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Evacuazione aerea dall'Afghanistan Evacuazione aerea dall'Afghanistan

Biden, il caos in Afghanistan era inevitabile. Iniziata la repressione

In Afghanistan scorre il sangue del dissenso, mentre i talebani avvertono che non vi sarà mai democrazia. Biden si difende dalle accuse del tracollo nel Paese dopo il ritiro delle truppe e assieme ai talebani ritorna anche la resistenza

Francesca Sabatinelli - Città del Vaticano

Il caos era il prezzo da pagare per il ritiro americano dall’Afghanistan. Il presidente americano Joe Biden parla del tracollo inevitabile a seguito dell’uscita delle truppe Usa dal Paese, e mentre da una parte il Congresso Usa si appresta ad avviare una indagine sull’accaduto, dall’altra il Pentagono smentisce l’esistenza di un rapporto dell’intelligence sui rischi di un rapido collasso della situazione. 

Usa oltre la fine di agosto in Afghanistan

Gli americani a questo punto, precisa Biden, potrebbero restare nel Paese oltre il 31 agosto per evacuare tutti i cittadini americani, un ponte aereo che continua ininterrotto in queste ore e che finora ha condotto migliaia di persone in fuga negli Stati Uniti e nelle principali capitali europee. Oggi, intanto, si terrà il vertice del G7 dei ministri degli Esteri. 

Scorre il sangue e torna la resistenza

La linea di comunicazione con i talebani resta aperta, assicura il Pentagono, ma i miliziani avvertono: non saremo una democrazia, la legge è la Sharia. L’ex presidente afghano Ghani, forse riparato negli Emirati Arabi Uniti paventa un possibile ritorno nel Paese, ma intanto i talebani hanno iniziato a reprimere nel sangue il dissenso, a Jalalabad finora sono state oltre 30 le persone uccise, mentre il figlio del comandante Massoud, leggendario leader della lotta ai talebani, annuncia: in Panjshir è nata la resistenza armata. 

 

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19 agosto 2021, 08:09