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¡°Eroi in toga, la lunga scia di sangue dei magistrati uccisi nella lotta alla ³¦°ù¾±³¾¾±²Ô²¹±ô¾±³Ù¨¤¡± di Fabio Iadeluca ¡°Eroi in toga, la lunga scia di sangue dei magistrati uccisi nella lotta alla ³¦°ù¾±³¾¾±²Ô²¹±ô¾±³Ù¨¤¡± di Fabio Iadeluca 

Quegli ¡°eroi in toga¡±, persone normali morte per difendere le libere istituzioni

A 29 anni dalla strage di via D¡¯Amelio in cui persero la vita il giudice Borsellino e gli agenti della scorta, un convegno a Roma ripercorre le testimonianze dei magistrati uccisi per mano della mafia, dell¡¯eversione di destra e di sinistra e della ³¦°ù¾±³¾¾±²Ô²¹±ô¾±³Ù¨¤ comune

Debora Donnini ¨C Città del Vaticano

Normalità, coraggio, libertà e azioni cruente che vorrebbero soffocarla. Si dipana fra le pagine della storia italiana il libro ¡°Eroi in toga, la lunga scia di sangue dei magistrati uccisi nella lotta alla criminalitࡱ di Fabio Iadeluca, edito dall¡¯Associazione 7 Colonne.

Tra i nomi più noti: Giovanni Falcone, Rosario Livatino, Paolo Borsellino che esattamente 29 anni veniva ucciso a Palermo, per mano della mafia. Il testo viene presentato oggi nell¡¯ambito di un convegno presso il Museo delle Civiltà a Roma, organizzato dal Museo stesso, dalla Pontificia Accademia Mariana Internationalis, dalla Pontificia Università ¡°Antonianum¡± e dall¡¯Associazione culturale 7 Colonne. ¡°I Magistrati uccisi nella lotta alle mafie¡± il titolo dell¡¯incontro, realizzato in ricordo, appunto, della strage di via d¡¯Amelio e frutto di una collaborazione tesa a sviluppare cultura, cittadinanza e legalità insieme alla conoscenza delle tradizioni umane e valoriali che affondano le loro radici nella storia d¡¯Italia.

L¡¯autore del libro, Fabio Iadeluca, è coordinatore del Dipartimento di analisi, studi e monitoraggio della criminalità e delle mafie presso la Pontificia Academia Mariana Internationalis. Nell¡¯intervista spiega di aver voluto dividere in tre sezioni il testo per descrivere la storia dei quattordici magistrati uccisi per mano della criminalità organizzata, degli undici uccisi nel combattere l¡¯eversione di sinistra e di destra, e dei tre nella lotta alla criminalità comune. Un bisogno, quello di scrivere questo testo, confida, nato perché in un momento in cui mancano punti di riferimento è importante ricordare le vicende di questi magistrati che si definivano persone normali, applicavano la legge e hanno dato la loro vita per la salvaguardia delle libere istituzioni.

Ascolta l'intervista a Fabio Iadeluca:

Quindi, entrando nei particolari, ripercorre i legami fra questi omicidi e il contesto politico, economico e sociale di allora. Ricorda gli Anni della Prima e della Seconda Repubblica. In particolare quel 1992 con gli omicidi di Falcone e Borsellino. Si inizia dal 1971 con l¡¯omicidio del magistrato Pietro Scaglione ucciso da Cosa nostra e si arriva fino al 2015 con Ferdinando Ciampi, che rientra nell¡¯ambito di quanti hanno perso la vita per mano della criminalità comune.


Il rispetto di leggi e istituzioni il loro lascito

Ci si sofferma anche sulla figura del giudice Livatino, recentemente beatificato. Fu ucciso ¡°in odio alla fede¡± dalla ¡°stidda¡±, la mafia che opera in particolare nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania e Ragusa. Era il 21 settembre 1990 e il magistrato aveva meno di 38 anni. ¡°Un punto di riferimento¡± anche per quanto riguarda la magistratura, lo definisce Iadeluca, che ricorda il filo che unisce le diverse storie dei magistrati riportate nel testo: il loro grande rispetto per le leggi e le istituzioni. Questo rispetto è anche il loro ¡°lascito¡± perché, afferma, ¡°che si chiami terrorismo, mafia o criminalità comune¡±, tolgono la libertà e la dignità delle persone.

Le mafie si radicano nel disagio sociale

Per quanto riguarda la lotta alle mafie oggi, sottolinea che si è arrivati a punto forse ¡°inaspettato¡± da quando ci furono le stragi di magistrati del ¡¯92 e quelle del ¡¯93 con la violenza stragista posta in essere dai corleonesi, con gli attentati di via Palestro a Milano, via dei Georgofili a Firenze, San Giovanni a Roma, un disegno eversivo stragista che voleva mettere in ginocchio lo Stato. ¡°Lo Stato vince ogni giorno¡± e ¡°si è arrivati a un punto altissimo¡±, afferma Iadeluca, facendo riferimento alle tante operazioni che sradicano all'interno del territorio intere organizzazioni mafiose, ai migliori magistrati e forze di polizia impegnati nella lotta alla mafia. Si tratta di un fenomeno che ha oltre duecento anni di storia e ¡°la storia diventa la chiave di lettura dei fenomeni mafiosi¡±, perché, rimarca, ¡°se oggi stiamo parlando della potenza criminale delle mafie che ancora sono forti, significa che non è solo una questione criminale o di lotta giudiziaria ma è perché queste mafie hanno ramificato all¡¯interno del tessuto sociale¡±, specie dove c'è disagio sociale. Quel disagio sociale che ha combattuto anche don Pino Puglisi, che con il Vangelo e l'amore fraterno per gli altri, ha messo in difficoltà, al quartiere Brancaccio, la cosca dei Graviano. Che lui desse istruzione ai ragazzi, infatti, alla mafia dava fastidio.  

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19 luglio 2021, 08:00