La Finlandia ufficialmente nella Nato. La Russia rafforza l’apparato militare
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
L’invasione russa dell’Ucraina ha creato dei cambiamenti sensibili nell’assetto degli equilibri internazionali. Subito dopo quell’aggressione, datata 24 febbraio 2022, sia la Svezia, che la Finlandia, che ha in comune con Mosca un confine di oltre 1300 chilometri, chiesero l’adesione alla Nato nel timore che le mire espansionistiche russe potessero coinvolgere anche i due Stati scandinavi. Solo Helsinki, per ora, ha superato il blocco messo in atto dalla Turchia e da oggi è il 31° Paese membro dell’Alleanza Atlantica.
Dal Mediterraneo al Baltico
Con l’ingresso della Finlandia nella Nato e, ancor di più se dovesse entrare anche la Svezia, l’asse strategico dell’Alleanza Atlantica si sposta verso nord, verso il Mar Baltico e oltre, verso i Paesi più vicini alla zona artica. Questo il pensiero di Luciano Bozzo, docente di Relazioni Internazionali all’Università di Firenze, nell’intervista concessa a Radio Vaticana – Pope. Proprio la regione artica, troppo spesso dimenticata in passato, prosegue il docente, assumerà in futuro un’importanza strategica, economica e politica nei prossimi anni. Inevitabilmente l’area del Mediterraneo, con le sue crisi, prima tra tutte quella migratoria, rischierà di passare in secondo piano. La stessa guerra in Ucraina ha sensibilmente spostato l’attenzione più verso il nord Europa.
Un confine caldo
Con l’ingresso della Finlandia nella Nato si è creato il più lungo confine di un Paese dell’Alleanza con uno Stato esterno. Tra Finlandia e Russia corre una linea di frontiera di circa 1340 chilometri, ricorda Bozzo. Ad Helsinki spetterà, con il supporto dell’Alleanza Atlantica, difendere questo limite e già il governo finlandese uscente aveva deciso di costruire decine di chilometri di barriere di protezione su questa linea di confine. Una decisione inevitabile questa, vista la scelta della Russia di schierare armamenti al confine con la Finlandia.
Più integrazione in Europa
La situazione che si sta creando dalla guerra in Ucraina in poi, sottolinea ancora Luciano Bozzo, evidenzia sempre di più come esistano più realtà europee. Attualmente c’è un’integrazione solo dal punto di vista economico-commerciale e finanziario, meno dal punto di vista geostrategico. Troppo spesso ci si accorge che gli interessi e le preoccupazioni dell’Europa scandinava e baltica sono molto diversi e lontani da quelli dei Paesi del sud, come Spagna, Portogallo, Italia e Grecia. In pratica, ci sono varie Europe, ognuna delle quali vive problemi diversi, importanti solo localmente: l’emergenza migranti al sud e le preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina al nord.
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