Earth Day Italia, Sassi: oltre 200 i conflitti in corso per le materie prime
Benedetta Capelli e Luca Collodi – Città del Vaticano
Ruota intorno al tema: “Investire nel nostro pianeta” la 52.ma Giornata della Terra, l’Earth Day promossa da Earth Day Italia e Movimento dei Focolari. In Italia, domani mattina si partirà con una lunga maratona multimediale, #OnePeopleOnePlanet, che si concluderà alle 22.30. Teatro dell’iniziativa, costituita da dibattiti, approfondimenti vari, è la “Nuvola” di Fuksas per lanciare un forte messaggio di speranza e una importante chiamata all'azione per la tutela del pianeta. Tra i media partner c'è anche Pope.
Ambiente e pace
Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day, sottolinea la necessità, in questo tempo, di lavorare per la pacificazione ricordando che il conflitto in Ucraina è esploso mentre a Firenze, sull’esempio di Giorgio La Pira, vescovi e sindaci firmavano un impegno comune proprio sulla pace. “Earth day – afferma - è un'occasione importante perché, in collegamento con varie parti del mondo, si racconteranno tante esperienze di persone che si impegnano ogni giorno operando in modo incredibile per la costruzione della pace”. Una pace che passa anche nella tutela dell’ambiente che le guerre sfigurano e distruggono. “Faccio solo un esempio – sottolinea Sassi - il Burundi era uno dei Paesi più floridi, le guerre interne hanno praticamente distrutto l’ecosistema, hanno decimato la biodiversità”.
Duecento conflitti in corso
Dall’altra parte le risorse naturali sono spesso causa di conflitti, a scatenarli la ricerca dell’acqua, il possesso di territori o di materie prime. “Lo spirito di condivisione e di rispetto del Creato – afferma il presidente di Earth Day – deve animare le relazioni internazionali. L’Unesco ha reso noto che negli ultimi vent'anni si sono aperti 263 conflitti sull'acqua e in questo preciso istante ci sono 200 conflitti attivi, generati dalla conquista delle risorse idriche. Il tema guerra e risorse naturali è un tema caldissimo che va gestito in maniera completamente diversa dalle Nazioni Unite e dai rapporti tra i Paesi”.
Giovani capaci di fare chiasso
Sassi sottolinea anche la sproporzione tra le grandi potenze economiche di 20 Paesi nel mondo che producono l’80% delle iniezioni di CO2 in atmosfera e quindi maggiormente responsabili e gli altri 77 Paesi che vivono nella povertà assoluta. Uno squilibrio che solo attraverso politiche nuove si può sanare. Molto va riconosciuto ai giovani che sono il presente dell'umanità chiamati, come ha detto il Papa ricevendoli prima della Cop 26, a fare chiasso per dare vita a nuove modalità. Secondo il presidente d Earth Day la differenza si può fare in tre modi: “Il primo è che i giovani sono la grande innovazione, portatori di una freschezza, di un pensiero pulito, ma allo stesso tempo sono le vittime innocenti di questo cambiamento climatico, quindi i primi a rivendicare un futuro diverso”. Sassi parla anche della capacità dei figli, in un mondo che corre in una certa direzione quasi in maniera sorda e cieca, di svegliare la coscienza dei padri. “Questo è sicuramente decisivo per dare ai giovani la centralità che meritano nella questione intergenerazionale sul clima”.
Il faro della Laudato si’
Per la Giornata della Terra ci sono varie iniziative in programma sulla scia della Laudato si' di Papa Francesco, “esatto emblema del nostro messaggio”, afferma Sassi, sottolineando che il Papa ha sdoganato il tema della tutela dell’ambiente, “lo ha tolto dalla nicchia degli ambientalisti, lo ha portato all’attenzione di tutti, arrivando a creare le condizioni dell'accordo sul clima di Parigi e che oggi diventa una piattaforma d'azione”. “Il grande messaggio – aggiunge – è che tutti dobbiamo fare la nostra parte, stiamo rischiando di morire, siamo tutti sensibilizzati ma non traduciamo questa sensibilità in azioni. La piattaforma Laudato si' di Papa Francesco consente a tutti di fare ognuno la propria parte”. Necessario puntare sulla massa critica che, convertendosi alla transizione ecologica, può far scattare la viralità, un effetto domino capace di produrre risultati concreti entro il 2030.
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