We run together: una festa dello sport dove nessuno è escluso
Marina Tomarro - Luca Collodi - Città del Vaticano
Ripartire attraverso lo sport. Tutti insieme come una grande sfida che coinvolge il mondo. È stato questo l’obiettivo del meeting inclusivo di atletica leggera “We run together”, promosso in collaborazione con Athletica Vaticana e Fidal Lazio, ed inserito nell’ambito delle iniziative per festeggiare i 100 anni di attività nell’atletica delle Fiamme Gialle e per la festa del loro patrono San Matteo, che si è svolto martedì 21 settembre al Centro Sportivo della Guardia di Finanza di Castelporziano a Roma. Un Meeting “inclusivo” perché, come spiegato dai promotori, è nato sulla scia dell’enciclica “” e delle parole del Papa sul valore dello sport. Lo spirito della manifestazione non ha voluto essere agonistico ma di testimonianza, inclusione e fraternità.
Insieme all’insegna dello sport e dell’amicizia
Il Meeting si è snodato in un pomeriggio assolato di inizio autunno per un momento di festa al quale hanno partecipato moltissimi atleti. L'evento ha voluto celebrare quelli che sono da sempre i valori dello sport: la capacità di inclusione e l’amicizia. Le gare hanno visto protagonisti anche tanti studenti delle scuole romane che si sono alternati, nelle staffette, a rappresentanti provenienti da differenti realtà come la Croce Rossa, l’Amministrazione Comunale Capitolina, la Roma Calcio, fino a formazioni di Case Circondariali, una squadra dell’associazione di ragazzi diversamente abili Special Olympics. Insieme agli atleti di Athletica Vaticana, hanno partecipato anche ospiti speciali come Chiara Porro ambasciatrice dell’Australia presso la Santa Sede, e due giovani migranti, che hanno corso la staffetta dell’amicizia una 4x400 non competitiva. E a questa gara hanno preso parte anche monsignor Emmanuel Gobilliard, vescovo ausiliare di Lyon e delegato della Conferenza episcopale francese per le Olimpiadi di Parigi 2024, con alcuni sacerdoti che fanno parte di Athletica Vaticana e don José Carlos Ballbé, delegato della Conferenza episcopale spagnola per lo sport, con un passato da professionista di hockey su prato.
Un gioco che unisce e mai separa
“Per me è una grande gioia essere qui", ha spiegato al microfono di Luca Collodi monsignor Gobilliard, che a fine della manifestazione ha celebrato una messa conclusiva sulla pista di atletica. Lo sport, ha aggiunto, fa parte della vita, tutti guardano o praticano attività sportive. "Lo sport coinvolge tutta la persona, dal corpo alla mente, ti metti a confronto con le tue debolezze, la difficoltà ad accettare una sconfitta ad esempio. Lo sport ci mette di fronte a delle verità evidenti, se non lavoro e non mi impegno, non ottengo risultati. In questa giornata di festa ci sono tante persone differenti tra loro, ma solo uniti e non separati tra noi, possiamo formare una squadra”.
Tortu: ho realizzato un sogno
Tra gli sportivi presenti alla manifestazione, c’erano anche diversi atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi Tokyo 2020. Tra questi anche Filippo Tortu, oro nella staffetta 4×100 metri ai Giochi di Tokyo.
“Per me questo Centro Sportivo - racconta l’atleta olimpico - è una sorta di seconda casa. Infatti mi sono allenato qui migliaia di volte e vedere oggi tutti questi ragazzi così entusiasti e coinvolti è davvero molto bello”. E negli occhi di questo atleta c’è ancora il riflesso della grande emozione provata a Tokyo qualche mese fa. “Tokyo è stato il sogno sperato sin da bambino di partecipare alle Olimpiadi e di vincere".
"Non ho mai mollato - spiega Tortu - neppure nei momenti più difficili, e alla fine il sogno si è realizzato. È una passione nata quando ero piccolo e che, con gli anni, non è diminuita; anzi, è aumentata sempre di più ed oggi correre è la mia felicità più grande!”.
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