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Villaggio del Niger, al centro dell'attenzione delle Ong sul fronte minori Villaggio del Niger, al centro dell'attenzione delle Ong sul fronte minori 

Niger, l’insicurezza colpisce soprattutto i bambini

Cresce nello Stato africano la necessità di assistenza umanitaria, soprattutto per i bambini. Oltre due milioni di minori, secondo l’Onu, “soffrono in silenzio”. Servono 102 milioni di dollari per portare aiuti umanitari vitali. A Pope Andrea Iacomini ribadisce l'importanza di "raccontare quello che accade in questo momento in Niger come in tante altre parti del mondo”

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Conflitti, sfollamenti, insicurezza alimentare, malnutrizione, epidemie, inondazioni cicliche e siccità: sono le pericolose motivazioni alla base dell’insicurezza che in Niger colpisce 3,8 milioni di persone, tra cui oltre 2 milioni di bambini. A lanciare l’allarme è l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, che nel recente rapporto dal titolo “Soffrendo in silenzio” sottolinea come il bisogno di assistenza umanitaria nel Paese africano sia aumentato del 30 per cento rispetto allo scorso anno. Sono dati drammatici quelli dell’Onu, che a fine marzo 2021 ha registrato in Niger un totale di 313mila sfollati interni, 235mila rifugiati e 36mila persone rientrate. A preoccupare è il futuro e la formazione delle giovani generazioni, se si pensa che negli ultimi tre mesi il numero di scuole costrette a chiudere a causa di insicurezza nelle aree colpite da conflitti è aumentato da 312 a 377.

L’Onu: linsicurezza si sta diffondendo rapidamente

Gli attacchi ai confini con Burkina Faso, Mali e Nigeria hanno portato a sfollamenti importanti nel Paese e continuano a sconvolgere le vite di centinaia di migliaia di bambini. In particolare, gli attacchi nella regione del lago Ciad hanno impedito a circa 26mila persone a Diffa, nella zona orientale del Paese, di tornare a casa. Attualmente nelle regioni di Tillabery e Tahoua, nel Niger occidentale, oltre 195mila sono gli sfollati. Inoltre, più di 77mila persone scappate da violenze intercomunitarie nella Nigeria settentrionale vivono ora nella regione di Maradi (Niger centrale), insieme a oltre 21mila sfollati interni. “Le vite dei bambini sono state distrutte. È difficile credere che i bambini vivono nella paura costante : questa non dovrebbe essere la loro realtà”, ha denunciato Marie-Pierre Poirier, Direttore Regionale dell’Unicef per l’Africa occidentale e centrale.

Iacomini: rompere il muro di silenzio

Di situazione molto complessa parla ai microfoni di Pope il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini: “Gli attacchi ripetuti, gli sfollamenti, la perdita diritti fondamentali, come il diritto al cibo, alla salute, all'istruzione e all'acqua di fatto minano veramente la vita di questi bambini, oltre che, purtroppo, l'esposizione alla violenza e alla mancanza di tutto, di rifugio, di acqua potabile e di assistenza medica”.

Ascolta l'intervista ad Andrea Iacomini

Bambini e famiglie soffrono in silenzio

Si soffre in silenzio, rimarca l’Onu, non solo per le violenze e le epidemie. “Soffrire in silenzio – spiega Iacomini –  significa anche essere indotti al silenzio da una Comunità mondiale che di fatto sembra completamente indifferente ai drammi di queste popolazioni, che nel dolore mantengono una grande dignità. Noi dobbiamo cercare almeno di rompere il muro di questo silenzio e raccontare quello che accade in questo momento qui come in tante altre parti del mondo, perché oltre le pandemie legate al Covid, purtroppo le violenze i conflitti continuano”. Nel 2021 il Fondo delle Nazioni Unite avrà bisogno di 102,2 milioni di dollari per portare aiuti umanitari vitali ai bambini in Niger, per questo chiede la solidarietà internazionale necessaria ad aiutare il governo e i suoi partner a fornire assistenza vitale alle popolazioni colpite, migliorare le loro condizioni di vita e soprattutto riportare a scuola centinaia di migliaia di bambini. In particolare, al momento, la cosa importante è garantire l’accesso agli aiuti umanitari, non facile in alcune zone del Paese, anche per l’alto numero delle persone in movimento all’interno del Paese.

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03 luglio 2021, 12:29