccio del Campidoglio a Roma lunedì 24 luglio, lanciato a ridosso della Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani. Informazione e prevenzione alle truffe, supporto psicologico, inclusione, partecipazione e protagonismo. Sono questi gli strumenti che l’iniziativa vuole fornire per tutelare coloro che potrebbero diventare vittime prescelte di truffatori e malintenzionati. Il progetto, promosso dalle Acli e sostenuto dall’Assessorato e dipartimento alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, in collaborazione con Fap Acli Roma e Polizia di Stato, si articolerà in una serie di incontri che verranno effettuati nei centri anziani di tutti i Municipi di Roma Capitale coinvolgendo oltre 2.000 persone.
La solitudine degli anziani
“Questo progetto nasce dall’esperienza delle Acli di Roma, che assieme alla Federazioni Anziani e Pensionati da 9 anni porta avanti questa iniziativa, sotto richiesta degli stessi anziani che si sentivano particolarmente vulnerabili e fragili, perché le truffe erano sempre in agguato”, spiega a Radio Vaticana - Pope Lidia Borzì, presidente delle Acli Roma. “La proposta punta ad andare oltre la semplice informazione perché vogliamo contrastare anche la solitudine, considerata il terreno fertile in cui si sviluppano le truffe. Più gli anziani sono soli, più diventano prede dei malfattori”.
L’importanza di creare una comunità
“Io mi auguro che con questo progetto, grazie anche all’aiuto delle Acli e degli associati e volontari, cominceremo ad andare nei centri anziani e a coinvolgere la rete dei nostri servizi e delle farmacie comunali”, sottolinea Barbara Funari, assessore politiche sociali di Roma Capitale. “Come ha detto Papa Francesco, è importante contrastare l’isolamento e far sì che intorno a tanta solitudine si ricrei una comunità”. In merito ai nuovi progetti rivolti alla terza età, la Funari dichiara che è stata già presentata una nuova iniziativa per il 2024 con l’idea di ampliare i luoghi di incontro e quindi raggiungere più persone.
Rendere visibili gli anziani
Laila Perciballi, garante dei diritti delle persone anziane per il Comune di Roma, prima a occupare questa carica, evidenzia l’enorme significato dell’iniziativa. “La mia missione è quella di far uscire dall’invisibilità e dalla solitudine le persone della terza età, creare relazioni tra generazioni, invitare tutti i vicini di casa ad adottare gli anziani soli in modo tale che non si sentano poi così isolati”. La cosa più importante, sottolinea, è creare relazioni e far uscire gli anziani dalla solitudine. “Spero davvero che questa missione offra qualcosa di buono alle persone della terza età e alla nostra città”.
Il ruolo della Polizia
“Noi siamo da sempre impegnati in un’attività di prevenzione su tutto il territorio con campagne di sensibilizzazione capillari che prevedono incontri in chiese, oratori e teatri. Inoltre, svolgiamo attività di repressione grazie al lavoro degli uffici investigativi delle questure sul territorio”, dichiara Francesca Picierno, vicequestore aggiunto Polizia di Stato. “Il consiglio che noi diamo è sempre quello di contattare il 112, il numero unico di emergenza, perché interverrà immediatamente un operatore di polizia, quindi una volante per verificare quanto stia accadendo a casa dell’anziano coinvolto”.
La vicinanza dei giovani
Sono tanti i volontari che lavorano nelle Acli di Roma per fornire il loro aiuto e supporto per la tutela degli anziani. Ad esempio, Dario Minotto, giovane che svolge il servizio civile presso l’associazione, riferisce che l’obiettivo del progetto “Sono anziano ma non ci casco” è anche quello di avvicinare i giovani agli anziani: “A me piace chiamarli nonni. È sempre una condivisione di esperienze e di insegnamenti reciproci”, dice. Fondamentale è mettersi in contatto con loro e combattere la solitudine, come fanno molte associazioni che offrono sostegno di ogni tipo. “Molti anziani chiamano anche solo per parlare e questo è tristissimo, vuol dire che non hanno nessuno con cui confrontarsi. Esserci per loro è molto importante. E quando io sarò anziano - conclude - spero che ci saranno anche altre realtà che faranno lo stesso per me”.
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