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Il Papa benedice una famiglia (foto d'archivio) Il Papa benedice una famiglia (foto d'archivio)

Le famiglie d’Europa dal Papa: inverno demografico e individualismo le sfide di oggi

La Federazione delle Associazioni Familiari Cattoliche in Europa (Fafce) celebra a Roma i 25 anni dalla fondazione. Domani udienza con Papa Francesco. Il presidente Vincenzo Bassi: “Un premio per tutte le famiglie. Ci saranno operai e imprenditori, nonni e casalinghe, insieme come un gregge con il suo pastore”

Salvatore Cernuzio e Felipe Herrera-Espaliat – Città del Vaticano

Nonni e genitori, professionisti e casalinghe, operai e imprenditori. I mille volti delle famiglie di tutta Europa si presenteranno domani mattina a Papa Francesco, in Sala Clementina. Sono i delegati di ogni Paese della Fafce (Federazione delle Associazioni Familiari Cattoliche in Europa), rete che riunisce le associazioni familiari di tutta Europa e che si trova in questi giorni a Roma per celebrare il 25° anniversario della fondazione. Giorni di condivisione, discussione e riflessione, sugellati dall’udienza con il Pontefice “Sarà un momento di semplice gioia. Un premio, non per noi membri del Fafce ma per tutte le famiglie che vivono oggi le sfide di individualismo e inverno demografico”, dice a Pope il presidente Vincenzo Bassi, ospite in Sala Marconi nella sede della Radio Vaticana.

Ascolta l'intervista a Vincenzo Bassi, presidente della Fafce

Presidente Bassi, cosa rappresenta il Fafce dopo 25 anni?

Siamo un punto di riferimento per rappresentare i bisogni delle famiglie davanti alle istituzioni dell’UE e al Consiglio d’Europa, ma anche un punto di riferimento per tutte le Conferenze episcopali locali per tutto ciò che può riguardare l’associazionismo familiare. Una nostra funzione importante è quella di stimolare, ispirare, invogliare a livello locale la creazione di reti di famiglie e associazioni familiari. La nostra attività si declina in tantissime iniziative di tipo politico, associativo, pastorale.

Domani celebrerete qui a Roma il vostro anniversario…

Per noi è stato un anno particolare, vissuto con grande intensità tra la pandemia e la guerra. Ora abbiamo la gioia di vedere accolto il nostro desiderio di incontrare il Santo Padre per la seconda volta. Già cinque anni fa ci aveva ricevuto per il ventesimo anniversario. Dopo l’udienza con Papa Francesco, nel pomeriggio vivremo un momento di riflessione importante perché parleremo di famiglia come bellezza, che si manifesta in diversi settori, non solo all’interno della Chiesa, ma anche nella società civile. E anche della famiglia come strumento di difesa e di rifugio in momenti difficili come quello che vivono i Paesi coinvolti nella guerra. Avremo infatti la testimonianza di amici che vengono proprio per l’occasione dall’Ucraina.

Vincenzo Bassi, presidente della Fafce
Vincenzo Bassi, presidente della Fafce

Cosa significa per voi vivere un nuovo incontro con il Papa?

È difficile racchiudere una risposta in poche parole. È un momento di semplice gioia: parlare con il Papa che vuole con noi condividere un momento così bello. Lo consideriamo un premio, non per noi della Fafce ma per le famiglie. Il Papa ha messo la famiglia al centro del suo ministero petrino, ha ricordato più volte che la famiglia è un cammino personale di santità. Ci invoglia e incoraggia ad essere ‘Chiesa in uscita’ e questo significa rendere le sedi delle nostre associazioni sempre più case accoglienti, e meno case lontane dalle comunità. Le associazioni familiari non sono infatti una parte della società ma rappresentano la società nel suo intero. Non sono associazioni di categoria come un partito o un sindacato ma rappresentano tutto quello che può essere l’elemento pulsante della società. Infatti incontreranno il Papa domani tutte le categorie sociali: operai, nonni, professionisti, casalinghe, imprenditori, professionisti, proprio perché insieme, pur nelle loro imperfezioni, hanno voglia di continuare un cammino nella consapevolezza di non essere soli, ma un gregge con il proprio pastore. È un incoraggiamento anche per le giovani coppie che non hanno il coraggio di scommettere l’uno per l’altro, invece la famiglia è una gioiosa responsabilità che dà senso alla nostra vita, ben sapendo che non esistono modelli di famiglia ma solo esempi.

Tra pochi giorni si celebrerà a Roma l’Incontro Mondiale delle Famiglie. Quali sono le sfide delle famiglie oggi in Europa?

Tante… Io penso che questo appuntamento mondiale dev’essere un momento comunitario. Durante la pandemia abbiamo visto come la peggiore delle malattie, più della mancanza di denaro e del lavoro, è la solitudine. Quando le famiglie si riuniscono, invece, trasmettono esperienze e speranze. Stare insieme aiuta e nello stare insieme si affrontano argomenti e nuove sfide che sono stimoli e che ci permettono di essere un buon lievito per le nostre comunità. La grande sfida è di sconfiggere l’individualismo, che ha come conseguenza il grave inverno demografico che la società sta vivendo. Esso non si sconfigge rassegnandosi al fatto che non avremo un futuro o che i nostri figli vivranno sempre più soli in ambienti di persone anziane, ma si sconfigge dando valore agli anziani che, attraverso la loro esperienza, devono poter avere la responsabilità di trasmettere coraggio e fiducia alle giovani generazioni. Non ci sarà mai uno sviluppo sostenibile senza un equilibrio intergenerazionale che si raggiunge come obiettivo comunitario, stando insieme, non lasciando le coppie sole.

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09 giugno 2022, 18:00