Libano, il Patriarca Ra?: salvare il Paese con una conferenza Onu
Lisa Zengarini - Città del Vaticano
Nella Festa di San Charbel, celebrata la scorsa domenica, 18 luglio, il cardinale Béchara Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti ha affidato all’intercessione del patrono del Libano le sorti del Paese dei Cedri, sprofondato in una delle crisi peggiori della sua storia. San Charbel “non lascerà crollare il Libano” e dobbiamo cercare in lui “il miracolo della nostra salvezza da questo sfacelo totale”, ha detto il patriarca che nell’omelia ha fatto ampio riferimento alla nuova fase della crisi politica aperta la settimana scorsa dalla rinuncia del premier designato Saad Hariri a formare un nuovo governo, dopo un braccio di ferro con il presidente Michel Aoun durato diversi mesi.
L'invito all'unità per l'interesse nazionale
“A nome del popolo povero, oppresso, affamato e disperso, come pecore senza un pastore”, il cardinale Raï ha esortato tutte le forze politiche all’unità per scegliere insieme un primo ministro che sia all’altezza delle enormi sfide che ha di fronte il Libano. “È il momento di assumersi le responsabilità, non di ritirarsi”, ha sottolineato. “Il Paese non sta affrontando una normale crisi di governo”, ma una crisi sistemica “che richiede sforzi concertati da parte di tutti” e il superamento degli “egoismi, degli interessi e degli angusti calcoli elettorali che purtroppo dominano l’attenzione della maggior parte dei partiti a scapito del più alto interesse nazionale”.
Combattere la corruzione
Secondo il capo della Chiesa Maronita, lo stallo istituzionale e l’immobilismo dei leader politici libanesi non fa che confermare come l’unica via di uscita dalla crisi sia la convocazione di una Conferenza internazionale sotto l’egida dell’ONU che ufficializzi la “neutralità” del Libano negli scenari politici mediorientali. La classe dirigente del Paese - ha affermato - dà ogni giorno di più prova della sua incapacità “di risolvere semplici questioni quotidiane come rifiuti, elettricità, cibo, medicine e inceneritori”, di “combattere la corruzione, facilitare il lavoro della magistratura, regolare il funzionamento dei ministeri e delle amministrazioni, chiudere le rotte del contrabbando dei rifiuti” e di attuare le riforme di cui il Libano ha urgente bisogno.
Metà popolazione sotto la soglia di povertà
Il Paese dei Cedri, privo di un governo da quasi un anno, sta attraversato da tempo da una crisi politica, economica e sociale gravissima. Una situazione cui il Covid-19 e la doppia esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020 hanno dato il colpo di grazia spingendo il 55% della popolazione sotto la soglia di povertà. Il timore espresso da Raï è che il Paese venga risucchiato nei conflitti tra le potenze regionali e non si possa così salvaguardare la sua specifica identità pluralista.
Il 4 agosto conferenza per il Libano promossa da Macron
Sono appelli che fanno eco alle parole di Papa Francesco pronunciate nella recente Giornata di riflessione e preghiera per il Libano in cui il pontefice chiedeva la fine delle ingerenze esterne per “dare ai libanesi la possibilità di essere protagonisti di un avvenire migliore”. Il 4 agosto, nel primo anniversario delle esplosioni nel porto di Beirut, sarà organizzata una nuova Conferenza internazionale per il Libano su iniziativa del presidente francese Macron che preme per la rapida costituzione di un governo di scopo per le riforme necessarie a sbloccare gli aiuti internazionali.
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