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Un'immagine di Almaty, principale città del Kazakistan Un'immagine di Almaty, principale città del Kazakistan 

Kazakistan, arrestati un centinaio di manifestanti. Ancora feriti e scontri ad Almaty

Kassym-Jomart Tokayev parla di stabilizzazione in gran parte della nazione, dopo la dura repressione delle manifestazioni di piazza con decine di morti. A sostegno delle forze governative sono arrivati anche i paracadutisti russi

Marco Guerra e Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

"Le forze dell'ordine stanno lavorando duramente e le operazioni di sicurezza continueranno fino alla distruzione totale dei militanti", sono durissime le parole usate del presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, in una nota che annuncia il ripristino dell’ordine.

Sgomberati i manifestanti nelle principali città 

Le forze di sicurezza hanno sgomberato la piazza principale di Almaty, capitale finanziaria del Paese, cacciando i manifestanti presenti. Da ieri è presente nel Paese un contingente di 2.500 militari a guida russa, mentre scontri venivano ancora segnalati in tutte le principali città kazache. Il sostegno di Mosca preoccupa Washington, l’amministrazione Usa avverte che vigilerà sul rispetto dei diritti umani.

Decine di vittime tra manifestanti e agenti

Il blocco di internet e delle linee cellulari non consentono di avere un quadro preciso della situazione nell’ex Repubblica sovietica, sebbene le scene della distruzione abbiano ormai fatto il giro del mondo. Gli aeroporti di Almaty, Aktay e Aktobe restano chiusi. Secondo le autorità, le proteste per l’aumento del Gas hanno provocato decine di morti, fra cui 18 agenti e 28 manifestanti, almeno un migliaio di feriti e circa 2.000 arresti. Tokayev oggi parlerà di nuovo alla nazione, sarà il terzo messaggio del presidente dallo scoppio dei disordini. 

Crisi politica e sociale

La crisi che sta gettando nel caos il Kazakistan ha sicuramente un'origine sociale, causata dal gas il cui prezzo è praticamente più che raddoppiato, ma c'è anche una motivazione politica dato che si avverte nella popolazione una stanchezza nei confronti di una leadeship che è praticamente la stessa sin da prima della dissoluzione dell'Unione Sovietica. E' l'analisi di Giuseppe D'Amato, esperto di tematiche internazionali e in particolare dell'area ex societica, intervistato da Radio Vaticana-Pope.

Ascolta l'intervista a Giuseppe D'Amato

L'intervento russo in terra kazaka, afferma D'Amato, va ricondotto nell'intesa di mutuo soccorso che c'è tra diversi Paesi ex sovietici. E' stato proprio il governo locale a chiedere la presenza del contingente di pace, per riportare la tranquillità nel Paese. Sulla situazione in Kazakistan, conclude D'Amato, in questo momento sono puntati i riflettori di tutta la comunità internazionale; è un Paese strategico per Mosca, ma importante anche per l'Europa

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07 gennaio 2022, 08:35