Fratellanza, Abdelsalam: “Siamo tutti una sola famiglia, l'Expo un esempio"
Alessandro Di Bussolo e Francesca Merlo – Dubai (Emirati Arabi Uniti)
“La fratellanza umana non è una bacchetta magica con la quale poter cambiare il mondo in una notte”, ma è “una cultura condivisa e un valore fondamentale dell’uomo” che purtroppo i conflitti spesso fanno dimenticare. Nel nostro Alto Comitato per la Fratellanza Umana, uomini di diverse fedi e scuole di pensiero lavorano insieme per ricordare a tutti gli abitanti della terra questo istinto naturale alla fratellanza, “che siamo tutti una sola famiglia e che l’unico modo per costruire un mondo migliore per le prossime generazioni è praticare la solidarietà, la coesistenza e il rispetto reciproco”.
L' Expo di Dubai, "faro di coesistenza e comprensione reciproca"
Nel tracciare un bilancio della seconda Giornata mondiale della Fratellanza Umana, istituita dalle Nazioni Unite su proposta dell’Alto Comitato voluto da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al Azhar per l’attuazione dei principi del , il segretario generale dello stesso Comitato, il giudice egiziano Mohamed Abdelsalam, sottolinea a Pope ciò che muove l’impegno di tutti i suoi compagni di cammino. E definisce l’Expo 2020 di Dubai, che ha ospitato l’evento principale della Giornata del 4 febbraio, un “faro di coesistenza e comprensione reciproca” e anche “un esempio pratico come vivere i valori della fratellanza umana” perché nei padiglioni di più di 190 Paesi del mondo si vive uno scambio arricchente “di idee, culture e anche interessi economici e commerciali”.
Primo musulmano commendatore dell'Ordine Piano
Il segretario generale dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana è giudice del Consiglio di Stato d’Egitto ed ex consigliere del Grande Imam Al-Tayyeb. E’ stato per otto anni capo del Muslim Council of Elders, ed ha rappresentato Al Azhar nell’assemblea incaricata di disegnare una nuova costituzione egiziana tra il 2012 e il 2013. Ha contribuito alla stesura del Documento sulla Fratellanza Umana e per il suo impegno a favore del dialogo interreligioso, ha ricevuto dal Papa la Commenda con Placca dell’Ordine Piano, primo egiziano, arabo e musulmano a ricevere questa onorificenza.
Abdelsalam: la fratellanza umana non è una bacchetta magica
In questa intervista ribadisce che le aree chiave di impegno dell’Alto Comitato sono “l’educazione, l'empowerment dei giovani e delle donne, e la protezione dei diritti umani”.
Che bilancio si sente di fare della seconda Giornata mondiale della Fratellanza Umana, che è stata celebrata il 4 febbraio in tutto il mondo, ma soprattutto a Dubai?
Sì, è stata celebrata in modo molto speciale qui all’ Expo 2020 di Dubai, perché questo luogo è diventato un faro di coesistenza, comprensione reciproca e anche un esempio pratico di come vivere i valori della fratellanza umana. In tutto il mondo sono stati celebrati questi valori e questa cultura, ma l'Expo è un luogo dove più di 190 Paesi di tutto il mondo si riuniscono in uno spirito di reciproca e scambio di idee, culture e anche di interessi economici. Con l’evento del 4 febbraio all’Expo abbiamo voluto trasmettere questo messaggio e diffonderlo alle persone di tutti i ceti sociali: stare insieme è importante, siamo una sola famiglia e l'unico modo che abbiamo per garantirci un futuro più luminoso e pacifico è quello di mostrare solidarietà e rispetto reciproco.
Alcune delle persone che contribuiscono a trasmettere questo messaggio, sono i membri dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana. Qual è esattamente il vostro lavoro e quali sono le iniziative che proponete per far sì che la Fratellanza Umana diventi un concetto concreto?
Prima di tutto il nostro comitato è una delle iniziative chiave per attuare i valori e i principi del Documento sulla Fratellanza Umana. I suoi membri provengono da diversi percorsi di vita, sono esperti in diversi campi dell'educazione, della cultura, della fede, e anche di diverse scuole di pensiero. Ma tutti concordano sull'importanza del messaggio della fratellanza umana e sul fatto che si tratta di un percorso sicuro per costruire un mondo migliore per le prossime generazioni. La fratellanza umana non è una bacchetta magica con la quale possiamo cambiare il mondo intero in una notte. È una cultura e un insieme di valori che cerchiamo di diffondere, incoraggiando le persone di diversa provenienza a viverli nella loro vita quotidiana. Il nostro scopo è quello di creare un ambiente tollerante, che sia caratterizzato da una coesistenza pacifica, una cultura dell'amore condiviso, la condivisione di dolori e gioie e anche di altri interessi che riguardano la vita di ogni giorno. Ecco perché abbiamo lanciato una serie di iniziative per tradurre tutto questo in azioni nelle diverse società. Una delle aree chiave su cui lavoriamo è l'educazione, l'empowerment dei giovani e delle donne, e la protezione dei diritti umani. Per quest’ultima è fondamentale che in tutte le società si diffonda il grande valore del rispetto della dignità umana. Solo così saremo sicuri di avere un mondo più pacifico per le prossime generazioni.
Alla fine della prima parte dell’evento del 4 febbraio lei ha firmato, a nome dell’Alto Comitato, un memorandum d’intesa con una rappresentante del Ministero della Tolleranza e della Coesistenza degli Emirati Arabi Uniti. Potrebbe dirci qualcosa di più su questo accordo?
Il lavoro dell’Alto Comitato si basa su un principio molto importante: la costruzione di partenariati con altre organizzazioni, governative o meno, che condividono gli stessi valori. Nel nostro primo incontro con Papa Francesco e il Grande Imam come membri dell'Alto Comitato, abbiamo ricevuto questo consiglio: "Non lavorate da soli, in isolamento, ma tendete le mani ad altre organizzazioni e ad altri partner, per raggiungere i valori di coesistenza e costruire insieme un mondo migliore". Così abbiamo iniziato a realizzare partnership con altre organizzazioni. Vorrei chiarire che la nostra cooperazione con il Ministero della Tolleranza non è nuova. Abbiamo lavorato insieme fin dalla creazione dell'Alto Comitato, ma in questa giornata speciale abbiamo voluto istituzionalizzare questa forma di partenariato e di stretta collaborazione perché lo sceicco Al Nahyan è lui stesso un uomo di tolleranza e di pace e anche il Paese, gli Emirati Arabi Uniti sono un paese che sponsorizza e sostiene la coesistenza reciproca e armoniosa e la tolleranza. Quindi abbiamo voluto firmare questo documento per incoraggiare coloro che verranno dopo di noi a proseguire questa cooperazione e a lavorare insieme come istituzioni piuttosto che individui. Obiettivo di questo memorandum è lanciare e condurre insieme iniziative comuni, un progetto di ricerca e anche di intensificare i nostri contributi ai forum internazionali e alle piattaforme per diffondere sempre di più il messaggio della tolleranza e della fratellanza umana.
La celebrazione della seconda Giornata mondiale della Fratellanza Umana è stata caratterizzata da messaggi e dichiarazioni di molti leader mondiali e delle fedi. Papa Francesco, nel suo messaggio, ha detto: “O siamo fratelli e sorelle, o crolla tutto”: è una dichiarazione molto illuminante, che sottolinea la necessità e l'importanza di questo lavoro. Il Grande Imam Al-Tayyeb ha detto che tutte le fedi e le religioni condividono questo valore di porre fine alle guerre e vivere in pace e questo è l'unico sentiero che tutti gli esseri umani dovrebbero percorrere insieme. Abbiamo anche ricevuto messaggi di partecipazione dal presidente degli Stati Uniti, dall'Onu, dalle comunità ebraiche, cristiane, buddiste e hindu di tutto il mondo. Tutti questi messaggi affermano che la fratellanza umana è una cultura condivisa ed è la tradizione fondamentale dell'umanità, ma forse i conflitti e le guerre che abbiamo in varie parti del mondo allontanano le persone dall'istinto della natura umana. Ed è per questo che stiamo lavorando insieme per ricordare a tutte le persone nel mondo questo valore fondamentale di ogni uomo, per avere una società più pacifica e più stabile in futuro.
Il tema del suo intervento alla tavola rotonda dell’Expo di Dubai era “Costruire società inclusive attraverso la fratellanza umana”. Come è legato questo all’importanza di cercare aiuto e partnership in altre istituzioni, di cui ci ha appena parlato?
È una sfida che possiamo vincere solo attraverso l'educazione e la cultura. L'educazione creerà una nuova generazione che porterà avanti volontariamente questo messaggio, e la cultura farà sì che tutti nella società apprezzino questi valori e comincino a viverli. Ci ispirano quotidianamente i continui messaggi e le parole di Papa Francesco e del Grande Imam di Al Azhar, che chiedono una promozione di responsabilità condivisa nella società. Perché se abbiamo questo vero senso di responsabilità verso gli altri, verso le nostre famiglie e l'intera comunità in cui viviamo, saremo in grado di superare molte sfide e risolvere molti problemi. Faccio un esempio: la crisi del cambiamento climatico che stiamo soffrendo e di cui stiamo vedendo le conseguenze, è una conseguenza diretta del fatto che non stiamo portando avanti questa responsabilità verso l'ambiente in cui viviamo, a beneficio delle generazioni future. Quindi riaffermiamo il nostro appello a tutti i leader politici e religiosi, a tutti i responsabili dell'istruzione, della cultura, delle arti, per cercare di diffondere questo appello alla responsabilità condivisa. E ci impegniamo a promuovere la fratellanza umana attraverso l'azione prima delle parole.
In conclusione, voglio ringraziare a nome dell’Alto Comitato Papa Francesco, esempio di un uomo di pace, vera voce che cerca di portare tutte le persone, provenienti da diversi percorsi di vita, a sentire di essere tutti membri della stessa famiglia umana. E voglio ringraziare il Grande Imam di Al Azhar per il suo sostegno e per il suo essere sempre vicino ai poveri e ai sofferenti delle nostre società. E’ ed è sempre stato una voce che chiede di dare sostegno ai rifugiati e agli emarginati e che invita la comunità internazionale a mostrare una vera solidarietà con queste categorie sofferenti. Infine vorrei esprimere profonda gratitudine a sua altezza Mohammed bin Zayed, principe ereditario di Abu Dhabi, perché è un uomo che crede davvero nell'importanza della bontà e sostiene le iniziative dell’Alto Comitato della Fratellanza Umana per trasformare questo documento in una realtà vissuta non solo qui ma ovunque nel mondo.
Il rabbino: un documento per guarire le fratture del mondo
Uno dei membri dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana è M. Bruce Lustig, rabbino capo della Comunità ebraica di Washington, nella sinagoga più grande e più antica della capitale degli Stati Uniti, che ha guidato per più di 30 anni. E’ conosciuto per il suo impegno costante nell’aprire strade di dialogo e rafforzare le relazioni tra i membri di tutte le fedi. Leader della comunità interconfessionale della città, ha organizzato il primo Summit Abramico della nazione, riunendo cristiani, ebrei e musulmani. Ha ricevuto una medaglia d’onore da Re Mohammed VI del Marocco per il suo ruolo di guida nella cooperazione interreligiosa. Intervistato da Pope a Dubai, il rabbino Lustig elogia la lungimiranza del Documento sulla Fratellanza Umana, che “offre un'opportunità per sanare le molte divisioni del mondo”.
Lustig, gli atti che curano: giustizia sociale e compassione
Tutti noi, spiega “dovremmo aderire ai principi del documento”. E ritiene che l'ebraismo condivida con le altre fedi abramitiche "il riconoscere che siamo tutti creati a immagine di Dio, e che ogni uomo è dotato di diritti inalienabili". Il Documento sulla Fratellanza Umana è "una chiamata" ad applicare nella realtà questo riconoscimento di dignità, rispetto, amore e compassione per ogni persona. Il messaggio di Papa Francesco e del Grande Imam, per il rabbino di Washington è universale, perché quando cominceremo a vedere tutti come nostri fratelli e nostre sorelle "il mondo sarà cambiato". I due leader rappresentano i credenti delle religioni praticate dal 41% della popolazione mondiale, e "nessun altro ha questo tipo di influenza". Il nostro mondo è ferito, conclude Lustig, e questa è un'opportunità per guarirlo. "In ebraico, lo chiamiamo 'Tikkun Olam', la riparazione del mondo. Sono atti di amorevole gentilezza, giustizia sociale, compassione: le cose che guariranno il mondo, e questa è l'aspettativa che è stata sollevata con questo documento".
Gbowee, la voce delle donne
All’evento di Dubai partecipa anche il premio Nobel per la Pace 2011 Leymah Roberta Gbowee, attivista per la pace liberiana, operatrice sociale e sostenitrice dei diritti delle donne, oratrice molto richiesta a livello internazionale, che è membro dell’Alto Comitato. Nel 2012 ha fondato la Gbowee Peace Foundation Africa (Gpfa) che oggi presiede, che offre opportunità educative e di leadership a più di duemila donne e ragazze in Africa e nel mondo. A Pope sottolinea che le donne nella storia "sono state emarginate", hanno "subito immense violenze prima, durante e dopo i conflitti", e "continuano ad essere lasciate fuori dai processi politici e dai processi decisionali". Oggi donne e ragazze “sono le più colpite dalla crisi climatica” e sono le prime vittime “del traffico di esseri umani ".
Un documento che chiede "l'uguaglianza di genere"
"Non ci può essere assolutamente nessuna fratellanza umana senza donne e ragazze", sottolinea, e il primo passo concreto è stato fatto, con questo documento, che “è dovuto alla tenacia del Papa e del Grande Imam". "Anche se molti leader si tirano indietro, questo documento ha realizzato uno dei miei desideri – conclude Leymah - e cioè che due leader religiosi si esprimessero chiaramente per chiedere l'uguaglianza di genere e il riconoscimento dei diritti delle donne".
Al Duwaini (Al Azhar): ricoprire l'umanità e i suoi valori
Alla Tavola rotonda della Fratellanza umana, al Padiglione della sostenibilità dell’Expo, ha partecipato anche Muhammad Al ?uwaini, vice del Grande Imam della prestigiosa moschea e università Al Azhar de Il Cairo in Egitto, dove è professore di giurisprudenza islamica comparata. A Pope sottolinea che lo scopo del documento è quello di aiutare le persone a “riscoprire l’umanità e i suoi valori”. La posizione moderata di Al Azhar, spiega “è la vera natura dell’Islam”, e in Egitto il 90 per cento degli abitanti che sono musulmani coesistono in pace con il 9,6 per cento che sono cristiani copti. E parla di un luogo chiamato “Casa famiglia” nel quale si incontrano musulmani, copti ortodossi, protestanti e cattolici.
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