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G20: il presidente Draghi e i leader mondiali con medici e infermieri G20: il presidente Draghi e i leader mondiali con medici e infermieri 

G20, Draghi: il mondo cammini insieme per vincere la lotta alla pandemia

Il primo ministro italiano, Mario Draghi, ha aperto il G20, auspicando un'unità di intenti contro la pandemia. Il vertice si tiene per la prima volta in Italia. Tra i temi principali dei lavori, oltre la pandemia e i vaccini, la crisi climatica, la ripresa economica e la situazione in Afghanistan. Per Francesco Tufarelli, presidente del network 'Europolitica' è "fondamentale rimettere al centro delle azioni politiche ed economiche la persona umana"

Luca Collodi e Giancarlo La Vella - Città del Vaticano

Al via a Roma il G20, il 'forum' dei leader, dei ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche centrali nato nel settembre del 1999, dopo una serie di crisi finanziarie a livello mondiale, con lo scopo di favorire scelte comuni anche con i Paesi in via di sviluppo. Del G20 fanno parte l'Unione Europea, una ventina di Paesi tra i più industrializzati del mondo, l'Unione Africana, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario internazionale, oltre ad una serie di Stati ospiti, di volta in volta, del Paese che ha la presidenza di turno del summit. Tra i temi al centro della due giorni romana, in vista della Cop26 sul clima in programma da domenica in Scozia, l'abbattimento delle emissioni inquinanti nell'atmosfera entro il 2050. Accordo in bilico per la posizione di Cina, Russia, India e Arabia Saudita che utilizzano principalmente l'energia fossile per lo sviluppo delle loro economie nazionali. Al centro dell'incontro anche la sfida globale delle migrazioni, economiche e causate da guerre e cambiamenti climatici. 

Draghi: cooperazione e multilateralismo

Ad aprire i lavori, come presidente di turno del G20, è stato il presidnete del Consiglio italiano, Mario Draghi. “A due anni dalla pandemia possiamo guardare al futuro con ottimismo”, ma quello in cui viviamo è un mondo, ha affermato il premieral G20, che avanza a diverse velocità e questo frena la ripresa. Parlando ai grandi del mondo in un clima di estrema cordialità, il capo del governo ha messo in evidenza la necessità di costruire insieme un nuovo modello economico basato sul multilateralismo, unica risposta ai problemi che abbiamo di fronte, laddove nazionalismi e protezionismi hanno creato profonde divisioni nella comunità internazionale. Draghi parla della pandemia, un’emergenza non ancora conclusa, di fronte alla quale bisogna accelerare la diffusione dei vaccini, ma è moralmente inaccettabile, stigmatizza, che “nei Paesi ad alto reddito oltre il 70% della popolazione abbia ricevuto almeno una dose, mentre nei Paesi più poveri questa percentuale crolli a circa il 3%”. L’obiettivo, ha auspicato, è vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro il 2022. "Dobbiamo anche continuare a investire in ricerca – ha rimarcato Draghi – eliminare le barriere commerciali che riguardano i vaccini anti Covid-19, onorare le promesse fatte e migliorare le catene globali di approvvigionamento e consegna.

La persona al centro della politica

Il G20 ha assunto il compito di guidare la ripresa che deve rivolgersi a tutta la popolazione per creare una società,  sono le parole del programma dei Grandi, più giusta, inclusiva sostenibile e resiliente. Emerge soprattutto, sottolinea Francesco Tufarelli, presidente del Centro di Studi europei 'La Parabola' e del network 'Europolitica', l'idea di rimettere la persona al centro delle azioni politiche. Per fare questo è necessaria una importante rivoluzione tecnologica, con il fine di potenziare tutto quello che è il digitale per migliorare concretamente la vita dei cittadini. ma dobbiamo però dire che noi troviamo metà pianeta che non è in condizione di rispettare questa agenda, perchè subisce questa sorta di dittatura tecnologica. L'ultimo punto in agenda riguarda il pianeta e il tema cruciale dei cambiamenti climatici, del degrado dei suoli e la perdita di biodiversità. Il raggiungimento di quelli che sono gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'agenda 2020-30. Su questo l'Europa ha da poco presentato un pacchetto di misure che tuttavia ha creato problemi nel rapporto tra gli Stati e tra questi e l'Unione europea. Perché la riduzione delle emissioni così ambiziosa come prevede il pacchetto europeo, il 55% delle emissioni entro il 2030, comporta una serie di problemi sulle filiere economiche delle Nazioni e nei rapporti tra Stati.

ascolta il presidente di Europolitica, Francesco Tufarelli alla Radio Vaticana

Stati Uniti, Russia e Cina al G20

Quando si affronta una trattativa su temi così cruciali per il mondo, i rischi ci sono ma vanno affrontati. L'alternativa è la scelta di non affrontare la trattativa e quindi, sostanzialmente, di determinare una fase di stallo,  che determina sempre una debolezza del sistema. Le trattative vanno sempre fatte. Nel caso del G20 di Roma, la partecipazione dei massimi livelli internazionali è una garanzia di credibilità per l'Italia che ha saputo interpretare al meglio il suo ruolo nella conduzione e nella preparazione del G20 fin dalle prime fasi. Come del resto è sempre stato anche nelle presidenze di turno dell'Unione Europea. Ma è un'apertura di credito anche per l'Europa che per la prima volta, ricordiamolo, ha reagito alla crisi economica causata dalla pandemia in maniera diversa. Non con i soliti strumenti di austerità e del contenimento delle spese, ma con una forte immissione di denaro nel sistema economico e sociale dei vari Paesi dell'Eu. Una scelta che ha dimostrato  una forte operazione di fiducia nei confronti degli Stati membri. Poi è chiaro che, proprio in questi anni, si sta configurando anche in Europa la necessità di creare la cosiddetta "autonomia strategica" rispetto agli altri Paesi, cioè una sorta di indipendenza su una serie di fattori politici ed economici. Ma questi aspetti vanno chiaramente trattati tavolo su tavolo, là dove andiamo a trattare i vari problemi. Le alleanze possono essere diverse come le contingenze economiche possono essere diverse, ma la cosa fondamentale è che il flusso della trattativa, il flusso dei negoziati, deve comunque rimanere sempre aperto anche se in alcuni casi è possibile che ci siano delle interruzioni nelle comunicazioni. Mantenere aperto lo strumento della trattativa, come in questa Conferenza mondiale, avere dei confronti, facilita sicuramente i rapporti e le soluzioni.

Il ruolo di mediatore dell'Italia 

L'Italia ha organizzato e presiede il G20 di Roma. In questo ruolo è chiamata a organizzare le tematiche e ordinare l'agenda degli interventi. In concreto questo si traduce nella possibilità di contemperare le varie esigenze sul tavolo. Quando sei chiamato a presiedere un tavolo, importante come nel caso del G20, non persegui interessi specifici ma cerchi di raggiungere gli interessi del tavolo. Sostanzialmente cerchi, medi, vai alla ricerca di accordi per il bene comune.

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30 ottobre 2021, 10:19