Spirito paralimpico: una storia di sport e gare anche tra le mura vaticane
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
È il 19 giugno 2001. Viene siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale ed il Comitato Paralimpico Internazionale che introduce una novità: la città candidata ad ospitare le Olimpiadi deve organizzare sia i Giochi olimpici sia i Giochi paralimpici.
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Il movimento paralimpico internazionale deve la sua nascita al neurochirurgo inglese Sir Ludwig Guttmann, il primo ad avviare alla pratica sportiva i reduci britannici che, nel corso della II Guerra Mondiale riportando una lesione midollare, venivano ricoverati presso la “Spinal Injuries Unit” di Stoke Mandeville. Nel centro medico lo sport viene inizialmente utilizzato ai fini della riabilitazione fisica e psichica. Nel 1944 vengono indetti i primi “Giochi di Stoke Mandeville”. La gara ai quali partecipano gli atleti disabili è quella di tiro con l’arco su sedia a rotelle. La prima edizione di quelli che vengono poi chiamati i Giochi Paralimpici si tiene a Roma nel 1960. Gli atleti si sfidano in diverse discipline quali atletica leggera, nuoto, lancio del giavellotto, tiro con l’arco, scherma, basket e tennistavolo. Si è scelto il nome Paralimpiadi per indicare dei giochi olimpici paralleli a quelli più tradizionali. La 16.ma edizione dei Giochi Paralimpici, è in programma a Tokyo dal 24 agosto al 5 settembre 2021. Sui Giochi e sui valori paralimpici si è espresso più volte anche Papa Francesco.
Correre insieme
Il 21 maggio del 2020 avrebbe dovuto svolgersi a Castel Porziano il Meeting internazionale di atletica “We Run Together - Simul Currebant”. Campioni olimpici avrebbero corso - per la prima volta - con atleti paralimpici, atleti con disabilità mentale, e con rifugiati, migranti e carcerati, che sarebbero stati anche giudici di gara. Tutti insieme e con pari dignità. A causa della pandemia, non si è potuto correre con le gambe, ma si è corso con il cuore. Tantissimi atleti hanno messo a disposizione alcuni oggetti ed esperienze sportive per un’asta di beneficenza. L’intero ricavato è stato poi devoluto al personale sanitario degli Ospedali “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo e alla “Fondazione Poliambulanza” di Brescia, due simboli della lotta contro la pandemia. Incontrando il una delegazione di partecipanti al Meeting internazionale di atletica “We run toghether”, Francesco ricorda il brano del Vangelo in cui i due discepoli Giovanni e Pietro corrono al sepolcro di Gesù la mattina della Risurrezione.
“Arriva prima il più giovane [Giovanni], e il più vecchio [Pietro], resta indietro. Ma sempre c’è il rispetto di aspettare l’altro. E c’è un’antica regola medievale per i pellegrini, per coloro che facevano i pellegrinaggi ai santuari nel Medio Evo - anche oggi si fanno, pensiamo a Santiago de Compostela, per esempio - una regola che dice: Si deve andare al passo di quello che è più debole, di quello che cammina più adagio. Questa è una cosa molto bella, che noi dobbiamo imparare, come umanità: andare al passo delle persone che hanno un altro ritmo, o almeno considerarli e integrarli nel nostro passo”.
A Tokyo 2020 con Zanardi nel cuore
"Siamo pronti per Tokyo, l'emozione è palpabile anche perché mai come questa volta si attribuisce al primo evento planetario in tempo di pandemia un significato di rinascita". Lo afferma nel corso del programma condotto da Andrea De Angelis il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, sottolineando come "l'Italia avrà la delegazione più ampia di sempre".
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Nel corso dell'intervista, Pancalli sottolinea la profondità dello spirito paralimpico, partendo dai suoi valori fondanti e ricordando come essi siano pratica quotidiana nell'attività sportiva. Quindi il presidente del CIP ricorda anche Alex Zanardi ad un anno dal terribile incidente che lo vede ancora impegnato per una piena ripresa. "Ci uniamo nella preghiera perché possa tornare a vivere tutto ciò che merita, a Tokyo - dice - lui sarà con noi". Nei cuori e nelle menti di tutti e ciascuno.
Inclusione e dignità di ogni persona
Il valore dell’inclusione e il rispetto della dignità di ogni essere umano sono alcuni dei temi che scandiscono, il , l’udienza di Francesco con i partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Consiglio della cultura su sport e fede. Il Papa ricorda che “il movimento paralimpico e altre associazioni sportive a sostegno delle persone con disabilità, come Special Olympics, hanno avuto un ruolo decisivo nell’aiutare il pubblico a riconoscere e ammirare le straordinarie prestazioni di atleti con diverse abilità e capacità”. “Questi eventi - sottolinea - ci regalano esperienze in cui risaltano in modo mirabile la grandezza e la purezza del gesto sportivo”.
Fratelli e sorelle in cammino
“Lo sport promuove contatti e relazioni con persone che provengono da culture e ambienti diversi, ci abitua a vivere accogliendo le differenze, a fare di esse un’occasione preziosa di reciproco arricchimento e scoperta”. Rivolgendosi al Comitato italiano paralimpico il , Papa Francesco ricorda che “lo sport diventa un’occasione preziosa per riconoscersi come fratelli e sorelle in cammino, per favorire la cultura dell’inclusione e respingere la cultura dello scarto”.
“La disabilità che sperimentate in qualche aspetto del vostro fisico, mediante la pratica sportiva e il sano agonismo si trasforma in un messaggio di incoraggiamento per tutti coloro che vivono situazioni analoghe alle vostre, e diventa un invito ad impegnare tutte le energie per fare cose belle insieme, superando le barriere che possiamo incontrare intorno a noi, e prima di tutto quelle che ci sono dentro di noi”.
Campionati di atletica in Vaticano nel 1905
Anche in Vaticano il mondo dello sport ha trovato spazi ed occasioni per esprimere i propri valori. Sfogliando l’album della storia, si arriva al 1905 quando viene organizzato il primo Convegno sportivo cattolico italiano. L’8 ottobre di quell’anno, come si ricorda nel libro "I Papi e lo sport" pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, Pio X pronuncia un discorso nel quale esprime soddisfazione per tutte le opere dell’Azione Cattolica. “Ammiro e benedico di cuore - afferma il Pontefice - tutti i vostri giuochi e passatempi, la ginnastica, il ciclismo, l’alpinismo, la nautica, il podismo, le passeggiate, le gare, i concorsi e le accademie, alle quali vi dedicate; perché gli esercizi materiali del corpo influiranno mirabilmente sugli esercizi dello spirito”.
Concorso ginnastico internazionale nel 1908
Tre anni dopo il Convegno sportivo cattolico italiano, viene ospitato in Vaticano un altro evento strettamente legato allo sport. Nel 1908 viene organizzato un “Concorso ginnastico cattolico internazionale” con gare di atletica. Anticipando lo spirito dei Giochi Paralimpici, partecipa anche una squadra composta da atleti non vedenti dell'Istituto dei ciechi di Sant'Alessio. La compagine formata da nove giovani - si legge in un articolo pubblicato dall’Osservatore Romano il 26 settembre del 1908 e incentrato sulla terza giornata della manifestazione sportiva - ha ricevuto “meritati applausi”. Ad un giovane atleta non vedente il giornalista del quotidiano della Santa Sede chiede, in particolare, se fosse soddisfatto degli applausi. “Sarei ancor più soddisfatto - risponde - se potessi fare ciò che fanno i vedenti”. Nell’articolo si precisa inoltre che gli esercizi compiuti dai giovani non vedenti sono stati “eseguiti benissimo”. Il Cortile del Belvedere, in occasione del Concorso ginnastico internazionale, si trasforma in uno stadio. Al centro viene allestito un palco dal quale Papa Pio X assiste agli esercizi ginnici. Uno spettacolo “veramente superbo - si legge in un articolo dell’Osservatore Romano del 27 settembre 1908 - che rimanda con la memoria ai tempi lontani quando il Cortile del Belvedere era teatro di tornei di cavalieri”. Il servizio d’ordine è garantito dalla Guardia Svizzera, posizionata intorno al trono Pontificio, dalla Gendarmeria e dalla Guardia Palatina d’Onore. L’arrivo del Papa nel Cortile del Belvedere, che dal palco assiste alle gare, è preceduto da due squilli di tromba.
Corteo dei ginnasti e udienza con Pio X
Il giorno della chiusura del Concorso ginnastico cattolico internazionale, gli atleti sfilano per le strade di Roma. "Allo splendore pressoché meridiano del sole di Roma, che è bello quando è bello sopra la volta azzurra del tempo autunnale - si legge nell'articolo in prima pagina dell'edizione dell'Osservatore Romano del 29 settembre del 1908 - si svolse il Corteo dei ginnasti, partendo dalla Basilica Liberiana, volto al Vaticano. Un grande pubblico lungo tutto il percorso al suono delio fanfare accorse per vedere la sfilata veramente interessante dei ginnasti". "Per ponte Sant’Angelo e piazza Pia, il corteo si inoltrò per Borgo Nuovo e in. tutto il Borgo le finestre erano gremite, tutti sventolavano i fazzoletti ed i cappelli, la folla si assiepava sui marciapiedi applaudendo ai baldi giovani". A conclusione dell'evento sportivo in Vaticano, i ginnasti sono poi ricevuti in udienza da Papa Pio X. "A voi miei diletti giovani - afferma in quell'occasione il Pontefice - una parola dal cuore. Mi congratulo con voi della solenne dimostrazione, non solo. della vostra bravura ma anche dei sentimenti di viva fede".
Comitato Italiano Paralimpico, la testimonianza di un'atleta
La storia dei Giochi Paralimpici si intreccia con quella delle Olimpiadi. Dal 2003 è attivo il Comitato Italiano Paralimpico. Alle Tre Fontane a Roma, sorge un centro per gli allenamenti dove è possobile praticare diverse discipline sportive fra cui tennis, torball, goalball, calcio e calcio a cinque, nuoto, scherma, atletica, tennis tavolo e danza moderna.
Tra le atlete italiane di maggior successo, come ricorda Alessandro Guarasci nella sua scheda, c’è Giulia Aringhieri, campionessa di sitting volley. Tanta grinta e una passione: la pallavolo. Ora guarda alle Paralimpiadi di Tokyo.
L’ora di educazione fisica e la disabilità
L’ora di educazione fisica è un appuntamento atteso dai ragazzi a scuola, è un momento di apprendimento diverso e divertente, che permette loro di esprimere capacità ed attitudini alternative e complementari a quelle messe in campo durante le altre ore di lezione. Ma come vivono questo momento i ragazzi diversamente abili? Cosa fanno ed in quali attività si impegnano? Il professor Marco Damiani, docente di Scienze Motorie alla scuola secondaria di primo grado, sottolinea nella scheda di Silvia Giovanrosa che, nelle classi dove sono presenti delle diversità, è la professionalità dell’insegnante che permette a tutti, nessuno escluso, di svolgere la medesima attività, personalizzandola in base alle peculiarità di ciascuno. Se questo non avviene, per i ragazzi diversamente abili l’ora di educazione fisica diventa, oltre ad una mancata possibilità di apprendimento, motivo di frustrazione.
"In questa esperienza c'è l'essenza di quello che andrebbe fatto, si è parlato di inclusione, di accessibilità e di formazione", afferma Pancalli nel corso della trasmissione. "Una società migliore, che sappia guardare alle diversità non avendone paura, ma - prosegue - valorizzandone quelle che sono le capacità". Migliorare le cose è dunque sempre possibile e questo è vero anche per la realtà scolastica dei ragazzi diversamente abili che hanno il diritto di partecipare alla lezione di educazione fisica come ogni altro compagno di scuola. É necessario, per questo, lavorare sulla formazione del personale docente, investire sulle strutture scolastiche creando ambienti più adatti all’inclusione ed infine educare la classe alla gestione della diversità. "Tutti noi Onlus", l’associazione di cui il Professor Marco Damiani è responsabile, lavora affinché i ragazzi diversamente abili possano migliorare le loro capacità e recuperare le abilità compromesse attraverso l’attività sportiva outdoor, ottenendo spesso risultati superiori alle aspettative. L’associazione, tramite l’attività di formazione al personale docente, permette di far arrivare anche nel contesto scolastico prassi corrette per la gestione e la valorizzazione della diversità.
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La puntata numero 85 di Doppio Click è stata realizzata da Andrea De Angelis, Silvia Giovanrosa, Alessandro Guarasci, Amedeo Lomonaco con il contributo di Pietro Cocco.
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