Prorogata la missione Onu in Libia sino al 31 gennaio 2022
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
L’auspicio della comunità internazionale è cha la Libia si avvii quanto prima verso una situazione stabile. La cartina di tornasole per un ritorno alla normalità saranno proprio le elezioni presidenziali che dovrebbero restituire unità ad un Paese praticamente in guerra dal 2011. Eventi drammatici che culminarono con la cattura e l’uccisione del presidente Gheddafi. Il prolungamento della missione dei caschi blu, che scadeva ieri, nelle intenzioni dell’Onu è proprio quello di accompagnare la Libia verso una situazione politica più stabile. Non è stato comunque semplice per il Consiglio di Sicurezza il percorso che ha portato al prolungamento della missione. Acceso il dibattito sul ritiro delle truppe straniere e mercenarie, sul futuro della carica di inviato dell’Onu in Libia, mentre il Kenya ha chiesto che sia un africano a guidare il processo di transizione.
Monitorare le elezioni
La presenza dei caschi blu in Libia è decisiva, afferma, nell’intervista a Radio Vaticana-Pope, Luciano Ardesi, esperto di nord Africa, affinchè il processo elettorale, che si concluderà tra poco meno di tre mesi, possa svolgersi regolarmente.
E’ poi importante che la presenza internazionale favorisca l’uscita dalla Libia delle truppe straniere e mercenarie che spesso sovrappongono i propri interessi a quelle reali di un Paese che da dieci anni vive nel caos e nella violenza. Da parte della popolazione libica, invece, afferma Ardesi, è importante che la parcellizzazione etnico-tribale di cui si compone il tessuto sociale si dissolva e tutti possano riconoscersi in un unico presidente, un unico governo e un unico parlamento. L’atteso appuntamento elettorale riuscirà a dare queste risposte? Questo, secondo Ardesi, sarà la sfida a cui la Libia e la comunità internazionale dovranno rispondere.
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