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Operatori umanitari al lavoro dopo l'ultimo naufragio (Reuters) Operatori umanitari al lavoro dopo l'ultimo naufragio (Reuters)

Save the Children, in Libano si perde la speranza

Nuovo appello dell’organizzazione dopo l’ennesima tragedia del mare, pochi giorni fa, in cui hanno perso la vita almeno 94 persone, tra cui 24 bambini. Nel Paese, la popolazione e i rifugiati siriani non credono più in una vita migliore

Roberta Barbi – Città del Vaticano  

“Orizzonti di speranza che si restringono”: già il titolo nel nuovo rapporto dell’organizzazione umanitaria Save the Children fa capire quanto drammatica sia la situazione del Libano che, da quattro anni, versa in una profonda crisi economica aggravata dalle conseguenze dell’esplosione nel porto di Beirut e sul quale pesano anche migliaia di rifugiati provenienti dalla Siria. Da qui il desiderio di fuggire via, che spesso costa la vita in mare a tante persone, come nel caso dell’ultimo naufragio, lo scorso 23 settembre, al largo delle coste del Paese, che ha causato almeno 94 vittime, di cui 24 bambini.

Il 2022 un anno nero per i viaggi nel Mediterraneo

Secondo le stime della ong, il numero di persone che, spinte dalla disperazione, in questi nove mesi del 2022 hanno intrapreso il pericoloso viaggio dal Libano verso l’Europa, attraverso il Mar Mediterraneo, è più che raddoppiato per il secondo anno consecutivo e anche rispetto agli anni precedenti. Solo quest’anno, infatti, circa 3500 persone hanno tentato questa possibilità, per la maggior parte si tratta di rifugiati siriani. Da qui l’appello alla comunità internazionale affinché vengano aumentate le opportunità per i siriani in fuga dalla guerra, affinché gli Stati europei, in particolare, proteggano il loro diritto a chiedere asilo e perché si migliori l'accesso sicuro a Paesi terzi. 

Una crisi che colpisce tutti

Contemporaneamente, Save the Children rileva come in Libano, dove l'organizzazione è presente sin dal 1953, la situazione sia al collasso, aggravata da una crisi che colpisce tutti: libanesi, migranti e rifugiati. Qui, infatti, il prezzo del pane è addirittura quadruplicato rispetto allo scorso anno, con il risultato che circa la metà dei bambini libanesi dipende, per la sopravvivenza, dall’assistenza umanitaria. A questo si aggiunge il dramma dei migranti che, data la situazione, vorrebbero trasferirsi in un Paese terzo. Nonostante però le circa 600mila persone bisognose l’anno, il numero effettivo di posti disponibili non supera i ventimila. 

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28 settembre 2022, 13:18