Golpe militare in Niger. Rovesciato il presidente Bazoum
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
E’ avvenuto tutto in poche ore ieri in Niger. Le guardie presidenziali hanno circondato la residenza del presidente nigerino, Mohamed Bazoum, a Niamey. Inizialmente si pensava ad una sorta di ammutinamento sulla base di richieste corporative che riguardano bonus e avanzamenti di carriera, poi, invece, dopo qualche ora l’annuncio televisivo: “Il presidente Bazoum è stato rimosso e arrestato, sono state sospese le istituzioni e chiuse le frontiere, ma il Niger rispetterà tutti gli impegni internazionali sottoscritti dal Niger”. All’origine del golpe, hanno riferito i militari, il “continuo degrado della sicurezza e la cattiva gestione economica e sociale”. E’ stata garantita, inoltre, l’integrità fisica e morale delle autorità deposte in conformità con i principi a tutela dei diritti umani.
Onu: ristabilire le istituzioni democratiche
Immediata la condanna del golpe da parte della Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale. Forte l’appello dell’Onu, per voce del segretario generale, Antonio Guterres, a cui si sono uniti Usa, Francia, Italia. Restituire la guida del Niger al presidente Bazoum, fermare cambi di governo incostituzionali e riavviare il processo democratico. Lo stesso Guterres, durante le ore febbrili che hanno portato alla destituzione del presidente del Niger, è riuscito a sentire telefonicamente Bazoum, esprimendogli sostegno e solidarietà.
Un golpe contro la legalità
Sulle sorti del capo dello Stato si è espresso anche il capo della diplomazia e capo del governo ad interim del Niger, Hassoumi Massoudou. Il leader politico ha condannato il colpo di stato, affermando, in un’intervista a France 24, che il suo governo rappresenta la legittimità e la legalità. Massoudou ha infine confermato che il presidente Bazoum è stato sequestrato dai militari golpisti e che si trova "in buona salute".
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