Una Cappella Vivente per Milano, in preparazione alla Cop26
Giada Aquilino - Città del Vaticano
“Un segnale, un grido necessario per la nostra epoca e il nostro mondo” affinché si affronti l’emergenza climatica senza “evocare un impegno ma con l'impegno concreto delle opere”: con queste parole padre Antonio Teodoro Lucente, presidente della - Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo, parla della nuova , la terza in Italia, presentata oggi a Milano e realizzata con il sostegno della Fondazione costola della Congregazione di San Giuseppe e il supporto del .
Le Living Chapel
Dopo quelle sorte all’Orto Botanico di Roma e nel Parco Regionale del Delta del Po, la Living Chapel di Milano è un’installazione architettonico-paesaggistica nel giardino Aristide
Calderini, progettata dallo studio A3Paesaggio e nata da un’idea del compositore musicale Julian Darius Revie: con uno spazio raccolto e definito dal verde e una grande panchina di legno a forma circolare, si propone come luogo di riflessione sul bisogno di connessione armonica tra uomo e natura, come occasione d’ispirazione a salvaguardare la casa comune e come simbolo dell’impegno interreligioso per la cura del nostro pianeta.
In preparazione alla Cop26
La presentazione, al Milano Convention Centre, è avvenuta nell’ambito delle iniziative della , l’evento promosso dal ministero italiano della Transizione ecologica, Connect4Climate del Gruppo Banca Mondiale, Comune di Milano e Regione Lombardia in occasione della partnership italiana alla 26.ma Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico, la , in programma a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre. È coincisa con l’avvio della , la Conferenza internazionale dei giovani sulla crisi climatica, a cui prendono parte circa 400 ragazzi e che precede la Pre-Cop26 di Milano alla quale interverranno fino al 2 ottobre i ministri dell'Ambiente di una cinquantina di Stati, rappresentanti dell'Onu e delle principali agenzie internazionali: al centro dei lavori, l'aggiornamento degli impegni di decarbonizzazione relativi all'Accordo di Parigi del 2015.
Costruire un ‘noi’
La Living Chapel “è un grido di speranza rispetto al fatto che tutti possiamo incontrarci attorno a questi contenuti, attorno a queste sfide” per rispondere “a un’esigenza di cambiamento che deve essere radicale”, aggiunge padre Lucente ricordando che il nuovo spazio diventa un lascito permanente alla città di Milano grazie anche alla donazione di 7 mila alberi. “Engim - spiega a Pope - è un ente di formazione professionale a carattere internazionale e punta all’educazione globale dei giovani soprattutto nelle fasce più deboli, ovunque possano trovarsi, nel sud del mondo, con deficit di cittadinanza o a grave rischio di emarginazione sociale”. La Fondazione opera in Italia e in altri 16 Paesi, dall’Ecuador alla Sierra Leone, dalla Colombia alla Siria, facendo leva su “una risorsa: la capacità di costruire un ‘noi’ in tutti i Paesi dove operiamo” e, aggiunge, puntando sui giovani, quegli stessi a cui va il pensiero di Papa Francesco, nell’enciclica e non solo. Il progetto Living Chapel, prosegue il padre giuseppino, “rappresenta per noi anche il prosieguo di un cammino dedicato alla salvaguardia del creato, iniziato già 5 anni fa. Coinvolgiamo direttamente i nostri ragazzi: con loro, per loro e da loro diventa un paradigma con cui decliniamo tutte le attività e le possibilità che abbiamo di costruire un percorso formativo. Con i nostri ragazzi - in particolare quelli della Lombardia - abbiamo realizzato la Living Chapel, curando le aiuole, collocando le panchine, molti di loro sono vivaisti, operatori del settore agricolo”.
Nelle mani dei giovani
La Living Chapel nel giardino Calderini “appartiene” infatti ai ragazzi “perché nata dal lavoro di giovani apprendisti giardinieri che, con impegno e passione hanno piantato i primi alberi e rivelato un momento fondamentale per ricordare a tutti di agire e far sì che ogni albero coltivato sia simbolo di vita” per le generazioni di domani, sottolinea in conferenza
stampa l’architetto Consuelo Fabriani, definendo il nuovo spazio già come un “pezzo di futuro”.
Dello sviluppo integrale della persona, attraverso il ricupero della capacità di relazione tra l’uomo e la terra, lavorando “assieme” per quella armonia “con la terra, con noi stessi e col creatore”, parla alla presentazione don Joshtrom Isaac Kureethadam, coordinatore del settore Ecologia e Creato del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. “Nel per l’intenzione di preghiera di questo mese, Papa Francesco - evidenzia il salesiano, conversando a margine dell’evento - ha ricordato come siano i giovani a darci speranza, perché si impegnano in prima persona nella cura del creato, sono convinti, appassionati, creativi e autentici. Quindi due cose ci collegano a questa Cappella Vivente: da un lato la preoccupazione per lo stato sempre più precario della nostra casa comune e allo stesso tempo questo segno di speranza che viene dai giovani. Sono loro ad essere impegnati e stanno guidando questa transizione: dobbiamo accompagnarli e camminare congiuntamente”. Lo testimonia l’attivista statunitense Astrid Determan, che all’incontro racconta di come stia cercando di diffondere tra i bambini i principi dell’enciclica del 2015 di Papa Francesco.
Transizione ecologica e sviluppo
D’altra parte “i cambiamenti climatici e le disuguaglianze sociali globali devono essere affrontati insieme”, come sottolineato dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in apertura stamani della Youth4Climate a cui è intervenuta pure l'attivista svedese Greta Thunberg. A rappresentare il ministero alla conferenza stampa, Marco Gisotti, per evidenziare come azioni come quella della Living Chapel abbiano “un valore in sé ma anche un valore di comunicazione” al mondo sul “destino climatico” del pianeta. Paola Viganò del Comune di Milano parla di un’altra occasione per “rigenerare lo spazio” e coinvolgere “cittadini, imprese ed enti nella cura del verde”. Iyad Abumoghli, coordinatore dell’iniziativa ‘Faith for Earth’ del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep), in collegamento alla presentazione di Living Chapel, richiama il ruolo delle fedi in tale impegno e vede l’installazione di Milano come un contributo “nel raggiungimento degli obiettivi del Decennio di ripristino degli ecosistemi e degli obiettivi di sviluppo sostenibile”.
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