Germania, un'operatrice Caritas: scene da dopoguerra, ma tanta ²õ´Ç±ô¾±»å²¹°ù¾±±ð³ÙÃ
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Una tragedia che non ha precedenti e riporta, nella memoria collettiva, a scenari che ricordano il secondo conflitto mondiale. Intere zone in ginocchio, per un disastro il cui bilancio è ancora provvisorio: 157 i morti, centinaia i feriti, altrettanti i dispersi. Ieri la cancelliera Angela Merkel ha affermato che "la lingua tedesca non conosce termini appropriati per descrivere quanto accaduto". La stessa Merkel ha poi sottolineato come "occorra agire rapidamente per favorire politiche davvero ambientali e che intervengano sui cambiamenti climatici".
Le parole del Papa
il Papa ha espresso la sua vicinanza alla popolazione. Già giovedì scorso, in un telegramma a firma del cardinale Parolin, Francesco aveva manifestato il suo cordoglio ed al contempo la gratitudine per quanti aiutano le persone colpite dalla tragedia. Queste le parole pronunciate ieri dal Santo Padre:
Esprimo la mia vicinanza alle popolazioni di Germania, Belgio e Olanda colpite da catastrofi e alluvioni. Il Signore accolga defunti e conforti i familiari, sostenga l’impegno di tutti nel soccorrere chi ha subito gravi danni
La forza della solidarietà
Maristella Angioni è un'operatrice sociale della Caritas tedesca da 37 anni. Vive a Colonia, dove la raggiungiamo telefonicamente. Nell'intervista a Radio Vaticana - Pope, sottolinea come l'accaduto rappresenti una catastrofe senza precedenti, dove da un lato emerge la vulnerabilità dell'essere umano, ma dall'altro anche la forza, la capacità di sostenere il prossimo, in una rete di solidarietà dove chi è stato colpito di meno aiuta chi ha pagato un prezzo più alto.
Maristella, in questi giorni abbiamo visto video e foto che dicono già molto. Vuole dirci qual è al momento la situazione, c'è stato un qualche miglioramento ?
Purtroppo è ancora presto per dirlo. Quello che sta succedendo è una cosa mai vista prima in Germania e le persone con cui parlo, soprattutto gli anziani, mi dicono che gli sembra di rivivere il dopoguerra. Questa è una cosa pazzesca, l'acqua ha sorpreso tutti. A Colonia la situazione è grave, ma non paragonabile al disastro avvenuto a venti chilometri da qui dove delle zone sono diventate un grande lago di fango. Lì le persone hanno perso tutto. Da una parte si vede come l'essere umano sia vulnerabile, dall'altra però emerge anche la forza delle persone. C'è grande solidarietà, dei singoli e delle associazioni di volontariato. Ognuno dà una mano, c'è un'enorme attività. Ora non piove più, ma il pericolo non è cessato. C'è ancora perché la zona qui vicina ha tantissimi laghi, fiumi, dighe e ci sono masse di acqua i cui effetti ancora non possiamo quantificare.
In che modo si manifesta questo aiuto, al quale è giunto anche il sostegno e la gratitudine del Papa?
Innanzitutto la solidarietà di ciascuno, quello che ha perso meno aiuta chi ha perso molto. Le persone portano alimenti, indumenti, quindi va ricordato il lavoro enorme di tutti gli enti di volontariato. Mia nipote, volontaria presso la Croce Rossa, è in servizio da mercoledì e dorme due ore a notte. Le persone non si fermano mai, sono in piena attività perché c'è tantissimo da fare. Poi servirà un ulteriore aiuto, quello che va oltre l'emergenza immediata perché ci sono centinaia di persone che hanno perso tutto. Le Caritas locali, ma anche quella internazionale, hanno già aperto delle raccolte fondi per sostenere le famiglie più colpite. Oltre la metà di loro non ha un'assicurazione sufficiente per coprire i danni. Qui non è mai accaduto nulla di simile, non eravamo preparati.
Una prima volta che anche Angela Merkel ha definito "indrescrivibile". In questo buio, nel dramma di portata storica c'è una luce, un aneddoto, un segno di speranza che vuole condividere con noi?
Certamente il vedere le persone che si aiutano, anche se hanno poco. Al momento dobbiamo fare ciò che occorre, senza lamentarci. Andare avanti aiutandoci a vicenda. Mi ha colpito in particolare vedere i contadini, gli agricoltori disperati per aver perso tutto. Eppure si sono rimboccati le maniche, hanno preso i loro macchinari e si sono messi a disposizione per i soccorsi. Anche nel momento in cui è debole e vulnerabile, l'essere umano mostra così la sua forza.
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