Repubblica Democratica del Congo, istruzione e futuro: una scommessa da vincere
Debora D’Angelo – Città del Vaticano
La realtà dei Paesi africani è caratterizzata da gravi condizioni di povertà e marginalità, spesso frutto di un problema alla base come quello della formazione scolastica. A pagare il prezzo più alto sono le femmine, come testimonia il dato dell’analfabetismo tra i più giovani a Masina: nella capitale del Paese l’80% degli analfabeti sono ragazze e bambine costrette ad occuparsi dei bambini abbandonati dai papà e della casa, considerato come un onere esclusivo.
Nella Repubblica Democratica del Congo la condizione ordinaria della fascia della popolazione più giovane si costruisce nelle periferie, dove non tutte le famiglie riescono a godere di acqua e di energia. Non mancano poi episodi di abbandono dei più piccoli per strada. Situazione estreme che richiedono particolare cura e attenzione, come quelle mostrate dai salesiani che cercano di difendere, aiutare e dare un futuro alle persone in difficoltà: non escluderli dalla comunità, ma portarli a vivere insieme agli altri al di là delle singole differenze. A tal proposito, Don Daniel Antúnez - presidente di Missioni Don Bosco – ha compiuto un viaggio nella Repubblica Democratica del Congo nelle settimane centrali di agosto toccando con mano la situazione.
Ad oggi, i salesiani congolesi cercano di aiutare concretamente la popolazione; diverse sono le azioni e attività che si svolgono grazie all’aiuto delle donazioni che provengono dall’Italia: oratori, cicli formativi. Si tratta di progetti scolastici per dare ai giovani, soprattutto ragazze, l’opportunità di approcciarsi alla vita e al futuro dei loro figli con più coscienza di sé e del mondo che le circonda.
Problema alfabetizzazione, chi sono le persone più colpite
“In Congo più del 20% della popolazione non è alfabetizzato – spiega Don Daniel Antúnez – e l’assenza di formazione colpisce tutti. A pagarne il prezzo maggiore sono soprattutto le donne”. La formazione scolastica è un problema ampio nel Paese africano che rischia di avere conseguenze ancora peggiori, come l’esclusione e la povertà.
Disuguaglianze e sofferenza
La realtà congolese è diversa da quella europea e toccare con mano e vedere in quali condizioni vivessero le persone africane è stato un passaggio chiave nell’esperienza di Don Daniel, presidente di Missioni Don Bosco. “Spesso non sapevo cosa dire – racconta – perché le mancanze in Congo vanno dal cibo alla salute. Si percepisce la molta sofferenza e, soprattutto, le forti disuguaglianze di questo mondo”.
Storie di vita: Mbuji-Mayi
Mbuji-Mayi è una delle città della Repubblica Democratica del Congo. Proprio in questo territorio, abitato da 4 milioni di persone, Missioni Don Bosco cerca di dare supporto e vicinanza alla popolazione che verte in condizioni di gravi mancanze. “L’80% degli abitanti non ha a disposizione acqua o luce”, racconta Don Daniel.
Missioni Don Bosco: aiuto e progetti
Diversi sono i progetti e le iniziative portate avanti per aiutare le persone dei Paesi del Sud in difficoltà. “Attualmente – racconta Don Daniel – stiamo costruendo una scuola primaria, un pozzo e abbiamo realizzato un orto”. Si tratta di attività e progetti volti a risolvere problemi come la mancata istruzione, l’assenza di acqua e le poche risorse di sostentamento delle famiglie.
Situazione internazionale, tra guerra e povertà
Il mondo odierno ci pone diversi spunti di riflessione, a partire dalla guerra e dalla condizione di povertà che investe diverse fasce di popolazione. Ignorare queste dinamiche “ha gravi conseguenze – sottolinea il presidente di Missioni Don Bosco – soprattutto per la popolazione più in difficoltà: chi è povero, diventa più povero. Portando alla luce nuovi problemi come la mancata educazione e l’esclusione”.
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