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Le emissioni del distretto industirale di Ajmer, nel nord dell'India Le emissioni del distretto industirale di Ajmer, nel nord dell'India 

Gas serra record: preoccupa il rapporto dell'Onu in vista della Cop26

L'Organizzazione metereologica mondiale delle Nazione Unite registra una quantità di anidride carbonica più alta rispetto a cinque anni fa. A rischio gli obiettivi di Parigi sul riscaldamento climatico. Il segretario Taalbas: "è un chiaro messaggio scientifico per i negoziatori alla conferenza sul Clima. Non c'è tempo da perdere"

 Michele Raviart - Città del Vaticano                                 

Il rallentamento economico causato dalla pandemia non ha avuto effetti evidenti sulla concentrazione dei gas serra esistenti nell’atmosfera o sui loro tassi di crescita. Anche se diminuita del 5,6%, nel 2020 la quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera ha raggiunto un livello record, con un incremento superiore alla media registrata nel decennio 2011-2020. Ad annunciarlo è l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), agenzia delle Nazioni Unite con sede a Ginevra, nel report annuale sui gas serra riferito agli ultimi 12 mesi.

La stessa Co2 di 5 milioni di anni fa

Tecnicamente, la quantità di Co2 – il gas serra più importante – ha raggiunto in media le 413 parti per milione nell’atmosfera, con picchi di 420. Solo cinque anni fa era 400. Una concentrazione di anidride carbonica che è  pari a quella che si registrava sulla Terra dai 3 ai 5 milioni di anni fa quando, spiega il segretario generale dell’Omm Petteri Taalas, “la temperatura era di 2-3 gradi più calda e il livello del mare era di 10-20 metri più alto di adesso. Ma allora non c’erano 7,8 miliardi di persone”.

Si rischia un aumento della temperature superiore ai 2°C

“Siamo molto fuori strada”, ha sottolineato ancora Taalas, perché se la crescita si attesterà su questi ritmi l’aumento della temperatura sarà di gran lunga superiore all’1,5-2 gradi stabiliti dagli accordi di Parigi. Anche se le emissioni si dovessero ridurre rapidamente allo zero netto, si legge nel rapporto, il livello di temperatura già osservato durerà per diversi decenni e questo significa “più condizioni metereologiche estreme, tra cui caldo, precipitazioni intense, scioglimento dei ghiacci e aumento del livello del mare.

il ruolo di oceani e foreste

Il timore, poi, è che la funzione di assorbimento dell’anidride carbonica compiuta dagli oceani e dagli ecosistemi terrestri come le foreste possa diventare meno efficiente a causa dell’aumento di siccità e incendi. Generalmente foreste e oceani trattengono la metà della Co2 dall’atmosfera e un indebolimento di questo “cuscinetto” favorirebbe ulteriormente l’aumento della temperatura.

Bisogna agire ora

“Si tratta di un chiaro messaggio scientifico per i negoziatori della Cop 26” - che inizierà domenica a Glasgow -, spiega ancora Taalbat. Come ha ribadito spesso Papa Francesco nei suoi interventi sul cambiamento climatico, questo è il tempo di agire.“Dobbiamo rivedere i nostri sistemi industriali, energetici e di trasporto e l’intero stile di vita”, ribadisce il segretario dell’Omm, “le modifiche necessarie sono economicamente accessibili e tecnicamente possibili. Non c’è tempo da perdere”.

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25 ottobre 2021, 17:30