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Gli scontri ed i disordini infiammano il Kenya Gli scontri ed i disordini infiammano il Kenya  (AFP or licensors)

Kenya, l'opposizione incita alla rivolta mentre la Chiesa invoca un dialogo per la pace

Non si fermano nel Paese le proteste a causa della riforma del caro vita del governo di William Ruto. Mentre il partito guidato da Odinga incita i cittadini a ribellarsi, i vescovi kenioti chiedono di evitare inutili spargimenti di sangue. Marco Di Liddo, analista del Centro Studi Internazionali (Cesi): “Importante che il governo prima di lanciare questa piattaforma di dialogo, offra al popolo un segno di distensione”

Layla Perroni – Città del Vaticano

Il Kenya è in rivolta. Nelle principali città del Paese - Nairobi, Mombasa e Kimusu - proseguono gli scontri tra manifestanti e polizia a seguito delle manifestazioni contro il governo di William Ruto. Nella capitale i cittadini hanno lanciato pietre contro la polizia e bruciato pneumatici per le strade, mentre le forze dell’ordine hanno sparato centinaia di gas lacrimogeni e proiettili veri. Trecento le persone arrestate, di cui nove alti esponenti dell’opposizione. I media locali comunicano la morte di un numero imprecisato dipersone ed un alto numero di feriti. Secondo Marco Di Liddo, analista del Centro di Studi Internazionale (Cesi), il caos nel Paese è dovuto al malcontento politico di lungo corso nei confronti dell’intero sistema ed alla protesta legata all'aumento del costo della vita.

La riforma del carovita

“Nell'ultimo anno il governo keniota per risanare il bilancio ha cambiato il proprio sistema fiscale, aumentando diverse tasse sul reddito e aumentando soprattutto le imposte sui carburanti, le quali sono salite in maniera importante, dall'8% al 16%”, afferma Di Liddo. Questa manovra fiscale annunciata il mese scorso dal presidente Ruto “ha portato all'innalzamento dei costi di tutto il comparto commerciale ed economico che a sua volta necessita della benzina, del diesel e degli altri carburanti per spostare le merci o semplicemente per muovere i lavoratori da un luogo ad un altro”. Di conseguenza gli stipendi dei cittadini kenioti non sono più stati sufficienti, la soglia di povertà si è alzata vertiginosamente e le condizioni di vita degli abitanti nel Paese hanno subito un peggioramento.

Ascolta l'intervista a Marco Di Liddo

Il ruolo dell’opposizione

Il partito di opposizione Azimio la Umoja (Dichiarazione di unità), guidato da Raila Odinga, definisce ‘un tradimento’ la riforma fiscale di Ruto perché a svantaggio dei cittadini kenioti. Dalla città di Kimusu, principale roccaforte di Azimio, il leader Odinga ha incitato i cittadini alla rivolta per ottenere una revisione della legge finanziaria ed un risanamento dell'economia nazionale. “L'opposizione legata a Odinga è molto particolare perché lo stesso personaggio è controverso”, sottolinea di Liddo. I cittadini kenioti non riescono a vedere nel leader di Azimio un'opposizione autentica perchè lui, pur appartenendo al gruppo etnico dei Luo, i cui membri non hanno mai ricoperto una posizione influente, proviene da una famiglia privilegiata del Paese. “Ciò che manca in questo momento al governo keniota è un'opposizione autentica, che non sia connivente con il sistema di potere”.

Un nuovo dialogo di pace

Ieri i vescovi del Kenya (KCCB) in una lettera rivolta ai leader politici, hanno chiesto che vengano riavviati i colloqui di pace e che vengano coinvolte tutte le parti in causa. “Crediamo che non ci sia problema, per quanto difficile, che non possa essere risolto attraverso il dialogo. Dobbiamo a tutti i costi evitare la perdita di vite umane. Non dovrebbe essere versato altro sangue", hanno dichiarato i vescovi. Per porre fine alle tensioni interne al Paese, Di Liddo concorda con questa proposta di una piattaforma di un dialogo nazionale, a patto che essa includa sia i rappresentanti di governo sia quelli dell'opposizione. "È importante che il governo, prima di lanciare questa piattaforma, offra al popolo un segno di distensione, come cambiare le regole di ingaggio della polizia e fare una concessione per quanto riguarda le tasse, magari abbassando le imposte sui carburanti che dal 16% potrebbero raggiungere una soglia inferiore e quindi alleggerire la pressione fiscale sui cittadini”, conclude Di Liddo. 

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21 luglio 2023, 13:38