In Africa continua la guerra mondiale "a pezzi"
Michele Raviart - Città del Vaticano
Papa Francesco lo ha ribadito anche ieri, parlando con i giornalisti sullâaereo di ritorno dal Kazakhstan: âSiamo in una guerra mondialeâ. Sempre meno âa pezziâ, come è stata da sempre definita dal Pontefice, e sempre più globale. Non solo quindi il conflitto ben noto in Ucraina, o la Siria in guerra da oltre dieci anni, ma anche le guerre cosiddette dimenticate e che spesso si combattono in Africa.
In Tigray si combatte di nuovo
âParliamo soprattutto di guerre interne che ormai sono ad ampio raggioâ, spiega il missionario comboniano Filippo Ivardi, âcon soglie di intensità diversaâ. Francesco ha ricordato la situazione nel Corno dâAfrica dove nel Tigray, nel nord dellâEtiopia e al confine con lâEritrea, da qualche settimana esercito e ribelli hanno ricominciato a combattere. âÈ una guerra tornata ad âalta sogliaâ dopo cinque mesi di treguaâ, sottolinea Ivardi, âil 24 agosto scorso sono ripresi i combattimenti e stanno portando nuova distruzione e fameâ. Oltre cinque milioni di persone - il 90% della popolazione dei Tigray - ha infatti bisogno di aiuti alimentari con oltre due milioni di sfollati in quasi due anniâ.
Il fondamentalismo in Somalia e Mozambico
Insieme agli altri leader religiosi presenti a Nur-Sultan per il congresso che li riuniva, Francesco ha condannato ogni estremismo e radicalismo, terrorismo e incentivo allâodio, soprattutto su base religiosa. Ed è quanto avviene in altri due Paesi citati dal Papa: la Somalia, dove malgrado lâimpegno del nuovo presidente Hassan Mohamud, continuano gli attentati di gruppi legati ad Al-Qaeda, e il Mozambico dove estremisti, legati questa volta allo Stato Islamico, imperversano nella zona nord di Cabo Delgado, ricca di gas e dove, poco più a sud, è stata uccisa dieci giorni fa la missionaria comboniana Maria De Coppi.
Le guerre dimenticate
Gruppi jihadisti combattono anche nella zona del Sahel - Burkina Faso, Mali, Niger, Ciad -, mentre conflitti ci sono anche in Camerun e nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. âSono guerre di cui non parliamoâ, ribadisce padre Ivardi, âconflitti interni che fanno meno notizia rispetto alla guerra in Ucrainaâ.
In Africa un aumento costante del commercio di armi
Ribadita dal Pontefice anche la condanna allâindustria delle armi. âSe si smettesse per un anno di fare le armi si risolverebbe tutta la fame nel mondoâ, ha detto il Papa, parlando di un negozio âassassinoâ. âNel 2021 la spesa mondiale per la prima volta ha sorpassato i duemila miliardi. In Africa questo commercio è in crescita nonostante la pandemia e la necessità di investire sul versante sociale e nei vacciniâ spiega ancora Ivardi. âPurtroppo dalla Nigeria, alla Repubblica democratica del Congo, al Maghreb la spesa è in costante aumentoâ.
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