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Passi avanti sulla questione grano

Attesa per un accordo sulle esportazioni di cereali dall’Ucraina entro la prossima settimana. Oltre ad alleviare gli effetti della crisi alimentare, che già si è fatta sentire in diversi Paesi in conseguenza dei blocchi di esportazione, l’accordo può avere il valore simbolico di una apertura di dialogo come sottolinea il direttore della Rivista Italiana Difesa, Pietro Batacchi

Fausta Speranza – Città del Vaticano

"Passi significativi" si registrano nei negoziati a Istanbul per la ripresa delle esportazioni di grano ucraino. E’ quanto ha affermato il Segretario generale dell'Onu, Antònio Guterres, al termine della giornata di colloqui ieri nella città turca tra le delegazioni di Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite. Ha spiegato che è stato fatto un "progresso sostanziale" nei meccanismi di controllo e coordinamento per la ripresa dell'export sul Mar Nero. L’auspicio espresso da Guterres è che nel prossimo incontro, pevisto per la prossima settimana, le parti possano siglare l’accordo finale. Delle aperture e dei significati di un accordo sul grano abbiamo parlato con Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa:

Ascolta l'intervista con Pietro Batacchi

Batacchi spiega che l'accordo non è ancora completamente chiuso: sarà necessario un lavoro tecnico per materializzare i progressi. Ma - sottolinea -  i passi avanti ci sono e si può sperare nei tempi brevi indicati da Guterres. Batacchi ribadisce  l'importanza di un'intesa alla luce delle ricadute gravi che i blocchi delle esportazioni stanno provocando in diverse aree del mondo, specialmente a scapito delle popolazioni più fragili. Ma mette in luce anche l'importanza di avere una piattaforma di dialogo che funzioni sia pure limitatamente al contesto dei cereali. In ogni caso, rappresenta un binario tracciato, una via di scambio, un'occasione di incontro intorno a un tavolo che lascia sperare che si possa presto percorrere questa via anche su altri livelli di diplomazia per la pace. Sempre Batacchi chiarisce che la sede dei colloqui a Istanbul ricorda il ruolo che la Turchia può giocare tra le parti e aggiunge che non si deve sottovalutare neanche l'impegno dell'Onu per il raggiungimento dell'intesa. Poi, si sofferma su un altro fattore che entra in gioco in modo preponderante: le materie prime. Da sempre il commercio è stato importante per gli equilibri politici ma, sottolinea il direttore di Difesa, nella situazione attuale di estrema complessità risulta essere un fattore di grandissimo peso. 

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Oltre 130 navi mercantili cariche di grano ucraino attendono nel Mar Nero per accedere al Danubio attraverso le vie di entrata e uscita dei canali dell'estuario di Sulina e Bystre, ricorda Batacchi. L'obiettivo è raggiungere una serie di porti e terminal in Romania da dove il grano potrà essere trasbordato verso diverse destinazioni. I servizi di localizzazione marittima hanno mostrato un ingorgo di navi in attesa di passare nel Danubio da quando è stata aperta una seconda rotta attraverso l'estuario di Bystre dopo la recente ritirata russa dalla vicina e strategica isola dei Serpenti, che aveva minacciato la navigazione vicino a Odessa. In precedenza le navi potevano entrare nel Danubio solo tramite il canale di Sulina, il cui passaggio è a senso unico, con le navi mercantili che dovevano aspettare settimane per attraversare il canale. Sebbene i grandi vettori non possano passare attraverso l'estuario di Bystre, limitando la quantità di grano che può essere esportato, i funzionari ucraini hanno affermato che, da quando è stata riaperta, già 16 navi hanno transitato negli ultimi quattro giorni sulla rotta Bystre .

La posizione di Mosca

Il capo del Dipartimento per i rapporti con le organizzazioni internazionali del ministero degli Esteri russo, Pyotr Ilyichev, ha affermato che l'esercito russo ha ribadito la propria disponibilità a consentire corridoi di spedizione sicuri nel Mar Nero. Ilyichev ha aggiunto che settanta navi provenienti da 16 Paesi sono rimaste bloccate nei porti ucraini, sostenendo che le autorità ucraine avevano impedito loro di partire. "Le nostre condizioni sono chiare - ha affermato Ilyichev - dobbiamo avere la possibilità di controllare le navi per impedire qualsiasi tentativo di contrabbando di armi, e Kiev deve astenersi da qualsiasi provocazione".

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14 luglio 2022, 12:19