Sisma, oltre 21 mila morti: arrivano i primi aiuti in Siria. Gli Usa allentano le sanzioni
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Cresce ancora il triste bilancio del terremoto che il 6 febbraio scorso ha colpito il sud della Turchia e il nord della Siria. Sono più di 21mila i morti accertati fino ad ora nei due Paesi. Si contano oltre 17mila vittime in Turchia e più di 3mila in Siria. Di ora in ora si registrano anche sempre più feriti: sono oltre 75mila. Intanto continuano le operazioni di soccorso e ricerca; a Malatya una donna incinta è rimasta sotto le macerie per 82 ore, mentre nella provincia di Hatay, sempre in territorio turco, una bambina di 10 anni è stata ritrovata viva dopo 90 ore, grazie al lavoro di squadre giunte da 53 diversi Paesi, per un totale di 6.153 soccorritori stranieri. Gli sforzi di ricerca proseguono incessantemente, ma le possibilita' di trovare sopravvissuti stanno diminuendo. Ha superato quota 35 mila il numero degli evacuati da parte della protezione civile turca dall'area devastata dal sisma. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha promesso che “nessuno rimarrà senza casa†e ha assicurato una ricostruzione rapida entro un anno e 10 mila lire turche - pari a circa 500 euro - per ogni persona colpita dal terremoto. In totale sono 95 le nazioni che hanno offerto sostegno alla Turchia in questi giorni difficili.
Siria, alleggerite le sanzioni
Gli Stati Uniti hanno annunciato un primo pacchetto di aiuti da 85 milioni di dollari per aiutare la Turchia e la Siria a riprendersi dal devastante terremoto, scrivendo così anche una temporanea revoca di alcune sanzioni a Damasco. Il finanziamento, ha informato l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, andrà ai partner sul campo "per fornire aiuti urgenti a milioni di persone", anche attraverso cibo, alloggi e servizi sanitari di emergenza. Si prevede anche l'approvvigionamento di acqua potabile e di servizi igienico-sanitari per prevenire lo scoppio di malattie. Sempre in Siria è giunto il primo convoglio di aiuti alle zone ribelli, attraverso il corridoio umanitario di Bab al-Hawa, al momento l’unico: sei camion hanno portato coperte, materassi, tende, materiale di soccorso e lampade solari. La Turchia si è impegnata ad aprire altri due passaggi al confine per il passaggio di altri aiuti umanitari e il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha fatto sapere di essere aperto all'idea di consegnare aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto in Siria attraverso altri valichi, oltre a quello di Bab al-Hawa, aggiungendo che "molte agenzie umanitarie non Onu stanno già consegnando attraverso altri valichi". Soccorsi sono giunti da Russia e Iran e a breve arriverà anche il capo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus che sul suo profilo Twitter ha informato del sostegno dell’Oms nelle aree colpite dal recente terremoto, sulla base del lavoro di lunga data in tutto il Paese. Per sostenere gli sforzi di soccorso e di ripresa, la Banca Mondiale ha annunciato 1,78 miliardi di dollari in aiuti alla Turchia.
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